9.0 Biografia Mons. Abate Prof.Dr.Giuseppe Morelli
- Biografia Mons. Abate Prof.Dr.Giuseppe Morelli
- Biographie de Msr. Abbé Prof.Dr.Giuseppe Morelli
- Monseigneur Abbot Prof.Dr.Joseph Morelli Biography
(In occasione del centenario della nascita di Mons.Prof.Giuseppe Morelli, ho deciso di trasformare questa Sezione in una pubblicazione ebook, con ISBN, corredandolo, alla fine, di alcuni contributi miei e di mio figlio Luigi che conobbe il Morelli nel 1979 quando fu nostro ospite a Biella per la lezione-conferenza al Corso interconfessionale di Scienze bibliche. La pubblicazione è intitolata Omaggio alla memoria dell'Ecc.mo Abate Mons.Prof. Giuseppe Morelli (1918-1984). A chi non lo sapesse o a chi se ne sia dimenticato ricordo che questo sito è coperto da Copyright dal 2009, quindi nessuna parte di esso, compresa questa Biografia, può essere copiata, pena sanzioni penali e amministrative. In fondo alla Sezione riporto gli estremi del Copyright.
1. De S. Paulini Nolani doctrina christologica,
tesi di Dottorato in S.Teologia, Pontificia Facultas Theologica Neapolitana apud Maius Seminarium,ex typographica Officina forense, Neapoli, MCMXLV, (1945); (Biblioteca Italo Zamprotta);
2. Piero Martinetti,Tesi di Laurea in Lettere e Filosofia,relatore il prof.Antonio Aliotta,Facoltà di Lettere e Filosofia Università degli studi di Napoli,1 dicembre 1947 (Biblioteca Facoltà Lettere e Filosofia Università di Napoli);
3. Oratio Christi sacerdotalis,dissertazione in lingua latina presentata all'esame di Licenza in Scienze Bibliche,PIB-Pontificio Istituto Biblico,Roma, relatore il Padre prof.Stanislas Lyonnet,Roma,1952;
4. Paradiso terrestre e peccato originale
in Secoli sul mondo.Alla scoperta della Bibbia,a cura dell'insigne biblista e orientalista Giovanni Rinaldi,Marietti,1955(argomento che nessun altro biblista aveva voluto trattare per quella pubblicazione);(Biblioteca Italo Zamprotta)
5. Il Santuario portatile degli Ebrei, Fiorentino, Napoli, 1958
(in: STUDI in onore di Domenico Mallardo, Napoli, 1957, pp. 103-117); (Biblioteca Italo Zamprotta)
6. Serekh ha Yahad (Regola della Congregazione) [di Qumran], 1 QSa,(conosciuta anche come Manuale di Disciplina),Marietti, 1968, con trascrizione e traduzione italiana, con note e analisi filologica(adottata per quattro anni accademici consecutivi dal grande semitista Sabatino Moscati per la cattedra di Filologia semiticadell' Università La Sapienza di Roma); (Biblioteca Italo Zamprotta)
8. Homilie in Egenburg Gehalten am tage nach de Papstwahl Johannes Paulus I°, 21 Sonntag im Jahreskreis, Napoli, 1979 (omelia tenuta nella Parrocchia di Santo Stefano di Egenburg,presso Monaco di Baviera,domenica 27 agosto 1978,il giorno dopo l'elezione di Albino Luciani come Papa Giovanni Paolo I°);(Biblioteca Italo Zamprotta);
9. S.Gennaro patrono della Campania,Discorso tenuto a chiusura dei festeggiamenti,10 luglio 1980,Tip.Graziano,Napoli.(Biblioteca Italo Zamprotta).
"Sacerdote con voce smaccatamente elogiativa e POV il cui merito enciclopedico consisterebbe nell'aver dimostrato la falsità di un'iscrizione e nell'aver scritto in latino una tesi di teologia che fu stampata. A mio avviso non sufficiente per dedicargli una pagina di enciclopedia. Se il suo lavoro eventualmente fosse effettivamente valido basta citarlo in nota e riferire del caso (con altri toni) nella pagina delle relative catacombe.MM(msg)23:21, 2 ago 2009 (CEST)Tra l'altro le fonti, solo primarie, farebbero pensare a una ricerca originale. --SAILKO ·FECIT01:06, 3 ago 2009 (CEST).D'accordo con MM. AVEMVNDI (DIC)03:16, 4 ago 2009 (CEST)".
- Archivio storico diocesano, Napoli
- Scheda di autorità in OPAC SBN, Istituto Centrale del Catalogo Unico, Roma
- Bibliografia nazionale italiana: nuova serie del bollettino delle pubblicazioni italiane ricevute per diritto di stampa a cura della Biblioteca nazionale centrale di Firenze. A. 1, n. 1 (gen. 1958)- Firenze, Centro nazionale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche, 1958- (CDROM), Roma
- Bayerische Staatsbibliothek. München - Deutschland;
- Biblioteca Nacional de España Biblioteca Nacional de España - Madrid;
- Biblioteca Nazionale di Napoli;
- Bibliothèque Nationale de France - Paris;
- Biblioteca dell' Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana di Roma;
- Biblioteca Pontificia Facoltà Teologica Teologica dell'Italia Meridionale - Sez.S.Luigi, Napoli
- Biblioteca della Pontificia Università Gregoriana - Roma;
- Biblioteca PIB - Pontificio Istituto Biblico - Roma;
- Istituto Patristico "Augustinianum" - Roma;
- British Library, London - United Kingdom;
- S.Giuseppe 1977, a Mons.Morelli e a sua Madre, di Maria Panetty Petrarca, Napoli;
(Biblioteca Italo Zamprotta)
- Homilie in Egenburg Gehalten am tage nach de Papstwahl Johannes Paulus I°, 21 Sonntag im Jahreskreis, di Giuseppe Morelli, 1978;
(Biblioteca Italo Zamprotta)
- S.Gennaro Patrono della Campania, di Giuseppe Morelli, 26 settembre 1980, Tip.Graziano, Napoli;
(Biblioteca Italo Zamprotta)
- Ianuarius, Rivista Diocesana di Napoli, 11, 1984, pp.750-751;
(Biblioteca Italo Zamprotta)
- Panorama Biellese; Biella, Unione Biellese, N.58, marzo 1985, pp.14-15;
(Biblioteca Italo Zamprotta)
- Dott. Carlo Valentino, Segretario Generale del Pontificio Istituto Biblico di Roma; 2006 (Archivio Italo Zamprotta)
- Mons.Antonio Illibato, Direttore Archivio Storico Diocesi di Napoli, 2007; (Archivio Italo Zamprotta)
- R.P.Prof.Gaetano Di Palma,Segretario Generale Pontificia Facoltà Teologica Italia Meridionale-Sez.S.Tommaso,Capodimonte - Napoli,2007 (Archivio Italo Zamprotta)
- Prof. Giovanni Di Palma, Direttore Archivio storico Università degli studi di Napoli;2007 (Archivio Italo Zamprotta)
- Prof.Franco Alfarano, Preside, Napoli, 2007 (Archivio Italo Zamprotta)
- Chiesa di Napoli - Necrologio diocesano (agosto 1984)
- consultazione delle pubblicazioni dell'interessato.
- Université catholique de Louvain, ‘’Revue d’Histoire ecclésiastique’’, Vol.41, Louvain, 1946, p.37 e 335
- Centre national de la recherche scientifique (France). Centre de documentation, Bulletin analytique, 1948, p.127
- Mannucci U. – Casamassa A. ‘’Istituzioni di Patrologia’’, F.Ferrari, Roma, 1948, p.204
- Scheeben M.J., ‘’Handbuch der katholischen Dogmatik’’, Herder, Freiburg, 1948, p.81
- Varet G., ‘’Manuel de bibliographie philosophique’’,PUF, Paris, 1956, p.205
- Ephemerides liturgicae, Edizioni liturgiche, Roma, 1958, p.71
- Eissfeldt O., ‘’Die Genesis der Genesis: Vom Werdegang des ersten Buches der Bibel’’, JCB Mohr, Tubingen, 1961, p.76 (anche in Journal of Biblical Literature, Vol.78, No. 3, 1959)
- ‘’Contributo italiano alla conoscenza dell’Oriente’’,Commissione italiana per la UNESCO,a cura di Olga Pinto e Lionello Lanciotti, 1962, p.79
- Elenchus bibliographicus biblicus: Vol.51,p.95, Morelli G.,Serekh ha.Yahad-Regola della Congregazione (1QSa),trascrizione e traduzionne italiana con note e analisi filologica,Marietti,1968;
- Repertorium Biblicum Medii Aevi: vol.8,p.64, G.Morelli, Sepher ha'eda,Regola della Congregazione (1QSa), Torino,1968;
- Rolla,A., Asprenas 15 (1969), 350s, Napoli, PFTIM
- Bautz F.W. – Bautz T., ‘’Biographisch-bibliographisches Kirkenlexicon’’,Bautz Verlag, 1970, p.30
- Sophia: rivista internazionale di fonti e studi di storia della filosofia, edizione italiana di Sophia: International Journal for Philosophy of Religion, Metaphysical Theology and Ethics , Editions J.Benjamin, 1971, p.219
- Giornale Italiano di Filologia (1973), Istituto di Filologia latina, Padova, 1972 p.95, p.359
- Lienhard J.T., (1977), Paulinus of Nola and Early Western Monasticism, Koln-Bonn,Peter Hanstein Verlag,, p.198 (Archivio Italo Zamprotta)
- Salvatore A. (1977), ‘’Carme apologetico’’, S.E.I., Torino, 1977, p.219
- Tamani G., ‘’Henoch’’, Università di Torino, Istituto di Orientalistica, Biblioteca Kahle, Torino, 1979, p.156
- Istituto per l'Oriente, Oriente moderno, Roma, 1979, p.829
- Paliotti V., ‘’San Gennaro: storia di un culto, di un mito, dell’anima di un popolo’’, Napoli, 1983, p.233
- Westermann C. – Scullion J,“Genesis 1-11:A Continental Commentary, Augsburg Fortress Publishers, 1986, p.248
- Johannes Quasten, Angelo Di Berardino, ‘’The golden age of Latin patristic literature from the Council of Nicea to the Council of Chalcedon’’, Istituto patristico Augustinianum, Roma, 1986, p.299
- Buchberger M. – Hofer J. – Rahner K., ‘’Lexikon für Theologie und Kirche’’, Herder, Freiburg, 1998, p.951?
- Gran Enciclopedia Rialp, ‘’Santitad III.Hagiografia:los Santos del Cielo’’, Ediciones Rialp SA, Madrid, 1991
- Sfameni Gasparro G., ‘’La coppia nei padri’’, Edizioni .Paoline, Torino, 1991, p.347
- Lacerenza,G. Il "cippo ebraico" alle catacombe di San Gennaro (Napoli),Annali dell'Università degli studi di Napoli L'Orientale,Rivista del Dipartimento di Studi Asiatici e del Dipartimento di Studi e Ricerche su Africa e Paesi Arabi,1997(57/3-4),pp.484-508
- Dopp S. – Geerlings W., ‘’ Lexikon der antiken christlichen Literatur’’, Herder, Freiburg, 1998-2002, p.482 e p,552
- Forum Katholische Theologie, De S,Paulini Nolani Doctrina Christologica, “aus dem Jahr 1945, die stark versucht, spätantike Einzelaussagen in Traktat zu systematisieren versucht, sondern hat die verstreut liegenden literarischen Einzelaussagen des Paulinus, Voll.16-17, 2000, p.79
- Brandenburg H. – Pani Ermini L., ‘’Cimitile e Paolino di Nola. La tomba di S. Felice e il centro di pellegrinaggio.Trent'anni di ricerche’’,Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, 2003, p.18
- Mencucci A., "San Paolino Vescovo di Nola, Patrono di Nola e Senigallia", Istituto Grafico Editoriale Italiano, 2004, p.215
- Surman,B.,Licht-Blick:Paulinus Nolanus, carm.23, Volume 64 di BAC-Bochumer Altertumswissenschaftliches Colloquium,pp.128,271,392; Wissenschaftlicher Verlag, Trier, Deutschland, 2005
- Paolino di Nola, da Wikipedia, l’enciclopedia libera, Bibliografia, 2009 (Nota in Bibliografia del prof.Carmine Iannicelli).
Italo Zamprotta
Omaggio alla memoria dell’Ecc.mo Abate
Mons.Prof.Giuseppe Morelli (1918-1984)
Biografia a cura di Italo Zamprotta - Miscellanea di testi di Italo Zamprotta – Luigi Zamprotta
Biella, 2018
Pubblicato in Italia da Italo Zamprotta
Printed in Italy by Italo Zamprotta
Tutti i diritti riservati - All rights reserved
Copyright 2018
ISBN 979-12-200-0680-4
S O M M A R I O
Sommario
Presentazione di
Introduzione di Italo Zamprotta
Biografia , a cura di Italo Zamprotta
Opere , a cura di Italo Zamprotta
Bibliografia , a cura di Italo Zamprotta
Le nuove forme di comunicazione di Luigi Zamprotta
Considerazioni sul Padre Nostro e sul Discorso sul Pane di vita
di Italo Zamprotta
Note biografiche degli autori
Introduzione
Innanzi tutto, incominciamo dal titolo, perché qualcuno arriccerà certamente il naso nel leggere Ecc.mo, abbreviazione di Eccellentissimo.
Questa titolo onorifico spetta all’Abate tesoriere della Reale Cappella del Tesoro di S.Gennaro, non perché lo abbia deciso ex abrupto l’autore di questo lavoro, ma perché è così storicamente accettato.
Infatti, basta andare a consultare la seguente opera per accertarsene: ”San Gennaro: saggio nell’ identità napoletana”, di Maricla Boggio e Luigi M.Lombardi Satriani, Armando Editore, Roma, 2014.
A p.154 di questo libro si legge testualmente:”… 3 ottobre 1943…Le autorità alleate, comandate dal gen.Clarke, comandante 5° armata americana, sono state ricevute dall’ Eccellentissimo Abate tesoriere Giuseppe Cattaneo di Sannicandro”.
Ogni ulteriore commento risulta superfluo. Pertanto possiamo continuare in pace.
Era da tempo che pensavo di rendere omaggio alla memoria di questo mio maestro, anzi grande Maestro.
Infatti, durante i miei studi e ricerche ne ho trovate di tutti i colori: curriculum stratosferici, apoteosi di nullità elevate alla gloria dall’ umana stupidità, dall’ umana ipocrisia, dal consenso unanimistico, sovente costruito a tavolino in recondite stanze con un’ ibrida commistione di luce e tenebre, di diavolo e acqua santa.
La biografia che segue, invece, prende in considerazione l’opera svolta dal pastore e dallo studioso, che non ha mai compiaciuto per servilismo i superiori ed ha proceduto sempre ragionando con la sua testa. Questo l’ho capito leggendo anche tra le righe della sua vita e interpretando alcune scelte fondamentali, compiute con evidente sacrificio, che hanno comportato rinuncia ad un altro tipo di carriera, di onori e di prebende.
Lo zelo per il ministero pastorale, l’amore per la famiglia paterna e per la sua amata città hanno sempre prevalso su qualsiasi altra considerazione.
In ciò si è contraddistinto rispetto a diversi suoi coetanei, di cui ho esaminato la vita, che hanno preferito passare il tempo o a tavolino per sfornare centinaia(sic!) di opere, cioè migliaia e migliaia di pagine bibliche, teologiche, canonistiche, o di storia ecclesiastica, che nulla aggiungono alla semplice predicazione del Cristo, o a fare i ciarlatani a capo di varie Commissioni, Dicasteri, Enti ecclesiastici o paraecclesiastici. Poi – spiace doverlo sottolineare - non sanno svolgere un’omelia durante la S.Messa e debbono ricorrere alle carte scritte in precedenza.
Per costoro vale il detto maccheronico:”Si cartuscella cadit. tota scientia squagliat”.
Infatti, a volte si è dovuto assistere a spettacoli comici e impietosi, quando c’è stato uno scompaginamento! I presbiteri e i vescovi del primo cristianesimo certamente predicavano a braccio, senza leggere, perché sentivano ciò che dicevano. Poi col tempo, gradualmente, il credo in ciò che predicavano è andato scemando, è rimasto soltanto per opprimere e imbonire i credenti obbligandoli a credere in tutto ciò che la gerarchia, il magistero, andava istituzionalizzando.
Però costoro arrivano agli alti gradi: episcopato, arciepiscopato, cardinalato, papato!
Debbo dare, però, atto alla gerarchia ecclesiastica di avere apprezzato certe doti del Morelli. Invitandolo a tenere gli esercizi spirituali in Vaticano per personaggi del calibro di Ottaviani, Parente, Palazzini.
Soddisfazioni morali, senza alcuna conseguenza pratica, visto dall’uomo della strada.
Allora, per non tirarla troppo in lungo, mi sono deciso alla mia non più verde età, di scrivere un qualcosa che resti per i posteri, che vada catalogato in alcune biblioteche italiane ed estere.
Non è tutta la biografia del Morelli, e me scuso. Familiari e parenti a cui chiedere non ce ne sono. Confratelli? Meglio lasciarli perdere. Un paio di suoi allievi si sono elegantemente (secondo loro) rifiutati. Non ho provato oltre, perché certi ambienti mi nauseano e mi infastidisce persino il pensiero di un approccio reiterato.
Ritengo comunque sufficiente ciò che ho raccolto, ordinato e commentato.
Debbo ringraziare di cuore mio figlio Luigi, che da ragazzo conobbe il Morelli in soggiorno a casa nostra, per il contributo a questo libro.
Il Morelli venne a Biella nell’aprile del 1979 alla chiusura del Corso interconfessionale di Scienze bibliche, da me organizzato insieme col prof.Riccardo Rabaglio nell’ ambito dell’ Università popolare di Biella, e parlò della “Regola della Congregazione di Qumran”, di cui è stato un valente studioso e traduttore, molto apprezzato dal grande storico, archeologo e semitista Sabatino Moscati, suo amico, che adottò il testo ebraico del Morelli per ben quattro anni consecutivi per la sua disciplina alla cattedra dell’Università La Sapienza di Roma. E così fece anche il prof.Giancarlo Lacerenza all’Università L’Orientale di Napoli, come mi ha comunicato l’anno scorso.
E ringrazio tutti coloro che, trovandosi tra le mani questo libro, avranno la pazienza di arrivare fino in fondo, all’ultima pagina di questo modesto lavoro, che vede la luce anche grazie al contributi di mio figlio Luigi.
Italo Zamprotta
LE NUOVE FORME DI COMUNICAZIONE[1]
di
Luigi Zamprotta
Questo argomento fu trattato nelle lezioni del Corso di Formazione avanzata per il Dirigente scolastico, i Docenti, il Personale ATA dell’IPSSAR “Ermenegildo Zegna” di Trivero (BI), nell’anno scolastico 1997-98, quando l’autore era incaricato dell’insegnamento di Informatica gestionale nelle due classi IV dell’Istituto. Fu compilata per i frequentanti una apposita dispensa intitolata Lezioni di Tecnologie multimediali per la didattica, rimasta inedita. Il corso era riconosciuto e finanziato dal Ministero della Pubblica Istruzione.
I.INTRODUZIONE ALLA MULTIMEDIALITA’
Negli ultimi dieci anni i risultati della ricerca hanno reso possibile realizzazioni ancora impensabili agli inizi degli anni '80 (vedasi a questo proposito l'elenco cronologico delle principali applicazioni tecnologiche che riporto al termine di questa trattazione per avere un'idea dello sviluppo culturale e tecnologico compiuto in un secolo e mezzo). E nel prossimo decennio le forme di comunicazione saranno ancor più rivoluzionate e consentiranno di attuare informazione, formazione, telelavoro, hobbistica in maniera incredibile, con conseguenti risparmi non solo di risorse finanziarie,ma alleviando il traffico stradale e ferroviario e facendo anche diminuire gli incidenti, perchè avremo minore circolazione di persone, mentre circoleranno i fatti, le idee, le cose da fare e quelle fatte.
A molti può darsi che questo discorso non interessi, perchè ritengono che saranno gli altri a sviluppare queste realizzazioni e anche perchè ritengono che si tratti di "diavolerie". Si tratta di un modo di intendere le cose e di una terminologia propri di quanti sono incapaci di realizzare una forma mentis tecnologica e si rifugiano negli amati ozi "umanistici": sono dei parassiti della società che non vogliono ammettere che l'uomo è dinamico,in continua evoluzione culturale e,quindi,non può soffermarsi ad adorare più di tanto i feticci che egli stesso ha creato nei più diversi campi (letterario, artistico, filosofico, scientifico), ma ha bisogno di sempre nuove frontiere, fino ad arrivare a quelle dello spirito.
Ecco,che cosa si propone questa parte di programma da me elaborato quest'anno, dopo avere avuto il piacere di partecipare,nella prima metà di questi anni '90, ad alcuni seminari di aggiornamento e convegni scientifici a Roma, Milano, Torino, in particolare sulle applicazioni delle tecnologie multimediali e sui problemi culturali indotti nei luoghi di lavoro e nel tempo libero dall' utilizzo quotidiano dei prodotti di queste nuove tecnologie.
Infatti,sono le tecnologie multimediali a ridisegnare il nuovo modo di esprimersi, di comunicare, di fare cultura. Se pensate che un vocabolario,una enciclopedia,interi corsi di formazione e aggiornamento possono stare comodamente immagazzinati su un CD ROM (di cui diremo tra breve) e che, grazie all'interattività, è possibile dialogare con quanto ci viene proposto diventando protagonisti e attori nello scambio di conoscenze, non è possibile non ammettere che le tecnologie multimediali vanno assumendo una importanza enorme e il loro impatto sulla formazione è fondamentale.
Restare arroccati su posizioni retrive e tradizionali non giova,come non giova, al giorno d'oggi, utilizzare la lavagna luminosa nell'insegnamento delle lingue quando si ha la possibilità di innovare profondamente tale insegnamento utilizzando pacchetti multimediali.
Molti docenti hanno intuito che la loro funzione ne viene sminuita, perché risultano essere soltanto dei "facilitatori" per l'apprendimento di certi pacchetti applicativi; ma il progresso non può arrestarsi davanti ai privilegi corporativi e castali; quindi, bisogna cedere il passo e adeguarsi.
Con la sua requisitoria multimediale il P.M.Di Pietro, nel 1994, ha offerto solo un minimo esempio di che cosa possano le tecnologie multimediali.
Se trasferiamo ciò, per esempio,in campo educativo e formativo, vedrete quali passi da gigante riusciremo a fare consentendo a tutti - dico a tutti - di imparare e di trarre profitto da un'attività didattica così concepita.
Ovviamente ci vorrà del tempo per vincere la naturale residua resistenza di tante teste lignee, ma alla fine dovranno arrendersi all'evidenza dei fatti.
La caratteristica essenziale della cultura multimediale è l'interattività, costituita da due aspetti, diversi e complementari, quello "razionale" e l'altro "emozionale":
- 1.L'aspetto razionale è limitato dalle caratteristiche tecniche e dall' "intelligenza" di queste. Consente il dialogo tra l'utente e la macchina in modo da poter:
- 2.L'aspetto emozionale, invece, è in grado di stimolare quelle suggestioni che,in ambiente tecnologico,saranno assicurate proprio dall' imponente utilizzo dei "media" (immagini, messaggi, ecc.).
- porre domande
- dare risposte
- offrire alternative
- adottare percorsi diversi a seconda delle esigenze.
Quindi, possiamo dire che l'interattività è l'elemento che rende capaci di reagire in modo elastico, in modo da creare canali di comunicazione e nuove conoscenze.
Applicando questo concetto alle tecnologie multimediali, possiamo dire che la creazione di nuove forme di comunicazione,di conoscenza e,quindi,di cultura utilizza "molti media", cioè suono, grafica, scritti, voce,filmati, disegni animati,provenienti da tre mondi diversi: l'informatico, l' editoriale e il televisivo.
Pertanto, le nuove forme di comunicazione e,quindi,di cultura non possono prescindere dai sistemi tecnologici integrati, in cui interagiscono "insiemi di elementi integrati".
Del resto l'ingresso in casa degli elettrodomestici ha rivoluzionato la nostra quotidianità ed ora non possiamo più farne a meno. Analogamente si potrà dire della cultura futura trasformata dalle tecnologie multimediali.
I due campi che maggiormente ci interessano,in questa sede, sono quello dell' informazione e l'altro della formazione. Si badi che quando parlo di informazione non alludo al mondo dei giornali, della radio e della televisione, ma a qualsiasi fonte che eroga dati,notizie, che vengono poi manipolati per creare nuovi e più completi dati e notizie successive, che danno luogo all'informazione cognitiva, che,a sua volta, genera conoscenza e, quindi, nuova cultura.
Per quanto riguarda l'informazione,le nuove forme di comunicazione multimediale consentono maggiore autonomia di scelta con conseguente mancanza di condizionamenti. Prendiamo, ad esempio, un POI (acronimo di Point Of Information) di una stazione ferroviaria: ognuno, con la massima tranquillità, è libero di dialogare con una stazione multimediale per chiedere notizie e stamparsele ovvero farsi il biglietto senza dovere mettersi in coda e senza dovere spiegare l'itinerario da percorrere a stanchi sportellisti.
Invece,per quanto attiene la formazione,i simulatori di volo per addestrare i piloti (anticipazione di realtà virtuale) ne sono un classico esempio,ma anche i videogiochi, che servono a sviluppare capacità, intelligenza, skill personale.
II.INFORMAZIONE
Per comprendere a fondo la rivoluzione avvenuta nel mondo dell'informazione, intesa come principio di conoscenza, come dianzi accennato, pensiamo per un attimo di avere un archivio di immagini, fisse o in movimento,foto e filmati, e di volerne una in particolare.
Si può accedere a quel tipo di informazione in due modi diversi:secondo una modalità sequenziale, grazie alla quale siamo obbligati a percorrere la sequenza di tutte le informazioni (in questo caso immagini)memorizzate, fino a quando non arriviamo a quella che ci interessa. Questo si chiama "accesso sequenziale".
Ma si può anche utilizzare un altra modalità,quella random,cioè casuale.
Infatti, si può andare a colpo sicuro,estraendo subito ciò che ci interessa. Questa differenza mette l' utente in condizione di risparmiare tempo,di velocizzare la ricerca e di utilizzare le possibilità offerte dalle tecnologie multimediali, con supporti di ridotte dimensioni, come un CD ROM, che dànno la possibilità di accedere a singoli elementi memorizzati in modo random, quindi in frazioni di secondo, pescando informazioni visive e sonore.
Si tratta di una vera e propria rivoluzione,che utilizza le memorie di massa.
Attualmente sono disponibili diversi tipi di memorie di massa ottiche:
- VD = Video Disk
- CD ROM = Compact Disk Read Only Memory
- CD RW = Compact Disk Rewritable
- CD-I= Compact Disk Interactive
- DVI = Digital Visual Interactive
- DVD= Digital Versatile (Video) Disk
- WD= Worm Disk (Write Once Read many)
Vi sono anche le memorie di massa magnetiche dell'ultima generazione come l' HD estraibile (Hard Disk), sul quale è possibile memorizzare immagini digitalizzate, disegni e animazioni e trasportarle da un PC all' altro.
Le pratiche applicazioni quotidiane ci mostrano: POI (Point Of Information) e POS (Point of Sale): Bancomat, Informatutto, Prenotazioni, Pagamenti, Viaggi sui TGV francesi, alcuni punti turistici in Italia.
Un altro importante passo avanti è costituito dal touch screen o schermo tattile, che consente di accedere a numerose informazioni presso Enti pubblici di vario tipo, compreso i musei (per esempio, il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano).
Esempi di POI veramente molto utili e innovativi sono rappresentati da ACQUARIUS e SAIU, il primo dell'INPS, il secondo dell'INAIL, presentati anche nei Saloni nazionali. Per esperienza indiretta di gestione e manutenzione posso parlare del SAIU, in funzione da quattro anni.
Il SAIU (Servizio Assistenza Informazione Utenti), comunemente chiamato Informatutto si trova presso tutte le sedi INAIL a disposizione del pubblico. E' costituito da un supporto informatico a modalità "touch screen", i cui programmi sono quotidianamente aggiornati sia via telematica (direttamente dal Servizio per la Consulenza Informatica centrale dell'INAIL di Roma) sia dai Funzionari informatici presenti in sede.
L'utente deve seguire le istruzioni che compaiono di volta in volta sullo schermo e deve essere munito del suo badge personale magnetico (cioè il tesserino del codice fiscale) per le richieste di natura previdenziale (archivio nazionale INPS) o di natura fiscale (Anagrafe tributaria, Ministero Finanze).
Ovviamente sono disponibili anche le informazioni di natura assicurativa sulle aziende assicurate con l'INAIL e le informazioni su infortuni,malattie professionali,rendite e disposizioni di legge,sempre aggiornate con "Notizie Flash".
Per l'utenza INAIL, oltre al codice fiscale, bisogna essere in possesso di un numero in codice che identifica la singola azienda assicurata. Le informazioni apparse a video possono essere stampate e rappresentano un documento ufficiale di riscontro.
La comodità di tutta l'operazione è rappresentata dal fatto che non c'è assolutamente bisogno di riferirsi agli sportelli e il cittadino utente può sbrigare tutto da solo, con riscontro di documentazione cartacea avente valore ufficiale.
Le applicazioni delle nuove tecnologie,servendosi della multimedialità,riescono a risolvere problemi per i quali fino a ieri occorrevano richieste e accessi negli uffici di più Enti.
III.FORMAZIONE
Ogni progetto di formazione interattiva ha bisogno del supporto della risorsa umana. Pertanto, prima di investire e programmare in formazione multimediale, sarà necessario avere a disposizione la risorsa umana adeguata, che è rappresentata dal "Formatore multimediale", che è figura molto diversa dai formatori tradizionali.
Il ruolo dei formatori multimediali si può,a sua volta,scomporre in tre diverse figure professionali:
- 1.Project-leader o formatore di base, con competenze minime;
- 2.Docente, quando trasmette un particolare gruppo di contenuti;
- 3.Gestore, quando ha rapporti con la committenza e l'utenza e, quindi, progetta, coordina e verifica gli iter formativi;
- 4.Metodologo-processista, quando supporta i docenti specialisti con attenzione ai processi di apprendimento e quindi alle metodologie
E' proprio quest'ultima figura professionale che configura il nostro Formatore multimediale. Costui,infatti, dovrà sviluppare tecniche specifiche per le differenti fasi dell' iter formativo (analisi dei bisogni, progettazione, valutazione dei risultati); gestire le metodologie didattiche in supporto agli specialisti di contenuto;conoscere le potenzialità e le opportunità che le nuove tecnologie mettono a disposizione.
A questo punto possiamo dire di avere individuato la nuova figura professionale di "Operatore tecnologico della formazione e comunicazione", cioè della formazione multimediale interattiva.
L' utilizzo delle nuove tecnologie nella formazione e ancor più la sinergia tra più "media" in pacchetti integrati richiede, per la loro produzione,operatori tecnologici appositamente preparati, ma anche, per la loro corretta somministrazione,una nuova cultura della formazione e della comunicazione in tutte le cosiddette organizzazioni complesse.
Attualmente la formazione sta diventando sempre più un momento costitutivo dell'ambiente di lavoro, voce costante di tutti i budget di aziende che si rispettino, perché la formazione è permanente e ricorrente,"training on the job", come suol dirsi, e non più momento particolare, staccato da tutto il contesto produttivo. Allo scopo sono stati creati appositi programmi di formazione "pacchettizzati".
Sono due i punti fondamentali toccati da questa svolta: le risorse impiegate nella progettazione di questi pacchetti (che investono prevalentemente l'aspetto economico) e il ruolo assunto dal formatore nella loro installazione,configurazione e messa in produzione.
Gli studi e le applicazioni statunitensi ci parlano di un Facilitatore - Pacchetto/Utenti:il formatore - facilitatore è colui che deve "facilitare" l'assunzione del pacchetto agli utenti, perché, conoscendo globalmente il prodotto (e anche i suoi limiti e capacità), sa gestirlo al meglio dal punto di vista tecnico. La sua professionalità sarà impegnata nell'applicazione pratica e rigorosa delle procedure di gestione del programma di formazione pacchettizzato.
Quindi tutto il know how, cioè il sapere, dei formatori metodologi - processisti deve essere impiegato per capire il modo in cui il programma dovrà essere erogato dai formatori - facilitatori, che, a loro volta, dovranno fungere da tramite per agevolare l'apprendimento del pacchetto di formazione in azienda.
Il discorso potrebbe continuare,ma andrebbe a sconfinare nell'ambito di altre discipline, mentre per noi è sufficiente dare uno sguardo d'insieme per conoscere i cambiamenti culturali indotti dall' impiego delle nuove tecnologie.
A questo punto ritengo non inutile presentare una panoramica della evoluzione storico/scientifica di quelle che ora noi tutti chiamiamo "nuove tecnologie",partendo dalle prime e ormai remote scoperte, che attualmente,integrandosi e interagendo tra loro,ci danno la possibilità di "multimedializzare".
IV.IL CAMMINO DEI MEDIA FINO AD OGGI
Nel 1838 Samuel Morse,negli USA,mise a punto il telegrafo elettrico e il Codice che porta il suo nome: nel 1854 la rete telegrafica già si estendeva per 37mila km.
Nel 1876 negli USA la Bell Telephone Company brevettò il nuovo procedimento di trasmissione dei suoni attraverso un apparecchio telefonico, la cui paternità fu contestata all' italiano Antonio Meucci[1] . Nel 1879 i telefoni in funzione erano già 25mila.
Nel 1877 l'americano Thomas Alva Edison inventò il primo apparecchio in grado di registrare e riprodurre il suono.
Nel 1895 il francese Louis Lumière presentò la prima pellicola cinematografica.
Nel 1896 l'italiano Guglielmo Marconi trasmise il primo messaggio su onde hertziane a una distanza di parecchie centinaia di metri.
Nel 1915 voci umane attraversano l'Atlantico, con un apparecchio radio, tra Arlington in USA e la Torre Eiffel di Parigi.
Nel 1920 abbiamo il cinema sonoro, ma è solo nel 1927 che prende piede con il film "Il cantante di jazz" con Al Johnson.
Nel 1926 al Royal Institute di Londra lo scozzese John Band mostra le prime immagini televisive.
Nel 1935 la Società tedesca AEG mette a punto il principio del magnetismo permanente per consentire la registrazione di suoni su una banda di plastica.
Nel 1940 nell' Università dello Jowa viene costruito il primo calcolatore binario. Ne è inventore il fisico John Vincent Atanasoff, scomparso nel 1995, dopo essersi vista riconosciuta tale paternità ufficialmente dal governo USA.
Nel 1943, in piena guerra mondiale, il fisico americano Howard Alken costruisce "Mark1", una gigantesca macchina calcolatrice elettromagnetica con 800 km di cavi, capace di trattare 23 cifre in 3 decimi di secondo.
Nel 1945 la matematica americana Grace Murray Hopper scopre un insetto che blocca i circuiti di Mark1 e inventa il termine "Bug" (in inglese=insetto) per indicare tutto ciò che provoca guasti al computer.
Ma è solo nel 1946 che viene alla luce il primo rudimentale computer:pesa 27 tonnellate e misura 24 metri di lunghezza, messo a punto dalla ENIAC (Electronic Numerical Integrator and Computer) per l'Esercito americano,grazie agli studi di John W.Mauctmy e Prosper Eckert.
Nel 1947 nei Laboratori Bell in USA John Bardeen, Walter Brattain e William Shockly inventano un semiconduttore elettrico, il transistor,che rivoluziona l'elettronica.
Nel 1953 la IBM (International Business Machine) americana commercializza i computer della serie 650, di media taglia, a un prezzo accessibile.
Nel 1954 l'americano Earl Masterson perfeziona una stampante in grado di stampare 600 linee al minuto.
Anche il transistor subisce un' evoluzione:grazie a Gordon Teal, della Texas Instruments, che nel 1954 utilizza il silicio: viene così abbandonato il germanio, troppo raro e costoso.
Ancora la IBM,nel 1955,mette a punto la prima banca dati,la SABRE (Semi Automatic Business Related Environment), che collega 100 telescriventi della compagnia aerea American Airlines.
Un giornale giapponese, Asahi Shimbun, nel 1956 utilizza, per la prima volta, la trasmissione a lunga distanza per fax,mentre la AMPEX inventa una macchina in grado di registrare per magnetismo un segnale televisivo su una banda magnetica.
E' nel 1957, grazie al perfezionamento apportato dall'americano John Bakus, che il linguaggio Fortran (Formula Translating System) diventa molto più semplice e meno noioso rispetto ai sistemi di codici informatici impiegati fino ad allora.
Ma è nel 1958 che abbiamo tre scoperte sensazionali: il Laser, il Modem, il Chip elettronico:
- a.Laser (Light Amplification by Simulated Emission of Radiation) viene messo a punto dagli americani Charles Townes della Columbia University e Arthur Schwallow dei Laboratori Bell, che ottengono un fascio luminoso in grado di trasmettere una quantità eccezionale di informazioni;
- b.Il Modem è frutto delle ricerche della Bell Company, che crea il "dataphone" che consente a due computer di dialogare tra loro utilizzando le linee telefoniche tradizionali;
- c.Il Chip elettronico è frutto delle ricerche dell' ing. Jack St.Claar Kilby, della Texas Instruments, che unisce diversi transistor a circuito integrato su un solo semiconduttore.
Nel 1960 l'americano Ken Olsen costruisce il primo minicomputer PDP1 (Programmed Data Processor). Per la sua taglia compatta,la sua leggerezza, il suo prezzo contenuto il PDP rappresenta una vera rivoluzione nell' informatica.
In seguito Olsen fonderà la Digital Computer
[1]Gli Usa ammettono: Meucci è l’inventore del telefono. Washington, dopo 113 anni la Camera riabilita l’immigrato fiorentino:non aveva i soldi per pagare il brevetto (vedi l’articolo pubblicato domenica 16 giugno 2002 sul Corriere della Sera da Ennio Caretto, a seguito della risoluzione dell' 11 giugno del 2002 del Congresso degli Stati Uniti d'America (Nota di aggiornamento dell’autore).
Compaiono i primi giochi informatici:l'americano Marvin Minsky, del Massachuttes Institute of Technology, crea il primo gioco di battaglia spaziale simulata. Una leva, chiamata joystick, permette di manovrare gli ordigni spaziali su uno schermo.
Nel 1962 un satellite americano, il Telstar, rilancia dei segnali di comunicazione tra gli USA e l' Europa.
Nel 1963 l'americano Paul Gregg perfeziona un disco in grado di immagazzinare diversi minuti di immagini animate. Nel 1965 nasce il Video-Disco.
Viene lanciato il primo satellite internazionale in orbita geostazionaria dall' americana Constat, l' Early Bird.
Nel 1969 il Ministero della Difesa americano mette in servizio l'antenato di Internet (di cui diremo dopo), una rete informatica militare chiamata ARPA (Advanced Research Project Agency).
Nel 1970 inizia l'era dei microprocessori. La INTEL americana mette a punto, grazie a Federico Faggin[1] , il microprocessore,detto anche chip (in inglese=scheggia, frammento), visto che ha un diametro di soli 5 mm in cui riesce a raccogliere una quantità di componenti che prima necessitava di una superficie di almeno 2 mq.
Nel 1973 fa la sua comparsa il disco magnetico, concepito inizialmente per computer di taglia media,affidabile e a buon mercato.
Arriva nel 1975 la penna elettrica,electric pencil, grazie all'americano Michael Strayer. Si tratta del primo software di trattamento dei testi per microcomputer.
Nel 1975 nasce il Basic,grazie agli americani Paul Allen e Bill Gates. Il Basic è un linguaggio per i primi computer e giocherà un ruolo chiave nello sviluppo della microinformatica. Nasce anche la Microsoft.
E' nel 1977 che arrivano i primi PC. Dopo aver fondato la APPLE nel 1976, gli americani Steve Jobs e Stephen Wozniak progettano i familiari Apple II che conosceranno un grande successo di pubblico.
Il futuro vice presidente americano, Al Gore, nel 1978 conia la dizione "autostrade dell' informazione".
Nel 1979 abbiamo il primo servizio "on line" per 1200 abbonati a Compuserve, che propone i seguenti servizi: posta elettronica e data base.
Nel 1980 Akio Morita e la Sony mettono a punto il walkman, che presto conquisterà tanti giovani. E' in quest'anno che il FAX, in uso sotto diverse forme fin dall'inizio del secolo, viene standardizzato a livelli internazionali.
L'americano Ted Turner[2] in quell'anno lancia Cable News Network, CNN, la prima catena che copre l'attualità del mondo intero in tempo reale, 24 ore su 24.
Nel 1981 la IBM commissiona un sistema operativo alla Microsoft, battezzato MS-DOS (Micro Soft Disc Operating System), che in breve tempo diventa lo standard internazionale per i PC. Nello stesso anno IBM lancia il PC, Personal Computer, per rispondere alla sfida del microcomputer. La SINCLAIR ZX 81, grazie a Clive Sinclair ,inizia la costruzione di un home - computer dotato di uno schermo televisivo come monitor.
Il Ministero delle Telecomunicazioni francese nel 1981 lancia i primi esemplari del MINITEL, un annuario elettronico di servizio interattivo, accessibile da casa o dall'ufficio. Nello stesso anno l' inglese Adam Osborne[3] inventa un computer che non pesa più di 11 kg. Lui fallisce, ma la sua idea andrà lontano, perché è l'antesignana del PC portatile.
Nel 1982 l'olandese PHILIPS e la giapponese SONY fanno un accordo per definire la normativa di un disco audio letto da un laser, il COMPACT DISC, che va a sostituire il disco vinilico.
Nel 1983 la Società americana AT&T crea il primo servizio al mondo di telefonia cellulare. Philips e Sony ancora, nel 1984, lanciano il CD-ROM (Compact Disc Read Only Memory), in grado di immagazzinare 540 milioni di segnali,equivalenti a 250mila pagine di testo!
Si sviluppano i primi videogiochi su vasta scala, grazie alla ditta giapponese NINTENDO, già numero uno mondiale del settore, che lancia il suo primo gioco informatico.
La Apple rivoluziona il mondo dei PC con il suo Macintosh, piccolo, potente ed estremamente maneggevole, con i suoi menu raccolti in finestre e uno schermo ad alta risoluzione.
Nel 1985 Bill Gates[4] , fondatore della Microsoft, mette a punto l' interfaccia utente WINDOWS. Nello stesso anno l'americana ZENITH commercializza lo schermo tattile (touch screen, di cui abbiamo già accennato), sensibile al tocco delle dita di una mano che sceglie tra le diverse opzioni offerte dallo schermo. Il prodotto troverà largo impiego specialmente nei luoghi pubblici, banche e stazioni.
Il VIRUS fa la sua comparsa nel 1988, quando un programmatore per negligenza lo crea bloccando 6200 terminali Internet.
Nel 1989 un informatico inglese, Tim Berners-Lee[5] , in servizio presso il CERN (Centro Europeo Ricerche nucleari) di Ginevra, sviluppa il World Wide Web (letteralmente, "ragnatelamondiale") ovvero l' interfaccia ipertestuale per facilitare l'accesso a Internet.
I Giapponesi mettono sul mercato,nel 1990,il primo televisore ad alta definizione con uno schermo formato 16x9 a 1125 linee.
Nel 1991 Philips e Kodak lanciano il Photo-CD: sono fotografie prese da una pellicola tradizionale trasformate sotto forma numerica e immagazzinate su disco, come per il CD audio.
Nello stesso anno Philips e Sony lanciano il Compact Disc Interattivo,CD-I, che può essere utilizzato per giochi e programmi, educativi e culturali. Il prodotto è subito bene accolto dal pubblico. La Apple comincia a commercializzare il Power-Book.I n tal modo il PC portatile diventa uno strumento personalizzato molto maneggevole. Apple,IBM e MOTOROLA annunciano nel 1991 che insieme metteranno a punto un microprocessore compatibile con il SW per Macintosh e IBM.
L' Europa crea nel 1992 la prima norma numerica per il telefono mobile,c hiamata GSM (Global Systemfor Mobil Communication).
Apple lancia un computer con funzioni di micro-computer, televisore e lettore di CD-Audio in un unico apparecchio. La Macintosh Tv può essere utilizzata a casa o all'università.
E arriva anche l'era del PENTIUM, lanciato da Intel.Si tratta di un microprocessore a 64 bit,con la capacità di poter elaborare immagini animate di qualità video, in tempo reale, su un PC.
Nel 1994 IBM,Dragon System e Philips lavorano ognuno per proprio conto alla messa a punto del riconoscimento vocale da parte di un PC in grado di eseguire un dettato.
La TIME WARNER americana vara la prima rete numerica e interattiva a Orlando in Florida. La rete di servizi completi permette ai suoi utenti di scegliere in una vasta gamma di divertimenti e altri servizi.
Che cosa ci riserva il futuro?
Concludendo, è doveroso un cenno su Internet.
V.INTERNET
Il Protocollo Internet nacque negli anni '60 da una ricerca condotta dal Dipartimento della Difesa USA sulle reti di comunicazione che potessero sopravvivere a una parziale distruzione in caso di guerra nucleare.
Poi risultò utile per collegare ogni tipo di PC e fu adattato alla ricerca industriale e alle università negli anni '70.
Internet è costituito da una rete di PC legati tra loro da reti telefoniche, satellitari, a fibre ottiche mediante MODEM.
Attualmente questa "comunità virtuale" è composta da oltre 40 milioni di utenti che possono accedere a numerosi "nodi": quello universitario,quello governativo, quello commerciale, etc.; inoltre, si può comunicare tra utenti con scambio di messaggi e informazioni e organizzare anche discussioni sui più svariati temi.
Le autostrade informatiche (in inglese=electronics highways) dovranno mettere in comunicazione tutti con tutti e, con i sistemi attuali, saranno molto costose per gli utenti.
Per abbatterne i costi, annullarli addirittura, si dovrebbe usare l'etere, attraverso i satelliti, eliminando le reti telefoniche monopolistiche. Si pagherebbe un canone, come per la TV; utilizzando, nei diversi momenti della giornata, il nuovo apparecchio televisivo (munito di tastiera informatica), come un qualsiasi altro strumento telematico interattivo, per loisirs, hobbies, professionale, etc.
Al momento, però, nulla appare più lontano.
VI.LE PERIFERICHE MULTIMEDIALI
Innanzitutto,alla base di tutta la multimedialità, oltre a dei concetti puramente teorici, vi sono delle componenti hardware che sono la base della multimedialità stessa.
Come primo componente possiamo considerare la scheda audio.
La scheda audio, chiamata anche adattatore audio, ha fatto la sua comparsa nei PC del tipo IBM compatibili, intorno al 1988, con la scheda chiamata Soundblaster prodotta dalla Creative di Singapore.
Prima di questa scheda erano già disponibili delle schede audio per computer, ma erano per lo più di tipo professionale, con costi elevati,e disponibili per altri tipi di computer (Mac, Amiga, ecc.).
La Soundblaster diviene quindi standard di riferimento per tutte le schede audio che sarebbero state di lì a poco introdotte sul mercato informatico.
Vediamo però le caratteristiche di massima di questa scheda.
In primo luogo vi è la presenza di un modulo di acquisizione audio che permette il campionamento del suono in forma digitale, ovvero converte il suono reale in file di dati aventi frequenza di campionamento variabile da 11 a 44 Khz e con dimensione a 8 o 16 bit.
Naturalmente la frequenza di campionamento determina la qualità del suono: campionare un suono a 44 Khz 16 bit vuol dire creare dei suoni con la qualità del CD audio, a 22 Khz 8 bit sono suoni simili a quelli di una radio in FM, a 11 Khz il suono assomiglia a quelli di una radio in AM.
Questi dati una volta acquisiti possono essere eseguiti dallo stesso modulo il quale, attraverso gli altoparlanti del PC, potrà farci sentire,come un registratore digitale, i suoni precedentemente campionati.
Un secondo modulo, altrettanto importante, è presente su questa scheda:il processore per la musica sintetizzata.
In origine era l' OPL2 Yamaha, in seguito subentrò l' OPL3.
Questi erano veri e propri chip sintetizzatori FM che eseguivano le musiche MIDI, modulando le frequenze ed ottenendo così dei suoni(non proprio gradevoli) da "musica elettronica".
In seguito la tecnologia Wave Table ha soppiantato questo tipo di chip, poiché il punto di forza è la "traccia campionata" di ogni singolo strumento,quindi la riproduzione degli strumenti musicali, durante l'esecuzione di brani midi, si riferisce a suoni quasi reali.
Infine vi è la porta MIDI (Musical Instrument Digital Interface), la quale permette la connessione sia del joystick che delle periferiche rispondenti allo standard MIDI (tastiere elettroniche, sintetizzatori, pianoforti, ecc.).
Un altro componente, altrettanto importante,è il CD Rom (Compact Disk Read Only Memory), il quale ha dato notevole impulso alla multimedialità:in primo luogo la sua capacità ha permesso di poter trasportare sia filmati che suoni su di un supporto di memorizzazione, inoltre la flessibilità nel poter ospitare, oltre ai già citati video ed audio, anche testo ed immagini fisse (fotografie, disegni).
Il CD Rom ha una capacità nominale che varia da 650 a 680 Mbyte di capacità di immagazzinamento dati pari a 74 minuti di musica.
I CD Rom non sono scrivibili dall'unità apposita, per questo scopo vi sono 2 altri tipi di CD:i CDR (CD Recordable)e i CD RW (CD Rewritable), i primi prevedono solo 1 ciclo di scrittura, i secondi possono essere cancellati e scritti fino a 1000 volte.
Altro parametro da tenere a mente, che ingenera confusione nell'utente medio, è la velocità di lettura: normalmente sul lettore troviamo (nei modelli più recenti) la sigla 24x o 32x, questa non ha nulla di misterioso se la analizziamo considerando altri parametri sconosciuti ai più.
All'inizio, i primi lettori di CD Rom ,rispondenti alle raccomandazioni MPC1 (Multimedia Personal Computer) erano certificati a 150 Kbyte/sec come transfert rate (velocità di trasferimento), in seguito la comparsa di esigenze maggiori e l'introduzione del MPC2 portò all'introduzione dei CD Rom 2x ovvero 150x2=300 Kb/sec.
Ne consegue quindi che un odierno lettore di CD rom,a 32x, abbia una velocità di trasferimento pari a 4800 Kbytes/sec (32x150).
Un' altra periferica è la scheda di acquisizione video: questa periferica, a differenza di quelle precedentemente elencate, non è di larga diffusione e il suo uso prevede sempre delle conoscenze ben superiori al livello medio dell'utenza.
Vediamo però in dettaglio cosa può fare una scheda di questo genere.
Innanzitutto ha la caratteristica di poter catturare singoli frames (fotogrammi) di un filmato e di poterli quindi salvare sul disco fisso del PC.
La stessa procedura dicasi per la cattura delle sequenze video: la scheda può acquisire sequenze filmate e salvarle sotto forma di filmato digitale con o senza audio,s ul nostro disco fisso.
Però vi sono da definire 3 parametri molto importanti:
- la dimensione dei frames
- il numero di frames al secondo
- e la presenza della traccia audio.
La dimensione del frame, com’é ovvio, determina la quantità di memoria necessaria per il salvataggio sul disco fisso di ogni singolo fotogramma.
Nel formato AVI (Video for Windows) non si oltrepassa la dimensione dei 340x268 pixel per la definizione del quadro video poiché il formato stesso della codifica ha difficoltà a gestire formati superiori. Di solito il campionamento, a dimensione video più grande, avviene tramite hardware di tipo M-JPEG con possibilità di compressione istantanea del video e la gestione di formati pari a 640x480 o, nell’hardware più sofisticato, a 800x600 pixel.
Naturalmente la codifica di un tale riquadro video è prevista solo nel M-peg1 e nel M-peg2, formato, quest’ultimo, utilizzato nella cosiddetta TV digitale.
Altrettanto importante è il numero di frames al secondo: 15 frames/sec,velocità più che buona per un uso non professionale del video digitale oppure 24 frames/sec,ovvero la velocità usata nell’acquisizione del video per montaggi professionali.
Infine la presenza della Traccia audio.
La traccia audio può essere registrata assieme al video che si vuole acquisire oppure può essere registrata in sessione separata per poi essere “incollata” con il video, naturalmente sincronizzando il tutto.
La traccia audio, a seconda della qualità che gli si vuole dare, avrà una dimensione tanto più grande quanto più grande sarà frequenza di campionamento a 44KHz 16 bit avrà dimensioni tali da essere ingombrante quanto il video, quindi sarà necessario, se non si utilizzano apparecchiature di tipo broadcast (per montaggi video ad uso televisivo), stare molto al di sotto di questo valore.
Tutto ciò determina che il PC che è destinato a questo scopo deve essere innanzitutto equipaggiato con:
- molta memoria RAM
- dischi fissi molto capienti e veloci(nei casi estremi ci vogliono dei dischi SCSI di tipo AV)
- hardware di compressione del video(solitamente M-peg o M-Jpeg).
Tutto ciò, allo stato attuale, rende ancora inaccessibile ai più questo settore, non è escluso però che la diffusione delle telecamere digitali potrà influire non poco alla sua diffusione anche tra l’utenza media non professionista.
Un’altra periferica che non si può definire multimediale, ma che al contrario da un contributo non indifferente alla multimedialità è lo scanner. Solitamente questa periferica è poco sfruttata nelle sue potenzialità e le molteplici opportunità che offre sono a dir poco notevoli.
In primo luogo lo scanner altro non è che un lettore ottico, di tipo a stato solido, solitamente un CCD accoppiato ad una lampada a catodo freddo (molto simile ad un tubo al neon) che possiede una temperatura di colore molto elevata.
Questo dispositivo, di forma lineare, è montato su di 2 pulegge che scorrono su 2 rotaie parallele.
Un motore elettrico provvede allo spostamento del sistema tramite un sistema di trasmissione meccanica (solitamente a fune metallica) ed un encoder (dispositivo che legge gli spostamenti) garantisce la precisione degli spostamenti e dell’ acquisizione.
Il principio di funzionamento è il seguente: introdotto il documento cartaceo sul vetro e coperto questo con la protezione mobile,lo scanner è pronto all’uso.
Dando gli opportuni comandi,di cui parlerò in seguito, il gruppo ottico di lettura esegue la scansione del documento una linea per volta fino a quando tutto il documento non è acquisito totalmente.
Tutti i dati letti (immagini) dalla testina vengono inviati ad una interfaccia che li traduce in dati di tipo digitale e li invia quindi al Computer tramite un cavo. Il computer riceve i dati in memoria e subito li scarica nel disco fisso.
Ad operazione avvenuta il nostro documento, sia esso una foto od un testo, sarà disponibile come file nel disco fisso del nostro PC.
VII.MODALITA’ DI UTILIZZO DELLO SCANNER
L’utente con uno scanner può trovarsi a dover acquisire 2 tipologie di documenti:testo o immagini.
Quello che l’utente però deve conoscere è la risoluzione.
La risoluzione dello scanner è ben diversa da quella del video, infatti la si misura in dpi (dot per inch) ovvero punti per pollice.
Questo tipo di risoluzione è compatibile con le stampanti, le quali operano proprio con questi parametri di riferimento.
Quindi quando viene eseguita una scansione,si deve prevedere che il documento acquisito sia compatibile con il tipo di output di stampa,ovvero la risoluzione alla quale si cattura l’ immagine deve essere uguale o minore alla risoluzione di stampa.
Ciò perché una risoluzione maggiore,oltre a generare file di grosse dimensioni,non sarebbe sfruttata da una periferica di stampa che non la può supportare:un file acquisito a 1200 dpi non viene stampato con la medesima risoluzione su una stampante a 600 dpi.
Altro parametro che si deve conoscere è l’ interpolazione.
Questo parametro è molto importante poiché si deve distinguere tra la risoluzione reale (ottica) e risoluzione interpolata (calcolata tramite algoritmi). La prima è sempre inferiore alla seconda: uno scanner con una risoluzione ottica pari a 600x300 dpi può avere una risoluzione interpolata pari a 4800 dpi.
L’ operazione di scansione prevede sempre, nell’uso di scanner piani formato A4, il posizionamento del documento cartaceo sul piano di acquisizione e l’ esecuzione del software di cattura.
Normalmente il software in questione è presente sul PC poiché installato all’ atto della configurazione dello scanner. Per poter accedere a questo software(solitamente un driver TWAIN) occorre lanciare un programma di grafica .Nel nostro caso mandiamo in esecuzione il programma Corel Photopaint, un programma per il foto-ritocco.Dal menu file cerchiamo l’opzione acquisizione immagine ed il comando acquisisci. Da qui viene messa in primo piano una finestra di dialogo con a sinistra i parametri da regolare ed a destra l’ area di visualizzazione.
In primo luogo si esegue sempre l’anteprima della scansione, questa operazione serve a localizzare il documento in tutte le sue dimensioni così come appare allo scanner.
In seguito con lo strumento rettangolo di selezione, si delimita l’ area che vogliamo digitalizzare con lo scanner.
A questo punto si dovranno regolare 3 parametri fondamentali:
- colori dell’ immagine
- risoluzione di acquisizione
- fattore di interpolazione
Questi tre parametri determinano quindi la grandezza complessiva dell’immagine, grandezza che viene calcolata in anteprima nella finestra di selezione.
Mandando in esecuzione la scansione, l’ acquisizione dell’immagine sarà eseguita con i parametri impostati in precedenza. Il file che viene creato si potrà quindi salvare con il nome che si vuole ed il formato più opportuno.
VIII.COME FUNZIONA LA SCHEDA DI ACQUISIZIONE VIDEO
Nel nostro caso prendiamo in considerazione una scheda di acquisizione video di produzione tedesca: la Movie Machine Pro.
Questa scheda fornisce molteplici funzioni all’ utente il quale può operare da diversi input e generare file od ulteriori output. Di preciso la scheda in questione dispone di:
- un tuner TV(sintonizzatore Televisivo) con il quale si può sintonizzare i canali della televisione sul proprio PC e visionarli tramite monitor;
- un ingresso in radiofrequenza (connettore antenna TV);
- 2 ingressi in videocomposito per segnali video provenienti da videoregistratore o telecamera in standard PAL o NTSC;
- 1 uscita in videocomposito per il segnale elaborato dal mixer video;
- una sezione HW per la gestione delle immagini (cattura immagini fisse ed in movimento);
- una sezione HW per la gestione dell’audio.
La scheda può funzionare sia sotto l’interfaccia utente di Windows 3.11 che sotto il sistema operativo Windows 95.
Vediamo ora come si opera nel suo utilizzo di questa periferica.
A corredo di questa scheda vi sono diversi programmi per pilotarla, nel nostro caso vediamo come funziona uno di essi: movie tv.
Mandando in esecuzione l’ icona Movie TV, la scheda viene messa in funzione ed attiva sia i 2 ingressi in videocomposito che la sezione Tuner TV.Se si deve usare la sezione tv, ed è la prima volta che si usa la scheda, occorre selezionare l’opzione tv-stations. Questa opzione serve per la sintonizzazione dei canali TV, infatti se si preme il pulsante scan, il tuner esegue la ricerca delle emittenti televisive nelle bande previste e le memorizza secondo l’ ordine di canale.
Una volta eseguita la ricerca, basterà posizionarsi sul canale prescelto e visualizzarne le immagini sulla finestra del programma.
Per la cattura delle immagini fisse vi è l’opzione di stop: premendo un pulsante a forma di semaforo, l’ immagine che si vede in quell’istante viene come “congelata” e conservata nella memoria video. In seguito,se si vuole salvarla, si utilizzerà l’opzione save image, che permetterà di salvare l’immagine sul disco nel formato che più ci piace.
Altro discorso è la cattura di intere sequenze video, in questo caso ci dobbiamo servire di un altro programma: video for windows
Con questo programma si possono catturare sequenze filmate con o senza audio. Mandando in esecuzione il programma, si apre una finestra con al centro un’altra finestra, la cosiddetta “finestra di cattura”.
Operando sul menu si seleziona l’opzione video format: questa opzione definisce la risoluzione alla quale vogliamo catturare i fotogrammi, solitamente le misure standard sono 160x120 o 320x240 pixel.
Altra opzione importante è video source: questa opzione seleziona la sorgente dalla quale si deve prelevare il segnale,se il tuner TV od i 2 ingressi in videocomposito.
In seguito si seleziona l’opzione capture video. Si seleziona quindi il numero di frames al secondo, la presenza o no dell’ audio, e la modalità di cattura del video: direttamente in memoria o sul disco. In seguito il programma richiede un “file di servizio” per la cattura del filmato.
La creazione di questo file può essere definita dall’utente sia nella dimensione (solitamente 60 Mbyte) che nella localizzazione (unità a disco di destinazione).
Naturalmente la dimensione iniziale del file può essere abbondantemente superata quando la dimensione del file di cattura richiede ulteriore spazio.
La cattura del video può quindi iniziare quando le precedenti condizioni sono state soddisfatte, premendo capture video e selezionando ok,la cattura dei frames avrà inizio. In seguito, per bloccare l’acquisizione,si dovrà premere il tasto esc della tastiera e l’ acquisizione avrà termine.
Il passo successivo è la ricompressione:con il comando save captured video as si salva il video catturato e lo si comprime. La compressione è necessaria poiché, oltre a definire le caratteristiche di massima del filmato, ne determina la dimensione. Si può ridurre tranquillamente un file di cattura di 60 MB in un file di 1 solo MB, risparmiando prezioso spazio su disco e rendendo così possibile il trasporto del filmato stesso.
Normalmente si può scegliere tra molteplici codec (algoritmi di compressione)uno di questi è il cinepack.
Regolando opportunamente il fattore di compressione al 75% della qualità si ottiene,in fase di salvataggio,un file video di qualità più che soddisfacente e con dimensioni più che contenute.
Naturalmente la compressione del filmato richiederà un tempo proporzionale alle prestazioni del sistema:un pentium eseguirà la compressione del filmato in tempi più brevi rispetto ad una macchina 486, quindi per eseguire operazioni del genere è bene orientarsi su macchine del 1° tipo.
IX.INTRODUZIONE ALLA TELEMATICA
Finora abbiamo visto una panoramica sulle possibilità del PC in ambito multimediale, possibilità molto grandi ed in continua espansione:viene però,ad un certo punto, la necessità di dover trasmettere i dati creati con queste periferiche o di doverli ricevere. in questo caso si deve ricorrere al supporto della TELEMATICA.
La telematica altro non è che l’unione delle TELEcomunicazioni con l’ inforMATICA.
Naturalmente i componenti hardware principali,essenziali per collegare un PC con il mondo esterno, sono le porte seriali ed il modem.
IX.IL'INTERFACCIAMENTO DEL RS-232 CON IL MODEM
In tutti i casi in cui si deve connettere il computer ad un dispositivo di comunicazione, a meno che non si abbia una "scheda dedicata" da mettere all'interno degli slot di espansione del computer, l'utente deve avere a che fare con la cosiddetta porta seriale, che altri non è che la RS-232C (vedi alle pp.45-46, Fig.1 - RS232, da “Tutorial on Data Interface and cables”). Questa sigla altro non vuol dire che Recommended Standard 232 Revision C, ed è uno standard che risale al 1969, con tutte le limitazioni che esso comporta.
Di solito queste porte vengono indicate col nome di COM seguite da un numero che le identifica e sono utilizzate per i più svariati usi, principalmente per collegare dispositivi di input quali mouse e digitizer.
Nel nostro caso serviranno per gestire il flusso dei dati e per permettere al computer la connessione materiale ad un qualsiasi dispositivo di comunicazione quale ad esempio il modem.
La porta,di solito, la si trova in due configurazioni: il connettore a 9 poli e quello grande a 25 poli. In questo caso prendiamo in esame la seconda, che è quella che fa al caso nostro.
Normalmente le porte seriali presenti sul PC sono normalmente la COM1 e la COM2, di solito però sono affiancati dalla COM3 e dalla COM4.
Non bisogna però essere tratti in inganno dalla presenza di tutte queste porte poiché la loro presenza è subordinata dall'IRQ.
L'IRQ altri non è che L'Interrupt Request,ovvero il canale di indirizzamento delle "chiamate" al processore, quindi sarà dato appoggio alla porta che avrà aperto questo canale in quel dato momento.
Poichè nel PC le porte COM1 e COM3 sono collegate allo stesso canale,l'IRQ 4, e COM2 con COM4 all'IRQ3, se ne potrà dedurre che se il processore si occupa della COM1,magari collegata ad un digitizer, non potrà far funzionare la COM3 visto che l'IRQ è il medesimo.
Nel caso in cui si voglia configurare una scheda modem od un modem esterno di tipo telefonico o radio, si dovrà far attenzione che il suddetto dispositivo sia collegato ad una porta con l'IRQ libero: ovvero lo si collegherà,ad esempio,alla COM2 che ha IRQ3 facendo attenzione che non vi sia nulla collegato alla COM4.
Come si può vedere (vedi figura sottostante) i piedini di questo connettore, inviano dei precisi segnali che dovranno essere poi indirizzati attraverso il cavo di collegamento al dispositivo che provvederà alla loro trasmissione.
This a DTE port as on the back of a PC Com Port -
EIA-574 RS-232/V.24 pin out on a DB-9 pin
used for Asynchronous Data
(Fig.1 - RS232 da “Tutorial on Data Interface and cables ”)
Innanzitutto il pin 2,siglato TxD o più semplicemente TD, è quello che viene utilizzato per l'uscita dei dati dal computer, ovvero per la loro trasmissione. Viceversa il piedino 3 o RxD o anche RD è sempre utilizzato per i dati in ingresso al computer.
Quindi se da un estremo della catena di comunicazione un computer invia i propri dati sul piedino 2, all'altro estremo il computer ricevente vede arrivare in ingresso i suddetti sul piedino 3. Il pin 22 viene chiamato Ring Indicator, ovvero indicatore di squillo telefonico ed è attivato dal modem quando questi riconosce la chiamata telefonica proveniente da un eventuale elaboratore remoto.
Questo segnale viene inviato all'elaboratore associato indicandogli che così c'è una richiesta di collegamento. L'elaboratore, se in quell'istante è pronto, invia al proprio modem una risposta, che l'interfaccia RS 232 prevede sotto forma di un segnale sul piedino 20 chiamato DTR ovvero Data Terminal Ready, o terminale pronto.
Da quel momento il modem viene per così dire "autorizzato" a ricevere dati;un' eventuale risposta negativa al computer remoto non attiva il segnale DTR e questo determina una condizione di timing out, ovvero di non sincronizzazione.
Quando la linea di comunicazione è pronta da entrambe le parti, entrambi i modem inviano al DTE un segnale su un ulteriore piedino,in questo caso il 6,definito DSR, Data Set Ready, o modem pronto.
Nel collegamento vero e proprio,attraverso la linea telefonica, vengono poi attivati ulteriori pin:il primo da considerarsi è il numero 4 o RTS (Request To Send). Questi permetterà al modem di inviare lungo la linea telefonica un segnale per tenerla occupata, segnale che viene riconosciuto dal modem corrispondente, il quale attiva il proprio pin 8 detto DCD, ovvero riconoscimento di portante,Data Carrier Detect (chiamato nelle specifiche RS 232, con il nome di Line Signal Detector).
Quando il DCE occupa la linea su richiesta del DTE, dopo un minimo ritardo invia a quest' ultimo il segnale CTS, pronto all'invio (Clear To Send), sul pin 5.
Il segnale RTS ed il segnale CTS rimangono attivi e così avviene anche sull'altro capo della linea.
In questo modo la linea può ricevere e trasmettere dati contemporaneamente, essendo entrambi i DTE e i DCE ai capi della linea pronto sia in ricezione che in trasmissione (Full Duplex).
IX.II.CHE COS’E’ IL MODEM
Il primo dispositivo che è stato ideato appositamente per interfacciare il Computer con la linea telefonica è il modem.
Questa sigla indica l'unione di 2 parole,modulatore e demodulatore, ed utilizza come mezzo di trasporto dei dati il comune doppino che è presente nella quasi totalità delle linee telefoniche commutate;a questo più di recente vi si sta affiancando, la fibra ottica utilizzata nelle nuove reti numeriche e nelle linee dedicate al traffico modem di recente concezione.
Ritornando al discorso iniziale, viene il problema del collegamento "reale" del computer con il modem.
Innanzitutto entra in gioco la RS 232 di cui abbiamo parlato sopra, che è in definitiva la porta di transito dei dati dal computer al modem;per maggior coerenza tecnica identificheremo con la sigla DTE (Data Terminal Equipment) il computer e con DCE (Data Communication Equipment) il modem. (Alle pp.46-47 è riportato un grafico di questo apparecchio).
Il DCE è quindi da intendersi una specie di braccio destro,dell'apparecchiatura DTE, per trasmettere i dati a lunghe distanze.
I modem più diffusi che vengono utilizzati per i PC sono quelli utilizzanti lo standard Hayes.
Questo standard è stato il primo in assoluto a rendere "autonomi" i modem,almeno in alcune funzioni;Hayes Smartmodem (che significa proprio modem intelligente), è il pioniere di tale standardizzazione nel settore di queste periferiche e la quasi totalità dei modem prodotti utilizza questo tipo di funzionamento nella codifica delle informazioni.
Un modem in standard Hayes è sempre in uno di 2 stati funzionali:nel modo comandi (command mode)o nel modo on-line (data mode):
- Il primo permette l'invio dei comandi dalla tastiera o da programma (per esempio da un file comandi memorizzato su di un dischetto o su un HD).
- Il secondo stato invece è quello tipico in cui si trova il modem durante la comunicazione vera e propria.
Nel modo comandi si possono inviare al modem delle sequenze di comandi di lunghezza massima di 40 caratteri per ogni linea, che vengono interpretate dal modem, al ricevimento, come un ritorno-carrello.
I comandi sono delle sequenze precedute da lettere AT (ATtention Code).
Inoltre,sono disponibili diversi comandi che svolgono funzioni attive direttamente sulla comunicazione o sulla predisposizione del modem a determinati parametri di funzionamento interno. Da qualche anno,è stato introdotto un'ulteriore standard l'MNP (Microcom Networking Protocol) di correzione e compressione dati,oltretutto i comandi sono stati notevolmente ampliati per permettere una diversa configurazione interna del modem secondo le esigenze.
Inoltre,da alcuni anni sulla stessa scheda del modem, viene a trovare posto anche il modulo FAX, integrando così funzioni di posta elettronica oltre a quelle già citate di comunicazione.
A questo punto viene lecito chiedersi come trasmetta il modem sulle comuni linee telefoniche, nel nostro caso dovremo prendere in considerazione il metodo di trasmissione asincrona, ovvero la trasmissione dei dati seriali senza che le apparecchiature siano tra loro perfettamente sincronizzate secondo un tempo scandito opportunamente.
Non essendoci sincronizzazione tra i 2 computer, il trasmittente dovrà però inviare qualche informazione in più al corrispondente, ovvero quando inizia il dato e quando finisce, con la possibilità di rilevare se ci sono stati errori di trasmissione.
In questo caso entrano in gioco l'uso dei bit di start, di stop e di parità:
- il bit di start indica l'arrivo di un dato, in quale è composto da 7 o 8 bit;
- il bit di stop indica la fine del dato e può essere costituito anche da più bit (generalmente 1 o 2 bit);
- Il bit di parità è invece di per sé un bit di controllo degli errori: viene posto uguale a 1 se il numero di bit a 1 del dato è dispari, mentre viene posto a zero se il numero dei bit a 1 presenti nel dato è già pari.
Nei collegamenti di parlerà di parità pari(Even), dispari (Odd) o nessuna parità (none), con riferimento a quanto detto in precedenza.
Un altro parametro da prendere in conto è la velocità con cui il modem trasmette, ovvero la velocità di trasmissione dei pacchetti di bit, si parlerà di numero di bit trasmessi in un secondo.
Abbreviando,si parlerà di bps (bit per secondo) il cui equivalente è il baud.
La velocità che i modem possono raggiungere sono dell'ordine dei 14.400 baud (di recente anche a 28000) sulla linea telefonica commutata e valori decisamente superiori per quelle dedicate.
A livello di reti dedicate si è inoltre arrivati sul semplice doppino telefonico a sfiorare i 20 Mbit al secondo, in pratica la velocità ideale per la multimedialità interattiva: naturalmente il rovescio della medaglia risiede sempre nel costo di installazione delle linee che rende alla fin fine non ancora accessibile all'utenza un canale così potente.
IX.III.CON CHI CI SI PUO’ COLLEGARE ?
Avendo a disposizione un modem, il computer,ed un adeguato programma di comunicazione,viene il problema di dove collegarsi.
Innanzitutto si deve vedere a quale rete siamo materialmente collegati: nel nostro caso è la normale rete telefonica commutata.
Su questa rete sono disponibili,componendo un normale numero telefonico, le cosiddette BBS (Bulletin Board System) che sarebbero in definitiva le cosiddette "banche dati".
Normalmente i servizi offerti sono quasi sempre gratuiti,eccetto alcune aree files che sono ad accesso regolato tramite canone di abbonamento che l'utente deve aver stipulato in precedenza per l'accesso presso quelle aree.
Ci sono inoltre BBS specializzate in un determinato campo che sono On line solo se l'utente è abbonato (es.MC Link).
A livello di costi si può dire che,eccetto il costo della normale tariffa telefonica, non vi sono altri costi da sostenere per l'uso della linea.
Inoltre le BBS danno ulteriori servizi all'utente, uno dei quali è l'accesso alle reti FIDONET e INTERNET.
La prima si appoggia quasi totalmente sulla rete telefonica normale, la seconda invece ha un vero e proprio percorso riservato e distinto dalla rete.
Queste reti telematiche hanno estensione a livello mondiale, attraverso dei punti di immissione detti nodi l' utente può collegarsi per entrare in rete: ogni nodo ha il suo indirizzo ed è composto da una serie di numeri che identificano il continente, lo stato, fino ad una determinata città.
I servizi che offre sono similari a quelli delle BBS, a differenza che qui si è in collegamento in tutto il mondo.
All'atto pratico molte BBS sono i nodi della rete Fidonet e di quella Internet.
In entrambi i casi per usufruire di queste reti si deve pagare un canone: nel caso della rete fidonet i costi sono più contenuti (al di sotto delle centomila lire all'anno), per la rete Internet invece i costi lievitano vertiginosamente (da un minimo di 300.000 lire a qualche milione di lire) a seconda dei servizi di cui si vuole usufruire.
I costi telefonici per i collegamenti sono assimilabili alle normali tariffe telefoniche, quindi sarebbe più opportuno avere un accesso al nodo più vicino possibile al proprio domicilio (nella propria città ad esempio) per non avere dei costi elevati derivanti dalle tariffe di teleselezione.
Inoltre, per avere il minor numero di disturbi possibili sulla linea è preferibile fare i collegamenti in orari festivi e/o serali, così si evitano perdite di tempo derivanti da errori di trasmissione delle informazioni.
Diciamo che come servizio, quello più diffuso, è quello della posta elettronica[6] .
Essenzialmente esso consiste nell'avere presso una BBS il cosiddetto POINT, ovvero la casella postale elettronica.
Normalmente le BBS dispongono di numerose aree messaggi: hardware, software, sistemi operativi, linguaggi, fino ad arrivare a BBS specializzate in un dato settore: fantascienza, modellismo, telecomunicazioni, etc.
Per collegarsi alla propria casella postale elettronica di solito si usano dei programmi appositi che a differenza dei normali programmi di comunicazione, provvedono al carico e scarico, in automatico, della posta in arrivo.
IX.IV.COME FUNZIONA FIDONET ?
Di norma l'accesso ad un nodo fidonet non comporta notevoli difficoltà dal punto di vista pratico, esso è assimilabile al normale collegamento telefonico ad una BBS, solo che cambiano i parametri di collegamento.
Innanzitutto, per poter usufruire di questo servizio bisogna dotarsi di software appositi, i cosiddetti Off Line Reader (Lettori fuori linea), che permettono la consultazione di tutta la posta in arrivo.
Il perché di questa scelta è presto detto:a mmettiamo di avere accesso a circa 1 Megabyte di posta (circa 1000 messaggi), il tempo per poterli consultare sarebbe a dir poco notevole e notevole sarebbe anche la bolletta telefonica alla fine di questa sessione di collegamento.
Il programma in questione ha la capacità di ricreare sul proprio elaboratore una sorta di "specchio" del nodo a cui si ci collega: l' utente in fase di installazione del programma decide le aree dalle quali vuole ricevere la corrispondenza e alle quali, poi, invierà la sua posta.
Ciò determina a livello software,la creazione delle directory corrispondenti sul disco fisso,ed in cui verranno posti i messaggi di volta in volta.
Per fare un esempio se vogliamo collegare le aree di messaggi Cartoni, Musica, Chat e Cinema,lo dovremo specificare in fase di installazione del programma. Quest'ultimo provvederà alla creazione di directory chiamate rispettivamente: Cartoni.ita,Musica.ita, Chat.ita e Cinema.ita e comunicherà questa creazione al nodo, al primo collegamento eseguito con queste impostazioni,che provvederà la volta successiva a scaricare la posta in queste aree.
L'estensione .ITA definisce il limite entro il quale l'area è abilitata a ricevere la corrispondenza (in questo caso l'Italia), per altre aree (per corrispondenza estera) si dovrà far ricorso a programmi più adatti come ad esempio Maximus, che permette l'acceso alle aree internazionali (dove si trova corrispondenza in inglese).
Tra i molti programmi adatti ad espletare un servizio di questo genere, possiamo annoverare: Maximus, Blue wave, Terminate.
Nel nostro caso faremo ricorso a quest' ultimo.
Nel settaggio del programma si devono definire innanzitutto 2 parametri:
- il numero telefonico a cui ci si deve collegare
- L'identificativo del nodo e del proprio point.
Nel nostro caso il numero telefonico è 02 48017350, mentre il nome del proprio nodo è 2:331/322.16.
I primi 2 gruppi di cifre identificano come nodo una certa zona di Milano, l'ultimo numero dopo il punto,indica il numero di point che si possiede presso quel point.
Di norma il point viene assegnato dal sysop del nodo (ovvero dal responsabile della BBS) dopo aver definito le proprie generalità ed aver stipulato un abbonamento (di modesta entità, stimabile sulle 50-60.000 lire) presso questo nodo.
Il costo del servizio è purtroppo causato dal mezzo stesso con il quale la nostra posta viaggia:la linea telefonica.
Infatti la metodologia di trasmissione della posta prevede l'invio di quest'ultima al nodo più vicino, che successivamente la invierà a quello adiacente ad esso e così via.
Nel nostro caso un nodo (quello di Milano), invierà la sua posta ad un altro nodo (quello di Como) il quale poi la ritrasmetterà ad una altro nodo (quello di Bergamo).
Il risultato è che per l'invio della posta si effettuano delle interurbane, con tutti i costi che ne conseguono. E' quindi normale che l'invio della posta da un nodo ad un altro (forwarding) avvenga nelle ore notturne, riducendo l'aggravio dei costi.
Inoltre, altra caratteristica dei programmi di posta elettronica è la compressione dei dati: infatti appositi programmi di compressione (come il pkzip) e di decompressione (come l'arj) aiutano a ridurre la mole dei dati da inviare,riducendo i tempi di collegamento per l' invio della posta.
Essenzialmente una sessione di collegamento per l'uso del servizio di posta elettronica si suddivide in 5 fasi:
- Connessione: in questa fase viene stabilito il collegamento tra l'utente ed il nodo, immediatamente avviene il riconoscimento (praticamente automatico) dell' utente del Point da parte del nodo, dopo che questi ha dato il suo identificativo e la sua password;
- Trasmissione (posta in partenza): dal proprio computer parte la corrispondenza verso il nodo,naturalmente prima che questa sia spedita il Mail Editor avrà provveduto a compattarla in "pacchetti" pronti alla trasmissione;
- Ricezione (posta in arrivo): il nodo inizia la trasmissione della posta, generalmente questa operazione richiede diversi minuti ed è correlata al numero di aree collegate ed alla frequenza con la quale si scarica la posta. (Alla fine di questo processo il sistema effettuerà il logoff (scollegamento) in maniera automatica);
- 4.Editing (decompattazione della posta):i "pacchetti" contenenti le informazioni sono in formato compresso, la loro decompattazione avviene in maniera sequenziale, l' ordine va sempre dal pacchetto più vecchio a quello più nuovo. (In seguito, dopo aver estratto tutti i file in formato testo,vengono indirizzati alle varie aree presenti sul disco);
- 5.Riordino: il processo di decompattazione, il mail editor del programma di point, effettua un riordino in base a 2 parametri (numero massimo di messaggi per area e data di creazione di quest'ultimo. Le aree che hanno superato il limite prefissato (ad esempio, 320 messaggi) devono provvedere alla cancellazione dei messaggi in eccedenza, e subito dopo alla rinumerazione.
A questo punto è possibile consultare la posta:e ntrando nel mail editor e selezionando l'area di interesse,a vremo accesso a tutti i messaggi in essa contenuti,e lencati per ordine di data.
X.CHE COS’E’ INTERNET ?
Descrivere il "fenomeno" internet non è cosa facile,visto che alla sua origine vi sono 3 elementi essenziali:
- 1.che esso è il risultato della ricaduta tecnologica, in ambito civile,di costose ricerche in campo militare per le telecomunicazioni (a causa della guerra fredda);
- 2.che, parallelamente, si sononuovi mezzi di trasmissione via cavo ad alta velocità (cavo Coax, fibra ottica) che garantiscono un elevato transfer rate (capacità di trasferimento dati);
- 3.la diffusione dei personal computer:oggi centinaia di milioni di PC sono installati nel mondo, e quindi, al tasso attuale di sviluppo, si prevedono nuovi milioni di potenziali utenti di questo servizio, con ulteriore riduzione dei costi.
La struttura di questa rete è molto simile ad una ragnatela, il motivo risale proprio nell'origine della rete stessa: l' uso in caso di guerra.
Infatti gli studi per una rete di comunicazioni capace di funzionare anche dopo un attacco massiccio, dimostrarono che uno schema di collegamenti a tela di ragno, composta da numerosi nodi, avrebbe potuto resistere alle varie interruzioni delle linee, facendo viaggiare i dati attraverso le linee della maglia più adiacenti al nodo interrotto.
Questo è tutt' ora uno dei vantaggi di Internet.
Questa rete, studiata dagli USA negli anni '60, era chiamata Arpanet.
Successivamente fu abbandonata,sia per i costi elevati,sia per il fatto che i sistemi di trasmissioni dati via satellite risultavano molto meno vulnerabili ed ulteriormente affidabili.
Dobbiamo aspettare la seconda metà degli anni '80 per vedere un' altra volta questo tipo di rete: è in questo periodo che viene coniato il termine Internet[7] .
Diciamo che 3 sono stati gli elementi che ne hanno frenato lo sviluppo in quel periodo:
- La scarsità di modem ad alta velocità (in quel periodo un modem a 9600 baud era una rarità);
- Non esistevano interfacce grafiche per la consultazione dei dati;
- e linee telefoniche pubbliche, per il collegamento al nodo, non garantivano affidabilità nel trasferimento dei dati (interferenze).
Con l'inizio degli anni '90, avvengono le innovazioni che porteranno Internet ad essere alla portata di tutti.
La più famosa è il WWW (World Wide Web o semplicemente Web).
Esso è lo strumento che ha rivoluzionato internet, la sua struttura è stata concepita proprio presso il CERN di Ginevra[8] (dove ha sede il laboratorio di Fisica delle particelle) da Tim Berners-Lee (London,1955)[9]: praticamente, tutte le risorse venivano rese accessibili tramite il Web, che possiamo identificare in una nuova forma di editoria elettronica.
Questo tipo di software permetteva di rendere Internet più accessibile e farne un' entità organizzata, unendo file ed altri documenti tramite un sistema che altri non è che un ipertesto.
I primi programmi di navigazione ipertestuale, non prevedevano che il testo, il che significa che non avevano un'interfaccia utente di tipo grafico (GUI).
Con l'avvento dei sistemi di navigazione a base grafica, come Mosaic e Netscape, si è riusciti ad acquisire la possibilità di consultare dei documenti composti da informazioni grafiche ed informazioni testuali.
Questi 2 programmi, concepiti per essere utilizzati attraverso l'interfaccia grafica di Windows, permettono l'utilizzo del sistema ad icone per l'accesso e la consultazione dei dati.
Ulteriore caratteristica dei browser di questo tipo, è la possibilità di poter accedere anche a dati di tipo multimediale, come ad esempio suoni o filmati, che possono essere utilizzati nel corso della sessione di collegamento o "scaricati" in un secondo tempo.
X.I.COLLEGARSI AD INTERNET
Finora si è parlato in linee teoriche di Internet, vediamo ora di che cosa ci si deve dotare ed a chi ci si deve rivolgere per usufruire di questo servizio.
Innanzitutto ci si deve dotare di un hardware che garantisca delle prestazioni ottimali durante le sessioni di collegamento, nel nostro caso i requisiti minimi sono un computer equipaggiato con un processore 80486 DX33 e 8 Megabyte di RAM.
Come porte seriali,sono consigliate quelle con l'integrato 16550 (ad alta velocità) e come modem il minimo è un 14400 baud.
Inoltre, per una fruizione corretta delle immagini in arrivo, ci si deve dotare di una scheda grafica in grado di visualizzare un risoluzione di 640x480 pixel a 16 milioni di colori.
Naturalmente questi sono valori minimi:l'optimum sarebbe un computer con più RAM (12 o 16 Megabyte), con un processore decisamente superiore(486 a 100 MHz) e con un modem a 28800 Baud.
Una volta che si è definito l'hardware di cui ci si deve dotare, viene spontanea la domanda: dove mi collego?
La risposta è semplice, ad un Service Provider.
Il Service Provider altri non è che il fornitore dei servizi, ovvero un'organizzazione che fornisce accessi a pagamento ad internet a livello internazionale,nazionale, regionale e locale e secondo diversi metodi quali accessi dedicati (dedicated access) ad alta velocità per organizzazioni e grandi reti locali,IP (Internet Protocol) commutato (dialup IP)e accesso commutato (dialup access) per utenti di personal computer.
Trovato il Service Provider,possibilmente nella propria città,il problema seguente è: quale software debbo utilizzare?
La risposta non è univoca, poiché non c'è un unico sistema operativo, né un solo tipo di programma.
Nel nostro caso prendiamo in considerazione di avere Windows 3.11, quindi il pacchetto software da prendere in considerazione è quello composto da Trumpet Winsock, Netscape ed Eudora.
Il primo sarebbe il programma vero e proprio di collegamento, il secondo il navigatore ipertestuale, ed il terzo il programma di posta elettronica.
Per poter effettuare un collegamento si devono impostare i parametri del primo.
Selezionando l' icona del programma,Winsock per l'appunto, viene aperta la finestra del programma ed il menù a finestre risulta essere disponibile all'utente. Innanzitutto si selezionerà File e quindi la voce setup. Dopo aver fatto ciò,si devono impostare le voci che ci interessano.
Innanzitutto, le opzioni IP adress,Name server, Time server, abilitano gli indirizzi numerici di protocollo assegnati dal proprio fornitore di servizi.
L'opzione Slip Port seleziona la porta Com alla quale fisicamente collegheremo il nostro modem.
L'opzione Baud rate, regola, invece, l'effettivo transfer rate della nostra porta com con il modem.
Inoltre, si dovrà selezionare l'opzione PPP (Port to Port Protocol) che permette al computer collegato ad internet di apparire come se fosse una porta Ethernet della rete locale.
In tal modo si stabilisce un collegamento internet temporaneo ma diretto, in cui i pacchetti (packet) di dati possono viaggiare direttamente eliminando l' intermediazione di minicomputer o mainframe in funzione di host computer.
Questo protocollo inoltre, essendo più recente dello SLIP (Serial Line Interface Protocol), permette una maggiore compressione dei dati ed una migliore correzione degli errori.
In seguito di dovranno settare la Password e il login (nominativo di accesso).
Alla successiva sessione di apertura di Winsock, il sistema sarà pronto per il primo collegamento. Selezionando Login, il sistema chiederà prima il numero telefonico del nodo internet, poi il login ed infine la password.
Questa procedura viene eseguita solo la prima volta e resterà implementata sempre nel programma. Le volte successive sarà necessario eseguire solo il comando login, che funzionerà in forma automatica.
Eseguito il programma Winsock, si può passare alla "navigazione" vera e propria di Internet avviando il programma Netscape.
Questo programma, appena lanciato, si collega alla pagina web del fornitore di servizi, nel nostro caso www.bielnet.it.
Naturalmente nella barra comandi verrà visualizzato il comando nella sua sintassi corretta:
HTTP significa Hyper Text Transport Protocol, ed è il protocollo che permette la navigazione ipertestuale, esso ci permette di connetterci al nodo e di poterlo utilizzare, la sigla www identifica la funzione web mentre l'estensione it indica la nazionalità del nodo (Italia).
Utilizzando la pagina scritta in HTML (Hyper Text Markup Language=linguaggio per la descrizione degli ipertesti), risulta semplice e di facile intuizione l' utilizzo delle risorse: ad ogni icona corrisponde un servizio, una pagina oppure un file.
In questo caso la descrizione di una pagina html è inutile poiché la frequenza di aggiornamento della stessa è imprevedibile e dettata da molteplici fattori (aggiornamenti del sito web, cambio di gestione, nuove pagine html associate, etc).
Uno dei servizi che ogni Web offre è l'accesso ai database URL (Universal Resource Locator) che indicano dove trovare ulteriori risorse remote associate a pagine Web, risorse che possono essere anche siti di tipo FTP (File Transfer Protocol) ovvero banche dati.
Tra i database URL possiamo annoverare: Webcrabler, Lycos, Yahoo, Altavista, Excite.
Se poi si è interessati ai gruppi di discussione, dovremo vedere il sistema di bacheca elettronica Usenet.
Questo servizio è paragonabile a quello che abbiamo visto in Fidonet, solo che la vastità dei gruppi di discussione (più di 5000) ed il fatto che non vi sono limiti territoriali (tutto il mondo) rende questo servizio molto interessante.
La rete è progettata in modo che un messaggio inviato a un gruppo di un sistema si propaghi attraverso la rete raggiungendo alla fine ogni macchina collegata. Pur essendo propriamente distinta da internet, può essere raggiunta da quasi tutti i fornitori di servizi (service provider) di Internet, tanto da essere considerata parte integrante.
Infine troviamo il programma Eudora.
Questo programma permette l' invio e la ricezione della posta elettronica, naturalmente si dovrà avere una propria casella postale (ad esempio, un indirizzo può essere Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) in cui ricevere la posta e ci si dovrà ricordare, ad ogni collegamento, di "scaricare" la posta in essa contenuta (un po’ come Fidonet).
Finora è stato descritto come collegarsi con il Windows 3.11, in Windows ‘95 la procedura è similare nei contenuti ma differente nella forma.
Innanzitutto occorre aver configurato l’accesso remoto: la procedura in questione non è molto semplice, ma attualmente, tutti i service provider tendono a fornire delle chiare istruzioni per la configurazione dell’accesso. Naturalmente la configurazione del browser è necessaria come nel Windows 3.11.
Nel nostro caso useremo Netscape Communicator 4, l’ultima versione del Netscape dotata anche di un editor in linea nel formato HTML. Il Netscape Communicator, al suo avvio, lancia la finestra di connessione ed automaticamente il nostro browser, avendo conferma dell’accesso, inizia la sua navigazione.
Come le versioni precedenti il programma dispone di un Bookmark (taccuino) dove elencare gli indirizzi più interessanti ai quali ci si vuole collegare, di un lettore di newsgroup (conferenze messaggi), e di un modulo per la posta elettronica.
La peculiarità più vistosa, come ho già precedentemente accennato, è la presenza di un editor di pagine html, con il quale ci si può cimentare nella creazione di pagine web da provare subito con il browser in questione.
BIBLIOGRAFIA
Tutti gli argomenti sopra esposti sono stati da me trattati nelle dispense, nei libri e nella comunicazione scientifica di cui sono autore e che riporto qui di seguito:
- Zamprotta Luigi (1990), Influenza del CAD-CAM sull’organizzazione del lavoro, (Tesi per l’ Attestato di Specializzazione di Tecnico di Processo, Istituto IAL, Novara);
- Zamprotta Luigi (1992), Un’esperienza di organizzazione aziendale secondo le nuove tecnologie, in Introduzione culturale allo studio delle nuove tecnologie, a cura di Zamprotta Italo et alii, Libreria Vittorio Giovannacci, Biella
- Zamprotta Luigi (1993), La qualité comme philosophie de la production. Interaction avec l’ergonomie et Perspectives futures, Mémoire de Maîtrise ès Sciences Appliquées-Informatique, Bruxelles, published by TIU Press, Independence, MO, USA, ISBN 0-89698-452-9 and at Library of Congress, Washington N.94-60267;
- Zamprotta Luigi (1994), Elementi di Telecomunicazioni, in Corso di Metodologie e Tecnologie della comunicazione multimediale, I, UPB, Biella;
- Zamprotta Luigi (1995), Elementi di Telecomunicazioni, in Corso di Metodologie e Tecnologie della comunicazione multimediale, II, UPB, Biella;
- Zamprotta Luigi (1996), Introduzione all’Informatica di base, Istituto Texilia, Biella;
- Zamprotta Luigi (1996), Introduzione all’ Informatica di base-MS DOS e Windows,UPB, Biella;
- Zamprotta Luigi (1997), Lezioni di Telecomunicazioni e Telematica, UPB, Biella;
- Zamprotta Luigi (1998), Lezioni di Tecnologie multimediali per la didattica, IPSSAR, Trivero
- Zamprotta Luigi (1998), Java et Network Computing impliqués dans l’Etude du Patrimoine culturel, en Annales scientifiques, pp.317-320, comunicazione scientifica, Symposium de “Sciences, Art et Technique de l’ Evaluation et Restauration du Patrimoine culturel”, Université Alexandru Ioan Cuza, Iasi, Roumanie, ISSN 1221-5333;
- Zamprotta Luigi (1999), StarGates. Java e Network Computing, in Informatica sociale, ANIPA, Roma, febbraio.
[1] Fisico, inventore e imprenditore italiano (Padova, 1941).
[2] Ted Turner (Cincinnati, 1938), imprenditore USA ,fondatore di CNN.
[3] Adam Osborne (1939-2003), editore, scrittore e informatico inglese.
[4] Bill Gates (Seattle, 1955), imprenditore e programmatore e informatico statunitense.
[5] Tim Berners-Lee (Londra. 1955),informatico britannico, coinventore con Robert Caillau del www-World Wide Web.
[6]La sua nascita risale al 1971, quando Ray Tomlinson (1941), programmatore americano, installò su ARPANETun sistema in grado di scambiare messaggi fra le varie università, ma chi ne ha realmente definito il funzionamento fu Jonathan B. Postel (1943-98), informatico americano.
[7] Internet è una parola inglese derivante dall’unione di due termini: la preposizione “inter” di origine latina, che significa “tra” o “fra”, e il sostantivo inglese “net” che significa rete.
[8] CERN, ossia European Organization for Nuclear Research, cioè Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare,
creata il 29 settembre 1954 da 12 stati membri, tra cui l’Italia.
[9]Nel 1991 presso il CERN di Ginevra il ricercatore Tim Berners-Lee (London,1955) definì il protocollo HTTP (HyperText Transfer Protocol), un sistema che permette una lettura ipertestuale, non-sequenziale dei documenti, saltando da un punto all'altro mediante l'utilizzo di rimandi (link o, più propriamente, hyperlink). Il primo browser con caratteristiche simili a quelle attuali, il Mosaic, venne realizzato nel 1993. Esso rivoluzionò profondamente il modo di effettuare le ricerche e di comunicare in rete. Nacque così il World Wide Web. In particolare, il 6 agosto 1991 Berners-Lee pubblicò il primo sito web al mondo, presso il CERN.
Considerazioni sul Padre Nostro e sul Discorso del pane di vita
di
Italo Zamprotta
I.Il Padre Nostro (Mt 6,9-13).
Questa preghiera, insegnataci da Gesù Nazareno, ci accompagna dalla prima infanzia fino alla morte. Insegnataci dai nostri genitori, che rappresentano Dio ("onora il padre e la madre ", quarta delle "dieci parole", i cosiddetti “comandamenti”), rappresenta il trait-d'union tra i doveri verso Dio e i doveri verso gli uomini).
Questa preghiera riecheggia il Qaddish ebraico, ancora recitato dagli Israeliti, ovviamente attualizzato da Gesù che gli diede un nuovo spirito, un nuovo e più dinamico significato[1].
Si può affermare che il Padre nostro contiene in nuce tutto il messaggio di Gesù: rappresenta un conciso compendio del suo insegnamento, semplice e pregnante, che non si lascia strumentalizzare dalle inutili disquisizioni e futili argomentazioni degli "studiosi".
Come qualsiasi altra parte della Sacra Scrittura, anche il Padre nostro risente di interpretazioni e traduzioni inesatte e infedeli che stravolgono il senso dell'insegnamento di Gesù e ci consegnano la Parola artefatta, cioè secondo "gli insegnamenti degli uomini ", proprio come era stato stigmatizzato da Gesù (Mt 15, 6-9; Mc 7, 6-9), riecheggiando Isaia 29,13.
Pertanto, innanzi tutto, intendo riproporre il testo originale greco e la mia modesta traduzione di uomo della strada che, però, in questo caso, segue la sua strada senza lasciarsi condizionare dalle altrui traduzioni e interpretazioni.Delle due versioni tramandateci dai Vangeli, Mt 6,9-13 e Lc 11,2-4, viene qui di seguito riportata la prima versione, in originale greco, che è diventata di uso quotidiano nel Cristianesimo:
Testo originale greco del Padre Nostro
9 Οὕτως οὖν προσεύχεσθε ὑμεῖς ·
Πάτερ ἡμῶν ὁἐν τοῖς οὐρανοῖς, ἁγιασθήτω τὸὄνομά σου ·
10 ἐλθέτω ἡ βασιλεία σου · γενηθήτω τὸ θέλημά σου,
ὡς ἐν οὐρανῷ καὶἐπὶ τῆς γῆς.
11 τ ὸ ν ἄ ρτον ἡ μ ῶ ν τ ὸ ν ἐ πιο ύ σιον δ ὸ ς ἡ μ ῖ ν σ ή μερον·
12 κα ὶἄ φες ἡ μ ῖ ν τ ὰὀ φειλ ή ματα ἡ μ ῶ ν,
ὡ ς κα ὶἡ με ῖ ς ἀ φ ί εμεν το ῖ ς ὀ φειλ έ ταις ἡ μ ῶ ν·
13 κα ὶ μ ὴ ε ἰ σεν έ γκ ῃ ς ἡ μ ᾶ ς ε ἰ ς πειρασμ ό ν, ἀ λλ ὰῥῦ σαι ἡ μ ᾶ ς ἀ π ὸ το ῦ πονηρο ῦ .
(ὅ τι σο ῦἐ στιν ἡ βασιλε ί α κα ὶἡ δ ύ ναμις καὶἡ δόξα εἰς τοὺς αἰῶνας · ἀμήν).
Ora di seguito do la mia traduzione, riportando in grassetto le variazioni apportate:
Voi dunque pregate così:
Padre nostro, quello nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo anche sulla terra.
Dacci adesso il nostro pane di vita (ovvero necessario alla vita),
perdona a noi le nostre colpe,
come anche noi le perdoniamo a coloro che ci offendono
e non esporci alla prova (ovvero non metterci alla prova ovvero non portarci al processo)
ma liberaci dal maligno.
(Tuo è il Regno,la potenza e la gloria nei secoli dei secoli.
Amen).
(L’ultimo versetto[2] , riportato tra parentesi in greco e in italiano, non si trova nelle più antiche versioni e non fa quindi parte del testo propriamente detto. Infatti il Nestle-Aland[3] lo riporta soltanto in nota ed altrettanto fa il The Greek New Testament[4]. Pertanto, mi asterrò dal commentarlo).
Adesso formulerò una analisi ermeneutica e fornirò una esegesi dei versetti e dei termini che ho tradotto in maniera diversa da quella tradizionale.
La traduzione corrente da sempre recita "che sei nei cieli ": trattasi di una traduzione imprecisa. Infatti, "o" è – a mio modesto avviso - il vecchio pronome dimostrativo, non relativo, e va tradotto con "quello".[5]
A sostegno della mia tesi soccorre lo stesso testo mattaico, che più volte parla del Padre che è nei cieli (7,11;10:32,33), per esempio, al cap.23, versetto 9, dice:"…εἷς γάρ ἐστιν ὑμῶν ὁ πατὴρ ὁ οὐράνιος:, che vuol dire:"...infatti uno è il Padre vostro, quello celeste...".
Infatti, una antica variante, riportata dal Blass[1], fa chiaramente intendere che "o" è pronome dimostrativo, perchè al posto di "ὁ οὐράνιος riporta "ὁ ἐν τοῖς οὐρανοῖς", tradotto "quello nei cieli"! Quindi, non si capisce perché nel Padre Nostro si debba tradurre diversamente.
[1] cfr.Blass,F., Textkritische benerkungen zu Matthaus, Gottingen, 1900; tr.it.Paideia, Brescia, 1975; (Beitrage zur Forderung cfristlicher theologie IV, 4, Gutersloh, 1900)
Ovviamente tutto ciò è chiaro solo per chi vuole la chiarezza.
La Sacra Scrittura più volte ci parla del padre terreno dell'umanità, Satana (Gv 8,44;1Gv 3,8).
L' umanità ha due padri: "quello nei cieli", e quello in terra, al quale è sottoposto tutto il dominio materiale: "...queste cose sono mie e le do a chi voglio"! (Lc 4,6).
Il Padre celeste, il Creatore, opera per gradi (a differenza dell'altro, che fa tutto istantaneamente, per impressionare!) ed ha un piano maestro per l'umanità che deve perfezionarsi fino al punto di diventare solo spirito acquisendo il privilegio di essere figli di Dio.
A quel punto il Piano maestro si concluderà e l'uomo spiritualizzato collaborerà all'incessante dinamica ed evolutiva azione creatrice di Dio.
"Dacci adesso il nostro pane di vita " (cioè necessario alla vita).
Il principio metodologico di lettura e studio della Sacra Scrittura è articolato in quattro diversi livelli, elaborati dalla esegesi rabbinica medioevale, di cui mi servo in questa occasione:
1.pashut (in aramaico pshat ), cioè proposto (chiamato anche senso letterale o storico);
2.remez, accenno, allusione, rimando (ci si serve di associazioni e confronti con altri testi);
3.darash, ricerca del senso morale del contesto: ci ricorda le favole di Esopo, cioè il famoso "Ὁ μῦθος δηλοῖ ", "il racconto vuole dimostrare che", "il fatto insegna che";
4.sod, mistero ,è il livello profondo e nascosto, quello esoterico.
I quattro livelli vengono distinti con le loro consonanti iniziali PRDS , che vocalizzate dànno il termine ebraico PaRDeS, mutuato dal persiano paraideza, per significare giardino, da cui il termine paradiso, col quale si è voluto chiamare il luogo, o meglio lo status, di beatitudine e di grazia per i giusti.
Infatti, secondo l'esegesi rabbinica[7] , che ha elaborato questo principio metodologico, chi comprende e oltrepassa questi quattro livelli di conoscenza e intellezione nello studio della Sacra Scrittura conquista automaticamente il Paradiso, cioè la suprema e vera conoscenza e il relativo livello spirituale.
Allora il "dacci oggi il nostro pane di vita " (o necessario alla vita) può assumere due significati: uno materiale e uno spirituale.
Per il materiale è pacifico che si riferisca al pane quotidiano della preghiera tradizionale, necessario per il sostentamento fisico; ma una preghiera non si può ridurre solo a questo, giacchè il pregare è l'unico modo che ha l'essere umano per mettersi in contatto col trascendente, con lo spirituale, con Dio.
E a Dio non si può, e non si deve, chiedere soltanto il sostentamento fisico, ma soprattutto quello spirituale (Mt 6,33:"...poi le altre cose vi saranno date in soprappiù "!)
La traduzione "pane quotidiano" ci viene dal latino; ma Gerolamo, dimorando in Palestina nel periodo in cui tradusse la Sacra Scrittura, tradusse giustamente "supersubstantialem" in Matteo (mentre in Luca tradusse "cotidianum", poi divenuto "quotidianum"), cioè "superessenziale" o "soprasostanziale", il che non può riferirsi al materiale pane quotidiano, ma a qualcosa di speciale, fondamentale per l'esistenza dell'uomo. Il termine greco tradotto suonava ἐπιούσιον (pronuncia epìusion), un vocabolo rarissimo, praticamente sconosciuto in lingua greca, definito in filologia come "hapax legomenon" ("detto una sola volta") ovvero una parola che in un dato corpus di testi o in un autore o in un sistema linguistico ricorre soltanto una volta[1]. Addirittura il grande Orìgène supponeva che il termine fosse stato coniato dai due evangelisti![2]
[1] Non sono d’accordo con la prof.Cristina Vallini, docente di :Linguistica generale all’Università L’Orientale di Napoli, che nel Convegno internazionale su “Lingue e testi nelle Riforme cattoliche” (Napoli, 4-6 novembre 2010), ha giustificato Gerolamo dicendo che “Un santo del genere non può aver commesso un simile atto di sciatteria”. Incredibile! Noi non valutiamo il santo, ma lo studioso, il traduttore. E Gerolamo ha furbescamente tenuto il piede in due staffe. Con due diverse traduzioni. Del resto lo ritengo inaffidabile sia perché ci ha consegnato una traduzione inutile della Bibbia ebraica (molto meglio la Septuaginta, più antica e attendibile) sia perché manipolò la corrispondenza con Agostino sapendo che passava ai posteri, come ha egregiamente dimostrato G.Pasquali, Storia della tradizione e critica del testo, Le Monnier, Firenze, 1971.
[2] Cfr. Origenes, La preghiera, Città Nuova, Roma, 1974. Si tratta di un'opera dottrinale, un opuscolum, giuntoci per intero nella sua forma originale, scritto nell'anno 234, strutturato in tre parti. Nella seconda parte, capp.18-30, Orìgene si occupa del Padre nostro.
La traduzione "pane quotidiano" ci viene dal latino; ma Gerolamo, dimorando in Palestina nel periodo in cui tradusse la Sacra Scrittura, tradusse giustamente "supersubstantialem " in Matteo (mentre in Luca tradusse "cotidianum", poi divenuto "quotidianum"), cioè "superessenziale" o "soprasostanziale", il che non può riferirsi al materiale pane quotidiano, ma a qualcosa di speciale, fondamentale per l'esistenza dell'uomo. Il termine greco tradotto suonava ἐπιούσιον (pronuncia epìusion ), un vocabolo rarissimo, praticamente sconosciuto in lingua greca, definito in filologia come "hapax legomenon" ("detto una sola volta") ovvero una parola che in un dato corpus di testi o in un autore o in un sistema linguistico ricorre soltanto una volta[8]. Addirittura il grande Orìgène supponeva che il termine fosse stato coniato dai due evangelisti![9]
"Nel capitolo 27, Origene commenta la preghiera del “Padre nostro”, dandone un’interpretazione allegorica, dalla quale traspare comunque una marcata attenzione filologica. In particolare, Origene si domanda con insistenza quale sia il “pane” a cui si fa riferimento nel “Padre nostro”: per rispondere a tale quesito,egli cerca altri passi dei testi sacri nei quali vi sia un aggancio col luogo del “Padre nostro” su cui si vuole far luce. Il risultato origeniano è una lettura spiritualizzante del “Padre nostro”, una lettura nella quale il pane non viene inteso nel suo significato più banale,quello materiale; infatti,secondo Origene, il pane coincide con le opere che il cristiano è chiamato a compiere; si tratta di un pane del quale, come già aveva chiarito Giovanni, bisogna cibarsi in abbondanza poiché, come dirà Paolo, è il “cibo dei perfetti”. L’attenzione del nostro autore si sofferma su un termine problematico che compare nel “Padre nostro”: tale termine è “supersostanziale”, la traduzione del greco epiousion, termine che non viene impiegato da nessun altro autore greco e che è stato probabilmente coniato dagli Evangelisti: forse ciò – ipotizza Origene – si può spiegare tenendo a mente che si tratta di una traduzione in greco di un termine ebraico. Per fare luce su di esso, Origene sposta l’attenzione su un altro luogo (Esodo,19,6) nel quale compare un termine analogo, periousion: esso è impiegato per designare il popolo eletto. Tanto in periousion quanto in epiousion v’è un comune riferimento alla ousìa, parola che alla lettera vuol dire “sostanza” ma che in questo caso significa “Dio”. Alla luce di questa comparazione, il pane di cui si parla nel “Padre nostro” non può essere quello materiale: piuttosto un pane spirituale nutrendoci del quale ci avviciniamo a Dio; come dice Origene, è un pane celeste che ci permette di vincere la morte, è un “cibo per gli angeli” che non deve essere confuso col cibo del demonio. Chiarito il termine “pane”, il nostro autore sofferma l’attenzione sulla parola “oggi”, che è centrale nel “Padre nostro”: essa dev’essere intesa nel senso escatologico di un’anticipazione dei secoli futuri. Origene spiega poi le feste ebraiche e l’impegno quotidiano a cui è chiamato il cristiano"
(dal Corso tenuto dal prof.M.Ravera e dal prof.C.Gianotto nel primo semestre 2005–2006 presso l’Università degli studi di Torino. Appunti presi, scritti e sistematizzati da Diego Fusaro).
Solo il pane di vita può rispondere a questi requisiti: "Io sono il pane della vita " (Gv 6, 35): pertanto, Gesù, insegnando a pregare, cioè a mettersi a rapporto, in contatto con Dio, ci suggerisce di chiedere Lui stesso in dono, perchè Egli rappresenta la "conditio sine qua non" per avere relazione con Dio, con la dimensione spirituale, di cui Egli è Unico Mediatore sotto il cielo. Rileggersi e meditare il cap.6 di Giovanni è fondamentale a questo proposito, e a questo punto possiamo anche suggerire un'altra più appropriata traduzione: soprannaturale, visto che il pane viene dal cielo, è disceso dal cielo, non è una cosa naturale, ma al di là e al di sopra della natura umana, come lo è il Cristo.
Dio non abbandonò l'uomo, gli diede un corpo fisico ("fece per essi rivestimenti di pelle "), come giustamente intende Origene, e gli indicò che cosa avrebbe dovuto fare per sopravvivere nel mondo che aveva liberamente scelto.
Proibì l'accesso all'albero della vita, altrimenti l'uomo sarebbe vissuto immortale in quella condizione imperfetta.
Infine, che non si possa trattare del mero pane materiale, quello di ogni giorno, può essere inferito anche dal fatto che certamente i redattori degli evangeli, pur non essendo degli scrittori di professione, conoscevano il greco parlato, la cosiddetta koiné. E in greco antico l’aggettivo quotidiano si può dire in due modi che ritroviamo nel Nuovo Testamento: καθημερινῇ (Atti VI,1) e ἐφημέρου (Gc 2,15). Quindi i redattori avrebbero potuto utilizzare uno di questi due termini, come è stato fatto negli altri due libri neotestamentari citati. Invece preferirono usare ἐπιούσιον giacchè il significato da tramandare era un altro.
Perdona a noi le nostre colpe,come anche noi le perdoniamo a coloro che ci offendono.
Come perdoneremo ai nostri fratelli, così saremo perdonati.
In questa affermazione si compendia non solo tutta la preghiera del Padre Nostro,ma tutto l’insegnamento di Gesù di Nazareth.
Infatti, già in precedenza all’uomo è stato lanciato questo messaggio che il Cristo attualizza, lo troviamo in Siracide 28,2-4:
Perdona l'offesa al tuo prossimo
e per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.
Un uomo che resta in collera verso un altro uomo,
come può chiedere la guarigione al Signore?
Lui che non ha misericordia per l'uomo suo simile,
come può supplicare per i propri peccati?
Si tratta di un passaggio fondamentale nella vita non solo del cristiano, ma di qualunque uomo. In difetto, non vi è possibilità di salvezza.
E non esporci alla prova.
La Sacra Scrittura è piena di questi esempi, e lo stesso Gesù non ne fu esente (tentazioni nel deserto). Ma ricordiamo la celebre messa alla prova di Abrahamo, a cui fu chiesto di sacrificare il proprio erede Isacco. Ricordiamo le prove a cui fu sottoposto Giobbe, e potremmo continuare.
Queste prove servono per saggiare l’uomo, e diventano poi una specie di vaccinazione contro le cosiddette tentazioni. Infatti dopo, quando si sono superate le prove, nessuna tentazione materiale sarà più capace di intaccare lo spirito dell’uomo.
"Ma liberaci dal maligno "
Cioè essere fortificati per resistere agli attacchi di una entità per ora più forte e potente dell'umanità, destinata a schiacciargli il capo, a sconfiggerlo, a scalzarlo.
La forza per resistere può venire solo da Dio, al quale va chiesta incessantemente come "Pane di vita", perchè è solo Lui in grado di condurre l'umanità alla vittoria usando la sua spada roteante a doppio taglio (“la parola di Dio è più tagliente di una spada a doppio taglio” (Eb 4, 12), la spada che vediamo all'ingresso del giardino in mano ai cherubini (Gn 3,24) e in seguito in mano sua per fare giustizia di ogni iniquità umana e cosmica (Ap 1,16 e 2,16).
Ma il Padre nostro non si riesce a spiegarlo compiutamente senza fare riferimento a un altro importante passo della Sacra Scrittura, riportato in Gv 6,22-59.
II.Il Discorso del pane di vita (Gv 6,22-59).
Infatti, mettendo in pratica il metodo utilizzato da un altro mio maestro, Herbert W. Armastrong[10] , il quale era convinto che la Sacra Scrittura chiarisce se stessa: basta investigare e si troveranno le spiegazioni di un passo in un altro passo.
Il Padre nostro pertanto trova la sua naturale spiegazione nel Discorso del pane di vita di Giovanni che ora riportamo per intero nel testo originale greco e poi in traduzione italiana, rimarcando in grassetto le peculiari affermazioni di Gesù che precisano la natura e il significato del pane quotidiano citato nel Padre nostro:
La traduzione in italiano è la seguente:
[22]Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del mare, notò che c'era una barca sola e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma soltanto i suoi discepoli erano partiti. [23]Altre barche erano giunte nel frattempo da Tiberìade, presso il luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie. [24]Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. [25]Trovatolo di là dal mare, gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». [26]Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. [27]Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». [28]Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?». [29]Gesù rispose: «Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato». [30]Allora gli dissero: «Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? [31]I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». [32]Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; [33]il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». [34]Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».[35]Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. [36]Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. [37]Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, [38]perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. [39]E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno.[40]Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno». [41]Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». [42]E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?». [43]Gesù rispose: «Non mormorate tra di voi. [44]Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. [45]Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. [46]Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. [47]In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna. [48]Io sono il pane della vita. [49]I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; [50]questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. [51]Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». [52]Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». [53]Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. [54]Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. [55]Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. [56]Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. [57]Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. [58]Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». [59]Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao.
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Ho riportato tutto il discorso per inquadrare il contesto in cui scaturìrono le affermazioni di Gesù sulla sua qualità di Cristo, Verbo incarnato, disceso dal cielo per essere utilizzato dall’uomo come pane di vita, cioè nutrimento genuino per condurlo ad una vita spirituale perfetta.
In queste due pericopi del Nuovo Testamento sta l’essenza dell’insegnamento di Gesù, la sua stessa missione. La seconda spiega efficacemente la prima, non lasciando più spazio all’equivovo sulla vera natura e sul vero significato del tipo di pane di cui parla il Padre nostro.
C’è voluto Giovanni, col suo Vangelo cosiddetto spirituale, per chiarire l’equivoco e dare un senso compiuto al risvolto escatologico della preghiera che contiene anche un altro momento determinante per la vita dei seguaci del Cristo, quello della misericordia e del perdono, tanto attuali, specialmente quest’anno.
Infatti, la pericope del Padre nostro ai versetti 14-15 prosegue dicendo: ”Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.”
Il grosso problema per il cristiano sta tutto qui. E’ difficile, quasi impossibile, perdonare, ma se non si riesce a perdonare, non si può chiedere misericordia per se stessi.
L’altro grosso problema è quello della natura e del significato del pane del Padre nostro. Il significato letterale si riferisce al pane materiale, ma non è quello che interessava a Gesù. A lui interessava la salvezza degli uomini e ,pertanto, era disceso dal cielo per aiutare l’uomo a realizzarla. Per fare ciò l’uomo deve accettare questo nutrimento particolare, inaspettato, proveniente dal cielo, diverso – come precisa Gesù – da quello che arrivò nel deserto e nutrì gli ebrei erranti.
Ora si tratta di un pane diverso, rappresentato da una Persona che si sacrificherà – una volte per tutte – per l’intera umanità.
L’insegnamento di questa Persona, designata come Figlio dell’uomo, già prefigurato in Daniele 7,13 (“Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno,simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui”), prevede però anche la sua sofferenza, la sua immolazione per l’uomo. E Gesù lo dichiara a modo suo.
Non fu capito allora e non fu capito nei secoli seguenti, tant’è vero che i famosi Padri della chiesa ci hanno ricamato sopra e i Concili, banditi e presieduti dagli imperatori per secoli, fecero il resto con dogmi assurdi e inverosimili, ammantati di mistero imperscrutabile!
Come possiamo leggere nelle pericopi del Discorso del pane di vita, il pane di vita è Gesù stesso, disceso da cielo, inviato dal Padre. Questo pane è la Parola fatta carne, il Verbo, che, dopo averlo conosciuto, bisogna assimilare, introiettare, per farlo diventare parte di noi.
In tal modo si recepiscono le principali componenti dell’insegnamento di Gesù: l’amore, la misericordia, il perdono. Il resto sono tutte cianciafruscole, per usare un termine con cui si espresse Francesco De Sanctis (La Giovinezza, 1889).
Per fare veramente omaggio a Morelli ho voluto essere me stesso, senza trincerarmi dietro inutili e stupide ipocrisie. Probabilmente il mio Maestro non avrebbe apprezzato e condiviso questa mia visione delle cose, ma penso che apprezzerà la mia sincerità.
Del resto ciò che conta non sono le chiese e i loro credi differenziati, ma soltanto la fede in Gesù Cristo, nel suo insegnamento, da applicare nella vita quotidiana.
Purtroppo c’è una domanda che lascia perplessi e pensierosi:”…Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18,8).
Non voglio darmi una risposta. Quel che vedo d’intorno in tutto il mondo credo, comunque, che sia fin troppo eloquente.
(Ho cercato di fornire il mio piccolo e modesto contributo, quello del quisque de populo, non addetto ai lavori, che ha ugualmente diritto ad esprimere le sue idee e il suo punto di vista. Agli occhi degli “studiosi” le mie appariranno come delle eresie, perché ho osato invadere il loro hortus conclusus[11] in cui è rischioso addentrarsi.
In altri tempi si rischiava il rogo per questa impudenza. Oggigiorno l’emarginazione, a meno che non si sia allineati e coperti, come quello scrittore di sinistra, napoletano, che si è messo a tradurre i libri della Sacra Scittura ed è stato accolto nel salotto buono cattolico.
Io a quei salotti proferisco Herbert W.Armstrong (1892-1986), il ricco pubblicitario che lasciò la sua professione e fondò la Chiesa di Dio Universale. Imparò l’ebraico e il greco antico e ritradusse tutta la Bibbia, da Genesi ad Apocalisse. Ne vennero fuori delle belle, da cui ho imparato moltissimo. Infatti ho ricevuto negli anni ’80-80 centinaia di opuscoli e libri in italiano, francese e inglese, gratuitamente, senza richiesta di denaro e/o di conversione o adesione.
Quelle letture e quegli studi, che utilizzai ampiamente nelle mie lezioni di Storia delle religioni, mi hanno convinto e da allora ho visto la Scrittura in un altro modo, e ogni volta vado a verificare ciò che leggo. Troppi secoli di manipolazioni ci hanno tramandato una Scrittura contraffatta. Debbo dare ragione ai musulmani quando affermano ciò. Loro però del vero Cristianesimo hanno capito ben poco, fuorviati anche sia dai dogmi sia dai comportamenti della Chiesa cattolica e delle altre confessioni cristiane che non hanno mai veramente operato per la pace tra gli uomini: secoli di storia stanno lo testimoniano).
Per le traduzioni dei testi mi sono avvalso dei seguenti sussidi didattici:
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Buzzetti, C., Dizionario base del Nuovo Testamento Greco-Italiano, Libreria Sacre Scritture, Roma, 1989;
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Gillieron, B., Lessico dei termini biblici, traduzione dal francese di Domenico Tomasetto, Elle Di Ci, Leumann, 1992:
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Montanari, F., GI – Greco-Italiano, Vocabolario della lingua greca, Loescher, Torino, 1995.
Per i testi del Nuovo Testamento greco ho utilizzato l’edizione The Greek New Testament, 1983, edito da United Bible Societies, Stuttgart; e anche dell’ Antologia del Nuovo Testamento Greco-Italiano, di Buzzertti Carlo, Cignoni Paola e Corsani Bruno, edita nel 1992 dalla Società Biblica Britannica & Forestiera, Roma.
Note biografiche degli autori
Zamprotta Italo ( Napoli, 1941),
Giornalista e scrittore, risiede a Biella. Capo Area informatica della P.A. in quiescenza.
Iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Piemonte dal 1972. E’ stato vice Direttore del Corriere Biellese, Corrispondente del quotidiano La Notte di Milano, Direttore di Panorama Biellese.
Ha studiato Scienze sociali, Scienze religiose, Sicurezza del lavoro e Information Technology.
Socio fondatore, Segretario Generale e Docente dell’Università Popolare di Biella e dell’Università popolare Subalpina, dove ha insegnato Sociologia, Antropologia culturale, Storia delle Religioni (anche all’UP di Milano). Ha insegnato anche Sociologia ed Etica sociale nell’Istituto Superiore di Servizio Sociale di Biella, dove è stato anche relatore di tesi di diploma.
E’ socio fondatore della CNUPI - Confederazione Nazionale delle Università Popolari, e socio di diverse Accademie e Associazioni culturali e filantropiche italiane ed estere. Presidente onorario del Centro Metropolitano di Ricerche T.A.B.O.R. della Facoltà di Teologia Ortodossa dell’Università statale “Alexandru Ioan Cuza ” (Iasi, Romania, 1998). Grande Ufficiale OMRI (2 giugno 1992).
Zamprotta Luigi (Biella, 1969)
Ingegnere informatico, risiede a Biella. Funzionario informatico della P.A. a Biella e a Milano.
E’ stato docente incaricato di Informatica nelle scuole secondarie superiori.
Tecnico di Processo (Novara,1990), laureato in Scienze applicate (Bruxelles, 1993) e in Informatica (Université Paris XII, 2005). La laurea francese gli è stata riconosciuta in Italia come laurea magistrale con DPCM (Roma,2006).
La sua tesi sulla (La Qualité comme philosophie de la production.Interaction avec l'ergonomie et perspetives futures)è stata pubblicata nel 1994 dalla TIU Press (Indendence, MO, USA), ISBN 0-89698-452-9 e citata in numerose bibliografie estere.
Esperienze didattiche e organizzative presso le Università popolari di Biella e Subalpina. Esperienze professionali presso la Biblioteca Civica, il Comune di Biella, l’Istituto Texilia.
E’ certificato in Francia come Ingegnere informatico, iscritto nel Répertoire del Consiglio Nazionale degli Ingegneri di Francia, in qualità di IUM - Ingénieur Universitaire Master. Nel Regno Unito è Membership della Society of Professional Engineers come Computer Science Engineer.
In Italia ha conseguito il Diploma di abilitazione alla professione di Ingegnere dell’informazione iunior - Sez.B presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano.
Dal 2014 è’ inserito come Esperto informatico negli elenchi dell’ ART - Autorità per la regolazione dei Trasporti.
Insignito del Diploma di Benemerenza con Medaglia (Decreto del Ministro dell’Interno, Roma, 10 maggio 2001) per “…l’opera e l’impegno prestati all’emergenza nella Regione Piemonte…” (settembre-ottobre-novembre 2000).
Ha ricevuto nel 2015 a Bruxelles il Diploma e la Medaglia commemorativa per i 150 anni della Société Royale Philantropique des Médaillés et Décorés de Belgique (di cui è socio), che nel 2016 gli ha conferito il Brevet di Chevalier de l’Ordre de la Croix belge.
[1] Standaert,B.-Clement,O., Pregare il Padre nostro, Edizioni Qiqaion, Magnano, 1984
[2] Come giustamente affermato in Antologia del Nuovo Testamento greco-italiano interlineare, p,162, Roma, 1992, ”solo nelle edizioni del secolo scorso se ne è riconosciuto il carattere tardivo, relegandolo in nota”.
[3] cfr.Novum Testamentum Graece et Latine, United Bible Societies, London, 1969
[4] Cfr.The Greek New Testament, United Bible Societies, Stuttgart, 1983
[5] Blass,F.-Debrunner,A., Grammatica del Greco del Nuovo Testamento, Nuova edizione a cura di F. Rehkopf, Gottingen, 1896-1913; pp.249-51, tr.it.Paideia, Brescia, 1982: ”L’uso di o e to come pronome dimostrativo è ancora conservato nella lingua classica in qualche espressione fissa…”. Anche la mia vecchia grammatica greca, con la quale iniziai lo studio del greco antico a metà anni ’50, dice la stessa cosa alle pp.99-100: cfr.Rubrichi,R,, Grammatica greca, Libreria Editrice Canova, Treviso, 1954.
[6] cfr.Blass,F., Textkritische benerkungen zu Matthaus, Gottingen, 1900; tr.it.Paideia, Brescia, 1975; (Beitrage zur Forderung cfristlicher theologie IV, 4, Gutersloh, 1900)
[7] cfr. Avril,A.C.,Lenhardt,P., La lettura ebraica della scrittura, Edizioni Qiqaion, Magnano, 1984
[8] Non sono d’accordo con la prof.Cristina Vallini, docente di :Linguistica generale all’Università L’Orientale di Napoli, che nel Convegno internazionale su “Lingue e testi nelle Riforme cattoliche” (Napoli, 4-6 novembre 2010), ha giustificato Gerolamo dicendo che “Un santo del generenon può aver commesso un simile atto di sciatteria”. Incredibile! Noi non valutiamo il santo, ma lo studioso, il traduttore. E Gerolamo ha furbescamente tenuto il piede in due staffe. Con due diverse traduzioni. Del resto lo ritengo inaffidabile sia perché ci ha consegnato una traduzione inutile della Bibbia ebraica (molto meglio la Septuaginta, più antica e attendibile) sia perché manipolò la corrispondenza con Agostino sapendo che passava ai posteri, come ha egregiamente dimostrato G.Pasquali, Storia della tradizione e critica del testo, Le Monnier, Firenze, 1971.
[9]Cfr. Origenes, La preghiera, Città Nuova, Roma, 1974. Si tratta di un'opera dottrinale, un opuscolum, giuntoci per intero nella sua forma originale, scritto nell'anno 234, strutturato in tre parti. Nella seconda parte, capp.18-30, Orìgene si occupa del Padre nostro.
[10] Herbert W.Armstrong (Des Moines, USA, Altadena, 1892-1986). Pubblicitario. Fondatore della Chiesa di Dio Universale, di alcune Università e Colleges. Pioniere di una nuova evangelizzazione,attraverso tutti i mass media, in diverse lingue. Teologo, biblista traduttore dell’intera Bibbia. Col Dipartimento di Teologia e Scienze bibliche dell’ Ambassador University promosse un vasto programma di divulgazione della Bibbia, gratuitamente, in sette lingue. E’ considerato un eretico da diverse chiese cristiane, anche da alcuni suoi seguaci, da lui beneficati! Tutto questo ovviamente dopo la sua morte. In vita fu osannato e ricevuto anche da numerosi capi di stato in tutto il mondo. Tanti filmati possono dimostrarlo.
[11] Cantico dei cantici, 4, 12