6.0 Università Popolare e bibliografia italiana ed estera
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6.0. Università Popolare e Bibliografia - Université Populaire et Bibliographie - People's University and Bibliography
Il riconoscimento di cui sopra fu possibile grazie all'incessante interessamento del sottoscritto presso gli Organi preposti. In particolare, il Ministero della Pubblica Istruzione,a cui fu trasmesso il dossier da me preparato(molto corposo e dettagliato, come prescritto, e storicamente circostanziato!). Per questa incombenza sono grato all'On.Giuseppe Botta,torinese, allora Presidente della Commissione Trasporti della Camera dei deputati.Il Ministero,retto da Rosa Jervolino Russo,espresse parere favorevole e inviò il dossier alla Presidenza della Repubblica per il relativo DPR.Nei mesi di giuno/settembre sollecitai la Presidenza della Repubblica all'emanazione del Decreto,rivolgendomi anche telefonicamente al Comm.Luigi Michelangeli,Capo della Segreteria particolare del Presidente Scalfaro, come si può verificare dal link che riporto di seguito:
Ho riportato questo link perchè chiunque possa verificare che non millanto interessamenti fantasiosi. Il DPR fu poi emanato in data 15 dicembre 1992 e l'Università Popolare di Biella risultò essere la seconda Università popolare per questo conferimento. A tutt'oggi!
Questa è la copia della lettera inviata dal Ministero Beni culturali alla CNUPI il 2 aprile 1985,con la quale si comunicava l'inserimento
di quattro Università popolari nel gruppo degli Istituti di cultura generale riconosciuti dal Ministero.
Riconoscimento che arrivò soltanto per la mia tenacia nel chiederlo per ottenerlo.
Prima di chiudere desidero riportare il primo apprezzamento pubblico che l'Università popolare di Biella ricevette in modo del tutto inaspettato. Nel 1978 la CCIAA - Camera di Commercio di Vercelli (allora Biella non era provincia e aveva una sede distaccata della CCIAA di Vercelli), presieduta dal dott.Marcello Biginelli, pubblicò la prima edizione del Libro verde: economia, arte, storia, turismo, folklore, gastronomia, tradizioni, curiosità, luoghi caratteristici e notizie utili sui comuni dei conprensori di Vercelli, Biella e Borgosesia, in cui venivano riportati non solo i dati statistici della Provincia e di tutti i Comuni della giurisdizione, ma anche i dati economici, amministrativi, artistici e culturali. In qualità di giornalista (allora Corrispondente da Biella del quotidiano milanese La Notte) ricevetti una copia omaggio. Grande fu la mia meraviglia quando lessi ciò che è scritto a p.120, che di seguito riporto da me evidenziato:
Questo lusinghiero apprezzzamento e attestato di stima non fu richiesto nè sollecitato.
E' la migliore risposta a certi invidiosi sprovveduti.
2016: ricorrendo quest'anno il 40mo anniversario di fondazione dell'Università Popolare di Biella, ho ritenuto di scrivere qualcosa, non tanto per autoglorificazione. ma soprattutto per inquadrare storicamente il movimento delle Università popolari. Nell'Apppendice 9 riporto il mio lavoro intitlato
Il movimento delle Università popolari in Francia a fine 1800
e la prima Università Popolare Biellese nel 1902, di Italo Zamprotta
Appendice 1
Biella, 20 novembre 1976. Il tavolo della Presidenza dell'inaugurazione.
Sono riconoscibili da destra il Presidente,prof.Diego Pozzi,il relatore,l'Arcivescovo di Torino,Card.prof.Michele Pellegrino,
Docente di Letteratura cristiana antica all'Università di Torino,
il Vescovo di Biella, mons.Vittorio Piola,e il Presidente onorario dell'UP,dott.Vincenzo Tacconi (Foto Lino Cremon - Archivio Italo Zamprotta)
Copyright © Italo Zamprotta 2009 - All rights reserved
Biella,1978.Mostra d'Arte fotografica del Corso di Arte e Tecnica fotografica del prof.Lino Cremon
Sono visibili da sinistra: Gaetano Patti, il dott.Alvise Savorgnan di Brazzà, Presidente UP Udine, il prof.Danilo Disotero, vice Presidente Up Milano,
il dott.Italo Zamprotta, Segretario Generale UP Biella, il prof.Mariano Baffi, vice Presidente UP Romana, di spalle il prof.Giuseppe Cataldi, Presidente
UP Romana, il prof.Raffaele Belvederi, Presidente UP Ferrara - Foto Luigi Zamprotta - (Archivio Italo Zamprotta)
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Le due fotografie sopra riportate sono state scattate da mio figlio Luigi,allora 12enne.Sono foto storiche,perchè riportano i momenti in cui si diede vita alla CNUPI,grazie ad un ristretto manipolo di disinteressati operatori culturali,veramente appassionati dell'educazione permanente degli adulti.
Il giovane Luigi fu sempre molto benvoluto dal prof.Ottavio Ferulano.
da "il Biellese", martedì 28 agosto 1984
Biella, 21 giugno 1986,Il volume pubblicato dall'Università popolare,
giudicato "prezioso" dal Sen.prof.Giovanni Spadolini. Questo volume è catalogato anche nel WorldCat
da "il Biellese", 20 giugno 1986
Biella,21 giugno 1986. Il tavolo della Presidenza della "3a Giornata Europea",organizzata per la CNUPI
Da sinistra sono riconoscibili il Presidente Ugo Canepa,il Presidente onorario Diego Pozzi,il Prefetto di Vercelli,Sergio Vitiello,
il Presidente CNUPI,Ottavio Ferulano,il Direttore del Ministero dei Beni culturali,Maurizio Bonocore Caccialupi
(Archivio Italo Zamprotta) - Copyright © Italo Zamprotta 2009 - All rights reserved
Biella, 21 giugno 1986. Il Programma della III Giornata di studio organizzato a Biella per la CNUPI
Biella,Inaugurazione anno accademico Università popolare,4 novembre 1988
Sono visibili da sinistra:prof.Gaetano Di Nardi,il Presidente Ugo Canepa,.dr.Italo Zamprotta,il Vescovo.mons.Massimo Giustetti.
il Presidente onorario,prof.Diego Pozzi,prof.Riccardo Rabaglio e il Preside del Liceo classico
Copyright © Italo Zamprotta 2009 - All rights reserved
(Foto tratta da "Panorama Biellese")
Biella, 26 settembre 1992.Invito alla presentazione del volume,curato da Italo Zamprotta - (Archivio Italo Zamprotta)
Questo volume scientifico fu presentato dall'Assessore all'Istruzione e Cultura della Città di Biella,la prof.Rosalia Aglietta che,già gravemente ammalata,
ci lasciò due mesi dopo.La presentazione scientifica fu fatta dalla prof.Alessandra Re,docente di Ergonomia all'Università di Torino.
(Biblioteca Italo Zamprotta)
La prof.Rosalia Aglietta,Assessore all'Istruzione del Comune di Biella,
durante una consegna di Attestati a fine anno accademico.
Sono con lei il Segretario generale,Italo Zamprotta,e il Presidente.prof.d.Giorgio Roncan
(Archivio Italo Zamprotta) - Copyright © Italo Zamprotta 2009 - All rights reserved
Appendice 3
Il Convegno Europeo del 21-22 novembre 1992
Questa è la terza pagina di copertina di quel numero speciale di Panorama Biellese.
Riporta la notizia così come la diedi al termine dell'Assemblea di quell'anno, lasciando tutti attoniti,
perchè nulla sapevano, compreso il Presidente. La comunicazione del Ministero dell'Istruzione
era giunta poco prima e, quindi, volli fare una piacevole sorpresa. Qualcuno se la prese a male,
perchè non era stato preventivamente avvisato. Non potevo dare ad altri il privilegio
di fornire questa notizia, dal momento che avevo tanto penato per ottenere il conferimento!
- R.Rabaglio, Sociologia della Religione, 1978;
- R.Rabaglio, Storia del Cristianesimo, 3 voll., 1987-89;
- I.Zamprotta, Temi e Problemi religiosi, 1983;
- I.Zamprotta, Il Pensiero sociale cristiano,1984;
- I.Zamprotta, Introduzione allo studio delle scienze sociali, 1986;
- I.Zamprotta, Viaggio nel mondo delle religioni, 1987;
- I.Zamprotta, Viaggio nel mondo religioso islamico, 1992;
- R.Rabaglio – I.Zamprotta, Università Popolare di Biella, ieri e oggi (1902-1986), 1986;
- R.Rabaglio – I.Zamprotta, L’azione sociale, culturale e di educazione permanente dell’Università Popolare di Biella dal 1902 al 1992 (a cura di), 1992.
Appendice 4
La fondazione della prima Università popolare a Biella
Debbo soffermarmi su questo storico argomento perché casualmente mi sono imbattuto sul web in una ricostruzione che non tiene conto dei fatti e li racconta senza consultare con metodo le fonti dell’epoca e nemmeno quelle posteriori. Questa ricostruzione è offerta al lettore come Comunicato Stampa del 7 maggio 2012 (cito testualmente!).
Ebbene, si narra che “nel Biellese un comitato promotore costituito da cinque professori delle scuole locali, da sei avvocati e da un conte, decise di dare vita alla prima Università popolare destinata al popolo, in cui ‘polarizzare la scienza e spiegare i fenomeni’. Prima sede individuata un locale in via Ravetti, dove il 23 novembre di 110 anni fa ebbe luogo la prima lezione tenuta dal professor Pio Foà, dell’Università di Torino”.
Or bene, in questa narrazione ricorrono degli errori e delle gravi omissioni.
Infatti, tra questi dodici apostoli (tale è il numero complessivo del Comitato promotore), c’era un medico, Giulio Casalini, che era anche giornalista, giacchè dirigeva il locale periodico socialista “Corriere Biellese”, allora molto diffuso tra la classe operaia, ma sedeva anche nei Consigli comunali di Torino e di Biella e in quello provinciale di Novara!
Il dott. Giulio Casalini era molto amico del patologo-ematologo-batteriologo Pio Foà (1848-1923), primo Presidente dell' Università popolare di Torino (la prima fondata in Italia) che era anche docente all’Università degli studi di Torino, città in cui era Anche Assessore (mentre il Casalini ne era Consigliere comunale). Solo due anni prima era stato cofondatore dell’Università popolare di Torino insieme col prof. Amedeo Herlitzka e col rag. Donati Bachi. Accettò la Presidenza dell’ Unione dell'educazione popolare offertagli da Filippo Turati. Infine fu Senatore del Regno. Una vera autorità in campo clinico, accademico e politico. Era stato anche un garibaldino e nel 1866 a Bezzecca si guadagnò la Medaglia d’oro!
Sen.Prof.Pio Foà, che tenne la prolusione del I anno accademico
dell'Università Popolare di Biella, domenica 23 novembre 1902
Venne ad inaugurare l’anno accademico dell’Università popolare di Biella, perché invitato da Giulio Casalini che frequentava Torino per motivi politicii e sindacali, ma anche professionali. Infatti nel Consiglio comunale di Torino sedevano nel Gruppo socialista altri due medici, Giovanni Lava e Pietro Caviglia con i quali c'erano comuni interessi e studi per migliorare le condizioni sanitarie del popolo.
La prolusione del prof. Pio Foà (quindi non la prima lezione!) fu tenuta al Teatro Sociale di Biella (come riportato anche nei libri scritti da Rabaglio e Zamprotta nel 1986 e 1992), non nelle aule di via Ravetti.
La presidenza dell’Università popolare fu offerta al Sindaco ing.Corradino Sella per ovvi motivi, come successe a Padova pochi mesi dopo. Giulio Casalini fu eletto vice Presidente, a dimostrazione del suo impegno per la nascita della nuova Università popolare. Possiamo tranquillamente affermare che fu il Promotore di quella fondazione.
Le lezioni vere e proprie, la prima affidata al prof.Albino Machetto, iniziarono il giorno dopo.
Questa esperienza si esaurì nel 1904. Ma, prima della seconda esperienza, di cui tra poco parleremo, ve ne fu un’altra nel 1904, molto commovente, quella della piccola Università popolare di Graglia, raccontata all’amico carissimo Riccardo Rabaglio nel volume che scrivemmo a quattro mani e pubblicammo nel 1986, che alcuni fingono di non conoscere sebbene sia catalogato in diverse biblioteche pubbliche italiane e anche nel WorldCat.
“A questa forma di Università popolare, un’esperienza innovativa che finì il 2 luglio del 1904, si sostituì un’Università popolare ambulante, voluta dal’Ispettore scolastico Alfredo Saraz”.
L’Ispettore scolastico Alfredo Saraz (Porto Longone, 1877 - Roma, 1927), poi Regio Provveditore agli studi e Direttore Generale al Ministero dell’Istruzione, fondò a Biella nel 1912 l’ Università popolare ambulante, con alcune sede distaccate nel Circondario. Questa Università popolare ambulante non sostituì niente, perché niente c’era da sostituire! Si sostituisce qualcuno o qualcosa esistente. In quel momento non era operativa alcuna Università popolare a Biella. Saraz sarà poi trasferito a Pesaro e in seguito in Basilicata e a Roma. Non ritornerà più a Biella, ma nel 1925 vi approdò una sua iniziatva nazionale, l'Università dei Tecnici della Scuola, fondata a Biella il 16 maggio per iniziativa del suo successore, il cav.prof.Mario Vianelli, regio provveditore agli studi dal 1913, che diede vita vita a questa nuova esperienza, in cui troviamo coinvolto nel Consiglio direttivo anche il giovane Giuseppe Pella, futuro ministro e Presidente del Consiglio, allora docente presso il Regio Istituto Tecnico Bona.
Ma ciò che ci preme ricordare è la figura di una grande educatrice, la Maestra Lucia Maggia (come poetessa si firmava Hedda), che a quell’ epoca fece tesoro della presenza a Valle Mosso di Ada Negri (Lod, 1870 - Milano, 1945, sposatasi nel 1896 con l'industriale tessile Giovanni Garlanda di Valle Mosso, dove risiedeva), la più grande poetessa italiana di tutti i tempi, incontrandola numerose volte e attingendo da lei quanto di meglio poteva. A Lucia Maggia (Pettinengo, 1883 - Cossato, 1973) sarà poi dedicata la scuola media di Cossato, citta in cui tenne numerose lezioni nella sede distaccata dell'Università popolare.
La Maestra Lucia Maggia negli anni '30
Le precisazioni sopra riportate si sono rese necessarie per puntualizzare con dati storici le uscite estemporanee di taluni che si avventurano in campi per loro sconosciuti. Si sa, oggigiorno tutti sanno tutto, ma a volte dimostrano chiaramente di non sapere consultare le fonti, anche se ne hanno in abbondanza a disposizione grazie al web. Nell'anno di grazia 2012 non si possono ignorare questi fatti da me sopra ricordati e, soprattutto, è sommamente ridicolo non menzionare chi ha fondato l' Università popolare di Biella nel 1976 e chi ha fondato l' Università popolare Subalpina nel 1997, come ricorda giustamente il compianto Franco Ruffa in un articolo facilmente consultabile sul web. Comportarsi in questo modo meschino denota inaffidabilità, oltre che plateale scorretezza. Del resto sono in buona compagnia, perchè il sito della CNUPI riporta le foto scattate da Luigi Zamprotta il 6 febbraio 1982 a Roma, senza menzionarne l'autore e infischiandosene del copyright. Non ho denunciato il fatto perchè gli autori di simili scorrettezze suscitano una pena profonda.
Appendice 5
Casalini Giulio
(Dott.Giulio Casalini,Vigevano,1876 - Torino,1956)
Nel corso delle mie ricerche sulla storia de Partito Socialista mi sono imbattuto più volte in questo nome che ricordavo legato alla storia della prima Università popolare di Biella, frutto delle ricerche di Riccardo Rabaglio, coautore con me dei due volumi sulla storia di questa benemerita Istituzione.
Ma chi fu Giulio Casalini? Di origini biellesi, nacque a Vigevano (PV) il 19 febbraio 1876 da famiglia piccolo-borghese che lo avviò agli studi.
Nel 1893 si iscrisse alla Facoltà di Medicina di Torino, dove contenporaneamente aderì al Partito Socialista Italiano.
Per la sua intensa attività politica fu coinvolto l'anno seguente nella reazione crispina e condannato al confino di polizia.
Nel 1897 lo troviamo, come collaboratore del "Grido del popolo" (di cui in seguito sarà Direttore), a raccogliere fondi per finanziare la spedizione della legione garibaldina per la libertà della Grecia, capeggiata da Ricciotti Garibaldi, col quale partì e combattè a Domokos.
Queste attività però gli procurarono controversie con la famiglia che lo aveva mandato a Torino per studiare non per fare il politico. Così riprese gli studi, ma continuò ugualmente l'attività politica, tanto da venire a Biella a dirigere il Corriere Biellese (fondato come giornale socialista nel 1895 da Rinaldo Rigola) nel periodo 1900-4. Nel 1899 si laureò in Medicina.
A Biella quindi fece il giornalista e il medico e il politico.
Va ricordato che tutte e due le volte che diresse giornali socialisti fu costretto ad abbandonare a causa del suo socialismo moderato! Il che vuol dire che si amavano le teste calde e non le persone assennate e ponderate, aperte al dialogo.
Fu eletto Consigliere comunale a Torino, ma anche a Biella, e Consigliere provinciale a Novara. Per partecipare al Consiglio comunale a Torino andava in bicicletta facendo, da Biella, 170 km tra andata e ritorno! Dal 1902 iniziò la sua lunga e intensa collaborazione con la Critica Sociale fondata da Filippo Turati nel 1891.
Proprio in quell'anno, rivestendo la carica di Consigliere comunale, fu tra i soci fondatori a Biella dell'Università popolare, di cui fu eletto vice Presidente, e a cui dedicò non poco tempo, visti gli accessi a Biella di numerosi studiosi di richiamo nazionale. Erano suoi amici, a d esempio, il prof.Foà di Torino e il dott. Ernesto Bertarelli (Arona,1873 - Milano,1957) di Parma.
Nel 1905 aveva cooperato alla creazione del primo dispensario italiano per lattanti, di cui fu nominato Direttore generale (vedasi la sua Relazione quadriennale, 1914, citata in Bibliografia).
Nel 1906 creò a Torino gli ambulatori popolari socialisti, dove accorrevano i malati delle classi meno abbienti, che venivano curati da medici progressisti.
Nel 1907 fu nominato Direttore de "Il grido del popolo", giornale socialista torinese, e nel 1909 fu eletto Deputato al Parlamento, dove sedette per quattro legislature.
Nel 1910 chiese in Parlamento che si rendesse obbligatoria l'assicurazione sociale per l'invalidità e la vecchiaia riscuotendo ampi consensi, ma i tempi non erano maturi, l'Italietta aveva altro da pensare, come la prossima avventura libica! (cfr.''L' assicurazione obbligatoria per la vecchiaia e l'invalidita dei lavoratori:discorso pronunciato dal deputato Giulio Casalini alla Camera dei deputati nella tornata del 13 maggio 1910'', Tip.della Camera dei Deputati, Roma).
Nel 1911 fondò la rivista "Il Comune moderno", anticipando temi che sarebbero diventati di attualità molto tempo dopo!
Nel 1921 divenne vice Presidente della Camera dei Deputati (il Presidente era Enrico De Nicola, poi primo Capo dello stato della Repubblica italiana), ma la frazione comunista che divenne maggioranza nella sezione di Torino, pur riconoscendo a Casalini le sue benemerenze, non lo propose per le elezioni amministrative, perché "non d’accordo con Mosca".
Casalini accettò con disciplina la decisione e, all’indomani, portò alla redazione di "Ordine Nuovo" un articolo di appoggio alla lista da cui era stato escluso.
Qualche giorno dopo Gramsci gli offrì la candidatura, aggiungendo:"Abbiamo capito che senza il tuo nome perderemo". Casalini rispose: "Non posso diventare vostro prigioniero: bisognerebbe rivedere programmi e uomini e ormai è tardi".
Al Comune tornò l’amministrazione clerico-liberale. A questo proposito è bene precisare che per Mosca si intendeva la capitale del nascente comunismo russo e internazionale. Questa posizione pregiudicò in seguito la carriera politica del Casalini che non fu mai bene accetto ai "compagni" comunisti. (Esperienza personalmente vissuta tanti decenni dopo da chi scrive!).
Nel 1922, dopo la scissione di Livorno, aderì al PSU di Turati e Matteotti.
Nel 1925 per motivi privati e familiari si ritirò dalla politica e proseguì la sua professione di medico, igienista, pediatra, e la sua attività puublicistica.
Casalini in vita sua scrisse oltre 100 pubblicazioni.
Casalini a noi interessa non solo perchè fu un validissimo membro fondatore dell'Università popolare a Biella e un fervente socialista moderato (fu chiamato socialista deamicisiano da Gobetti, in maniera ironica, e questo ci fa capiere anche chie era Gobetti!), ma anche per la sua capillare attività parlamentare, pubblicistica e professionale,che si poggiava su eccezionali capacità e rara competenza.
I suoi interessi e interventi spaziavano dall'igiene alla maternità (fu tra i precursori dell' ONMI-Opera Nazionale Maternità e Infanzia), dalla difesa dei diritti umani e civili fino a quelli previdenziali, allora misconosciuti.
Fu direttore di riviste mediche sulle quali divulgava anche principi e regole di educazione all'igiene, educazione sessuale, educazione materno-infantile, educazione domestico-familiare.
Piero Gobetti su "Rivoluzione liberale" lo definì:"Il missionario dell’igiene; il medico dei poveri che lavorando nel suo comune esauriva tutti i suoi ideali filantropici". Chissà che cos'altro avrebbe dovuto fare secondo questo giovane antifascista morto a 24 anni senza aver potuto dimostrare di che cosa sarebbe stato capace se fosse vissuto.
(Mi onoro di essere stato vice Direttore del Corriere Biellese, periodico da lui diretto).
Grande fu l'amicizia e la stima tra lui e il dott.Ernesto Bertarelli (1873-1957), medico-ricercatore, igienista e scrittore delle Università di Parma e Pavia, più volte ospite a Biella dell'Università popolare a inizio secolo, e del quale qui do un breve profilo biografico:
(prof.Ernesto Bertarelli, Arona,1873 - Milano,1957)
Ernesto Bertarelli nacque ad Arona il 6 luglio 1873. Si iscrisse alla Facoltà di Medicina dell’ Università di Torino e si laureò nel 1898 .
Le sue ricerche furono dedicate soprattutto all' igiene e ai vaccini . Fu Direttore dell'Istituto vaccinogeno di Berna e insegnò all'università di San Paolo del Brasile , di Rosario e di Buenos Aires in Argentina, e alla Rockfeller Foundation negli USA. In Italia insegnò a Parma e nel 1921 divenne Professore ordinario di Igiene all’Università di Pavia , dove rimase fino al termine della carriera nel 1946 e fu anche Direttore dell' Istituto di Igiene. Maggiore medico delle Forze Armate. Il lavoro più importante di Bertarelli è stata la dimostrazione, nel 1906 , che la sifilide , malattia esclusiva degli esseri umani , potesse essere trasmessa al coniglio iniettandogli il Treponema nella camera anteriore dell'occhio . La scoperta del Bertarelli fu molto importante, gli procurò grandi riconoscimenti internazionali ed è ricordata ancora a distanza di tempo. Divenne anche presidente dell' Istituto Sieroterapico Milanese .
Pubblicò articoli anche sulla rivista del Casalini, L'Igiene e la vita. In particolare uno del 1924, per il quale così si è espresso il Caleidoscopio, rivista letteraria:
Il dr. Bertarelli e il proibizionismo
Tutto ciò lo notiamo nella lettura della rivista che lui fondò a Torino, L'Igiene e la vita, soppressa nel 1939 (dopo ripetuti sequestri!) dopo i numerosi articoli contro l'emanazione delle leggi razziali. A questo proposito è doveroso sottolineare il ricordo di Tullio Levi, Presidente della Comunità Ebraica di Torino, che nel 2008 ha commemorato l'allora studente Bruno Segre che pubblicò un articolo proprio su quella rivista (cfr. L'Incontro, anno LX, N.6, settembre 2008).
Ritornaniamo a Casalini. Molto importante fu il Dizionario di Medicina per medici e famiglie, pubblicato dal Casalini nel 1939 con la UTET di Torino. In data 12 giugno 1941 quest'opera fu citata, per il suo rigore scientifico, dal New England Journal of Medicine! Immaginiamo al contentezza del regime fascista nel leggere questi apprezzamenti internazionali ad uno studioso socialista!
Fu Direttore generale dell'Istituto per le Madri e i lattanti di Torino già dalla fondazione nel 1910 e durante il periodo fascista.
Per l'atteggiamento tenuto dalla sua rivista a proposito delle leggi razziali del 1938, Casalini è stato ancora ricordato il 26 settembre 2008 da Michele Sarfatti sul Corriere della Sera ("Quando gli italiani si scoprirono ariani", p.55).
Fu Capitano medico e durante l'occupazione nazifascista aderì alla resistenza il 13 gennaio 1944, impegnato nelle formazioni partigiane autonome piemontesi. Dopo la guerra fu eletto consigliere comunale di Torino e nel 1946 fu vice Sindaco e Assessore all'Edilizia del Comune di Torino. (Si vede che dava ancora fastidio a qualcuno, perchè fu coinvolto in uno scandalo edilizio e dovette dimettersi!).
Chiuse la sua giornata terrena a Torino il 25 maggio 1957. Egli cooperò alla nascita ed all’affermazione di un vasto movimento socialista; ha potuto, con la parola e con gli scritti (oltre cento, fra opuscoli e libri), contribuire ad una larga educazione dell’animo popolare, senza secondi fini, senz’altra ambizione che non fosse quella di cooperare alla realizzazione di un mondo libero, più giusto e fraterno.
(Per la più parte di queste note biografiche sono debitore al compagno Giuseppe Manfrin (cfr.Casalini: missionario delll'igiene, medico dei poveri, Avanti della Domenica, anno 5, N.1, 6 gennaio 2002). Conobbi Manfrin nella prima metà degli anni '70, quando ero vice Direttore di Corriere Biellese. Passammo una serata indimenticabile a cena, ospiti a casa del compagno Edilio Galuppi, funzionario del PSI della Federazione biellese e poi anche Assessore al Comune di Biella. Manfrin fu giornalista e scrittore, partigiano, Addetto stampa e Responsabile nazionale della Sezione Stampa e Propoganda del PSI. Mio modesto omaggio alla sua memoria, come a quella di Casalini, è stato quello di compilare per loro la scheda di autorità per l'ICCU - Istituto Centrale per il Catalogo Unico del Ministero dei Beni culturali.
Mi sembra di ricordare non solo altri tempi, ma addirittura un altro pianeta, perchè si tratta di persone di un altro stampo!).
E' ricordato nel Dizionario biografico, Editori Riuniti, Roma, 1975-79.
Voglio concludere questo omaggio commemorativo di Giulio Casalini riportando il necrologio apparso sul British Medical Journal:
JUNE 2, 1956 OBITUARY – British Medical Journal
Ovviamente a lui non sono intitolate strade,piazze,scuole.Ne vi sono monumenti o busti marmorei (idem dicasi per Bertarelli),come nella migliore italica tradizione,dove quasi per decreto vengono onorati i soli quacquaraquà,cioè i ciarlatani,di cui siamo i primi produttori al mondo.
A conclusione di questa lunga e articolata Sezione mi è gradito riportare,nella Appendice 8, la copiosa bibliografia sulle Università popolari italiane da me reperita e indicata come "Bibliografia" della voce "Università popolare" dell'enciclopedia libera Wikipedia.
Poichè trattasi di una lunga bibliografia, ho provveduto a suddividerla in tre parti: "Storica", "Contemporanea", "Estera".
Mi preme anche precisare che per raccogliere questo materiale, sparso in centinaia di biblioteche italiane ed estere, ho impiegato molti mesi, ma ne è valsa la pena, tenuto conto dell'amore che ho sempre portato a questo movimento che ha saputo sopravvivere alla dittatura e in seguito a espandersi nuovamente nel dopoguerra.
(Archivio Italo Zamprotta) - Copyright © Italo Zamprotta 2009 - All rights reserved
Appendice 8
Bibliografia generale delle Università popolari
Bibliografia storica
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L'Università popolare, articolo non firmato, in Il Giorno, 23 febbraio, Roma. 1900
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Ojetti U. Le buone idee: l'Università popolare, in Il Giorno, 3 marzo (si ritiene che anche il precedente articolo del 23 febbraio sia dello scrittore Ugo Ojetti), 1900
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Gargano G.S. L'Università popolare, in Il Marzocco, 25 marzo, Firenze, 1900, pp.1-2
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Borsa M. A proposito dell'Università popolare, in Vita internazionale, 2 giugno, 1900, pp.363 e sgg.
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Marini R.A.L'Università popolare in Italia, Tip.degli Artigianelli, Torino, 1900
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Cantono A. Le Università popolari, Società italiana cattolica di cultura, Roma, 1900
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Faccio, R. (Sibilla Aleramo) Università popolari italiane, in Vita internazionale, 2 giugno, 1900, p.242,
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Università popolare: inaugurata in Milano il 1. marzo 1901 oratore Gabriele D'Annunzio: numero unico pubblicato dall'Associazione lombarda dei giornalisti, Tip. G.Martinelli e C., Milano, 1901
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Les universités populaires Cahiers de la Quinzaine, revue fondée et dirigée par Charles Péguy, Paris, 1900-1901
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Lodovico Mortara La sovranità civile della scienza: Discorso per l'inaugurazione dell' Università Popolare di Napoli, 17 marzo, Stab.Tip.Gennaro M.Priore, Napoli, 1901
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Nunzio Nasi L'Universita popolare di Roma, Soc. ed. Dante Alighieri, Roma,1901
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L'Università Popolare di Napoli: rivista settimanale: organo dell'Università Popolare napoletana, A 1,N.1,18 marzo, Stab.Tip.Gennaro M.Priore, Napoli, 1901
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L'Università popolare fiorentina bollettino bimestrale dell'Associazione dell'Università popolare, Tip.Campolmi, Firenze, 1901
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Calisse C. Discorso inaugurale dell'Università popolare di Pisa, 7 febbraio, Tip. Succ. Fratelli Nistri, Pisa, 1901
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Malnati Linda Per l'Università popolare: agli operai inscritti alla Camera del lavoro, L.Magnaghi, Milano, 1901
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Ascoli V. Relazione sul primo anno scolastico dell'Università popolare di Roma, Tip. Fratelli Centenari, Roma, 1901
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L’Università popolare di Venezia nel 1901, Stab.Tip. Lit. C.Ferrari, Venezia, 1901
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Sforza C. Un nuovo movimento: le università popolari, Forzani e C., Roma, 1901
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Aa.Vv. Biblioteca dell'Università Popolare di Milano, La Poligrafica, Milano, 1902
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Forte O. Il diamante ed il carbone: corso di 6 lezioni di chimica tenute nell'Università Popolare di Napoli nell'anno 1901, Tipografia Melfi & Joele, Napoli, 1902
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Cantono A. Le università popolari e la democrazia, con prefazione di Romolo Murri, Società italiana cattolica di cultura, 2a ed. Roma, 1902
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UPter Secondo anno di insegnamento all'Università Popolare Romana, Tipografia Nazionale G.Bertero & C., Roma, 1902
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Vivanti E. Il problema delle abitazioni: due lezioni tenute all’Università popolare di Venezia, Longo, cond.A,Cestari, 1902
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Geley G. Le prove del trasformismo e gli insegnamenti della dottrina evoluzionista: conferenze tenute all'Università popolare di Annecy (Alta Savoia) nell'inverno 1901-1902; pubblicazione e traduzione a cura della rivista "L'Università popolare" (Avv. Luigi Molinari, Mantova), L'università Popolare Edit., Stab. Tip. Baraldi e Fleischmann, Mantova, 1902
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Lugaro E. Riassunto delle lezioni di psicologia fatte all'Universita' popolare dal dott. E. Lugaro, G. Nerbini, Firenze, 1902
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Università popolare Biella Statuto modificato dall'assemblea generale delli 16 novembre 1913, Università Popolare Ambulante del Biellese, Tip.Coop.Biellese, Biella, 1913
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Stumpo, B. Dione siracusano: conferenza letta per incarico della Dante Alighieri il 27 aprile 1924 nei locali dell'Università popolare, Arti grafiche G. Castiglia, Palermo, 1925
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Spantigati C. Gli esperimenti religiosi della rivoluzione francese: conferenza tenuta all'Università Popolare di Alessandria il 23 aprile 1924, Tip. Sociale Torinese, Torino, 1925
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Roberto A. (1925),La sedotta che uccide in rapporto alla responsabilità sociale: conferenza tenuta all'Università popolare di Avellino il 31 maggio 1925, Tip. La Precisione, S. Angelo dei Lombardi, 1925
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Bollettino dell’Università popolare F.Francavilla Tip.Conte, Molfetta, 1926
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Stringari S. Nazario Sauro: Conferenza tenuta il 13 aprile 1926 a Treviso per invito di quella Università popolare, Tip. M. Bonomo, Marostica, 1926
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Vita della Università popolare di Mantova, Tip. dell'Università popolare, Mantova, 1926
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Rizzacasa N. (1927),Protezione della maternità e dell'infanzia nell'antichità: 1. lezione all' Università Popolare il 5 marzo 1927, Officine Grafiche Vecchioni, L'Aquila, 1927
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Rizzacasa N. Protezione della maternità e dell'infanzia nell'Evo Medio e moderno: 2. lezione all'Università Popolare il 18 marzo 1927,Officine Grafiche Vecchioni, L'Aquila, 1927
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Rivista mensile dell'Università Popolare di Udine, Edizioni La Panarie, Udine, 1928
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Mastelloni M. Commento al Canto del lavoro: letto nell'Università Popolare Fascista di Foggia il 13 febbraio 1928, De Nido, Foggia, 1928
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Chirulli G. (1929),Lo stato corporativo e la carta del lavoro: conferenza tenuta in Martina Franca il 19 marzo 1929. per la inaugurazione della Università popolare fascista, Lodeserto, Taranto, 1929
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La parola della Università popolare della Spezia, periodico N.5, La Spezia, 1930
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Del Zanna P. L'italianità di Malta: conferenza tenuta all'Università popolare di Siena, il 30 aprile 1935, Soc. poligrafica, Siena, 1935
(Come la storia ci ricorda e l’attento lettore ha potuto notare, la fine degli anni ’20 vede un preciso mutamento nelle Università popolari che vengono soppresse e incorporate negli Istituti di cultura fascista. Qualcuna si denomina anche Università popolare fascista, oltraggiando una denominazione che in tutta Europa era sinonimo di libertà, di libero pensiero, libero insegnamento. Pertanto, ho ritenuto di omettere ulteriori riferimenti bibliografici. La bibliografia, quindi, prosegue con i riferimenti al secondo dopoguerra).
Bibliografia contemporanea
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Università Popolare di Milano, Statuto approvato dall'Assemblea generale dei soci il 18 luglio 1946, Milano, 1946
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Università popolare Teramo,L'Università popolare di Teramo nell'anno 1946,primo semestre: relazione morale e rendiconto finanziario: agosto, D'Ignazio, Teramo, 1946
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Gonella G. L'università del popolo: Discorso tenuto nell'aula magna del Liceo Visconti per l'inaugurazione dell'Università Popolare Romana, Istituto Poligrafico dello stato, Roma, 1947
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Cerreti G. La cooperazione nella carta costituzionale e i suoi riflessi nel campo sociale: conferenza tenuta alla Università popolare di Roma il 12 luglio 1948, Coop, Roma, 1948
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Falchi G.F. Delinquenti minorenni e giustizia minorile: Conferenza tenuta nell'Università popolare di Venezia il 16 gennaio, Industrie Poligrafiche Venete, Venezia, 1948
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Annuario della Università popolare trentina, 1945-1949, Tip. Saturnia, Trento, 1949
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Rutteri S. Storia di Trieste nella corsa dei secoli:quattro conferenze dette all'Università popolare della Lega nazionale triestina in Sala Dante le sere 17, 24, 31 gennaio e 7 febbraio dell'anno 1949, Rocca San Casciano: Cappelli, Ed. dell'Università popolare della Lega nazionale, Trieste, 1950
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Ruffini A. Il porto di Genova: testo integrale della conferenza tenuta all'Università Popolare Cattolica "Contardo Ferrini" in Genova il giorno 8 dicembre, Consorzio Autonomo del Porto, Genova, 1951
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Mattioli G. L'umanità: il mistero delle origini.Conferenza tenuta il 7 febbraio per l'Università popolare di Reggio Emilia, Age, Arti Grafiche Emiliane, Reggio Emilia, 1951
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Invernizzi G. (1952),Dalla medicina empirica alle moderne conquiste della medicina scientifica: Conferenza tenuta il 15-2-1951 presso l'Università popolare di Bergamo e il 16-3 presso il Circolo cattolico di cultura di Clusone, Tip. Stamperia Editrice Commerciale, Bergamo
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Collettiva incisione e scultura: Trento 1953. Palazzo della camera di commercio. Mostra allestita col patrocinio della Giunta provinciale. Catalogo; Università popolare trentina. Centro di cultura artistica, Tip. Saturnia, Trento, 1953
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Appendice 9
Nell'anno di grazia 2016 ricorre il 40mo anniversario della ricostituzione a Biella dell'Università popolare, auspice l'autore di questo sito web. Ho sentito il bisogno e il dovere di celebrare nel mio privato questo anniversario che può interessare alle persone amanti della cultura, non certamente a coloro che in ogni modo hanno cercato di separare il mio nome da quello dell'Università popolare di Biella, Vana fatica la loro, perchè i fatti - la STORIA - sono dalla mia parte e non potranno essere cancellati da chicchessia.
Per evitare inutili e odiose autocelebrazioni ho fatto ricorso ad una ricerca che mi ha impegnato per diversi mesi sia per decifrare il materiale documentario raccolto sia per porre mano alle traduzioni dal francese. Infatti, ho voluto delineare il contesto storico in cui sorsero in Europa le Università popolari così come le intendiamo noi oggi. E il modelllo risulta essere quello della vicina Francia, a cui i nostri pionieri fecero capo nel 1899-1900 per realizzare le nostre prime UUPP.
E all'UP di Torino, a cui era legato per diversi motivi, fece ricorso anche colui che a Biella fu l'artefice della fondazione della prima UP biellese. Ovviamente trattasi di un personaggio conosciuto e celebrato anche all'estero, ma non in Italia (dove fece molto bene, specialmente per le classi meno abbienti) e meno che mai a Biella, città che nella toponomastica celebra i nomi più fantasiosi (in questo momento mi viene in mente John Lennon!), ma finge di non conoscere persone che a Biella fecero un gran bene e le diedero lustro in Italia e all'estero.
Il mio lungo articolo storico-scientifico è diviso in due parti, di cui riporto il sommario per agevolare il lettore. Alla fine ho inserito la ricca bibliografia, già qui presente da alcuni anni, e moltissime note esplicative che potranno ulteriormente aiutare per l'approfondimento dell'argomento, per chi è interessato. Buona lettura!
Il movimento delle Università popolari in Francia a fine 1800
e la prima Università Popolare Biellese nel 1902, di Italo Zamprotta
S O M M A R I O
Parte prima
1. Il contesto francese dell’educazione popolare negli ultimi anni del 1800
2. L’influenza dell’affaire Dreyfus sul movimento dell’educazione popolare
e le prime UUPP
3. Georges Deherme
4. Gabriel Séailles
5. Uno sguardo alle cifre e alle attività in provincia
5.1. La fioritura di una ghirlanda flessibile di Università popolari
5.2. La rete delle UP nelle province dal 1898 al 1902 (Tavola 1)
Parte seconda
6. Giulio Casalini e l’Università popolare biellese del 1902
6.1. Giulio Casalini , gli inizi
6.2. La militanza politica e gli impegni istituzionali
6.3. La fondazione dell’Università popolare biellese
6.4. L’attività professionale
6.5. La nomina a vice Presidente della Camera dei Deputati
6.6. L’impegno sociale
6.7. Il secondo dopoguerra
Parte terza
7. Bibliografia generale delle Università popolari
7.1. Storica
7.2. Contemporanea
7.3. Estera.
(Per la Parte terza si prega il lettore di consultare la Bibliografia citata in precedenza)
Parte prima
Sono già passati quarant’anni da quel sabato 4 settembre 1976 quando ci ritrovammo per fondare a Biella l’Università popolare[1] [2] .
Quel giorno un manipolo di uomini di buona volontà si ritrovò in via Repubblica 10 (ex Lanifici Rivetti), ospiti della Fe.So.C.I. (Federazione Socioculturale Italiana), per realizzare qualcosa di importante che avrebbe sfidato il tempo e i critici invidiosi.
La notizia fu riportata dai giornali locali. Su “il Biellese” pubblicai un resoconto dell’avvenimento, firmato i.z.[3] , che fu collocato in ultima pagina accanto ai necrologi, tanta era la considerazione per un fatto culturale che aveva richiamato non solo l’attenzione dei partecipanti, appartenenti a esperienze diverse, a credi politici e anche religiosi diversi, ma risultava affiliata all’Università popolare di Torino, la prima ad essere fondata in Italia, inaugurata il 12 novembre 1900, presidente il prof. Pio Foà.[4]
Certamente i Soci fondatori lo fecero in nome non solo della cultura, genericamente intesa, ma soprattutto in nome di quella educazione permanente da poter offrire a più vasti e larghi strati di popolazione presente sul territorio biellese.
In ricordo di quei momenti memorabili, che ricordo con piacere e tanta nostalgia, non voglio cedere a una sterile quanto inutile autocelebrazione, ma ricordare il contesto storico-politico e socioculturale in cui nacque e maturò in Europa, particolarmente in Francia[5] , il movimento delle Università popolari, e in seguito parlare di colui che a Biella fu l’artefice della fondazione della prima università popolare.
E’ doveroso il riferimento alla vicina Francia, vera patria del movimento che si inquadra nel contesto storico-culturale di fine 1800 in cui maturò l’azione innovatrice di alcuni studiosi francesi nell’ambito del più ampio movimento dell’educazione popolare, che diede vita, nel giro di pochissimo tempo, a diverse centinaia di Università popolari non solo in Francia, ma anche nei principali paesi europei.
E mi riferisco alle vere università popolari, cioè a quelle che noi siamo abituati a considerare tali, perché ve ne furono altre, sorte decenni prima, che però ebbero tutt’altra visione dell’educazione popolare[6] .
Non considero assolutamente il modello delle University Extension britanniche, emanazione delle grandi università, incapaci di creare contatti col popolo e unicamente mirate al successivo accesso al college.
Infine, rievocherò la figura di colui che fu il vero artefice della fondazione dell’Università popolare biellese nel 1902, Giulio Casalini.
Il presente lavoro è corredato da una copiosa bibliografia ripresa dal sito web italozamprotta.net (Sezione Università popolare), divisa in storica (fino agli anni ’30), contemporanea ed estera, per consentire – a chi è interessato – di approfondire in maniera esaustiva le ricerche su questo importante fenomeno culturale.
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Il contesto francese dell’educazione popolare negli ultimi anni del 1800
Quale era il contesto storico, sociale, culturale francese da cui poi presero le mosse alcuni nostri intellettuali uomini politici e uomini di buona volontà, che si spinsero a tentare di importare nel nostro paese le positive esperienze maturate nella vicina Francia?
La prima UP, nata nel 1899 a Parigi, prese il nome dal giornale che aveva fondato nel 1894 Georges Deherme (1867-1937), La Coopération des Idées. Questo semplice nome da solo è indicativo del progetto, per non parlare del programma di UP.
Questo significava sia associare idee sia uomini di estrazione sociale molto diversa, alcuni appartenenti alla classe operaia ed altri al ceto intellettuale. Il possibile incontro tra due mondi fino ad allora sconosciuti risultò possibile grazie al caso Dreyfus[7] dove si creò un clima polarizzato in cui confluirono anarchici, radicali, uomini politici e di cultura, cioè coloro che da allora furono denominati "gli intellettuali"[8] .
La prima università parigina è stato il risultato dello “strano” incontro tra Georges Deherme (1867-1937), tipografo, intagliatore, anarchico, e Gabriel Séailles (1852-1922), repubblicano, professore di filosofia alla Sorbona, uno dei fondatori nel 1898 della LDH- Ligue des droits de l’Homme (Lega dei diritti dell'uomo)[9]. Di Deherme e Séailles diremo tra breve.
Questa iniziativa in cui si incontreranno il borghese incravattato, ansioso di rivolgersi alla gente, e l’operaio scamiciato, curioso di capire il mondo e il suo tempo, avviene in un periodo in cui l'istruzione è al centro della riflessione sociale.
L'affare Dreyfus divide il paese e spinge alcuni intellettuali repubblicani a voler illuminare le persone per guadagnarle alla loro causa mobilitandole in lotte politiche. Infatti, se la prima UP nasce da un'iniziativa dei lavoratori, le seguenti vengono "dall'alto" e inaugurano una lunga tradizione accademica.
Nello stesso periodo, la Camera del lavoro, che sosterrà lo sforzo educativo delle Università popolari, si ritrova davanti alla frase iconica del suo leader, Fernand Pelloutier[10] , Instruire pour révolter, cioè Educare alla rivolta, chiamata pedagogia dell’azione diretta![11]
Infatti, secondo i sindacalisti rivoluzionari, la UP completa la Camera del lavoro, lavora nella stessa direzione, “le università popolari, le biblioteche di educazione libertaria, dopo che le persone si saranno sbarazzate di tutti i pregiudizi ..., diventano vivai di militanti, apostoli che andranno in tutte le organizzazioni dei lavoratori"]. Tutto ciò, anche se i sostenitori del socialismo massimalista, raggruppati intorno al Partito Operaio Francese (POF), fecero un’accoglienza molto riservata alle UUPP, esse furono, come indica il loro nome, molto popolari e ben accolte nel mondo del lavoro e delle sue organizzazioni .
Eppure le UUPP sono il risultato di una combinazione di circostanze in un momento in cui c’è, infatti, una grande sete di conoscenza nella classe operaia e gli intellettuali progressisti desiderano associarsi con essa. Questa sarà sia la causa del grande successo delle UUP sia probabilmente anche la causa della loro scomparsa o almeno della loro rarefazione.
Lo sviluppo delle UUPP in Francia fu folgorante: 15 alla fine del 1899, 116 nel 1900, 124 nel 1901 e 230 in totale fino al 1914, e si contano circa 50.000 membri!
La maggior parte di loro, l’80%, apparteneva alla classe operaia.
Presto insorgono le contraddizioni interne tra attori e progetti. Infatti gli intellettuali stanno prendendo il centro della scena, presiedono, programmano, animano il dibattito. Solo il 10% delle lezioni sarà tenuto dai lavoratori.
Così “molti lavoratori...e artigiani abbandonano le Università popolari. Non hanno trovato ciò che erano venuti a cercarvi”[13]
Questa divisione politica ed educativa si tradurrà in un rapido indebolimento del movimento delle Università Popolari, già minacciato dalle difficili condizioni di lavoro dei lavoratori (12 ore al giorno o più), talvolta dalla notevole lontananza e anche dalla sporadicità delle riunioni.
Nonostante questo fallimento, il movimento di UP promuoverà la nascita di una nuova socialità, meno maschile, più familiare, dove al di là di discorsi accademici, nati anche nelle biblioteche, riflessioni su edilizia sociale, azioni anti-alcolismo, spettacoli teatrali e talvolta anche manifestazioni di solidarietà operaia, fondi di previdenza, consulenza medica, odontoiatrica o giuridica ... nonostante la persistenza degli ultimi "upistes" (erano così chiamati coloro che si dedicavano alle UU.PP.), il colpo al movimento delle università popolari verrà dato dall'immenso macello iniziato nel 1914[14] .
2. L’influenza dell’affaire Dreyfus sul movimento dell’educazione popolare
e le prime UUPP in Francia
Sembra abbastanza certo che l'affare Dreyfus, iniziato nel 1898, e il seguente processo a Emile Zola siano stati gli elementi catalizzatori intorno ai quali si sono aggregati classe operaia e intellettuali progressisti. Quindi va assegnata a questa "grande confusione di idee e di passioni eccitate" la causa immediata del movimento delle UP, dice Jeanne Weill sotto lo pseudonimo di Dick May[15] . Il coinvolgimento di accademici, giornalisti, scrittori e sostenitori dreyfusardi è attestato in ogni caso.
Due terzi delle università popolari operanti fino al 1908 furono infatti creati dal movimento operaio. Questi dati ci consentono di sapere di chi fu l'iniziativa.
Vi è una studiosa del movimento dell’educazione popolare, Geneviève Poujol, che sostiene una tesi che però non va sottaciuta. Essa sostiene che le università popolari non sono state fondate per la classe operaia, ma per il popolo.
La Poujol così argomenta: ”Da una parte, il movimento delle UUPP è animato da alcuni notabili per la parte essenziale; da un’altra parte, si rivolge agli individui e non al solo movimento operaio in quanto tale. Ai suoi occhi…questidue movimenti si sviluppano in parallelo, ovviamente ciò non esclude degli incontri puntuali tra le due componenti”.[16]
Quindi, due movimenti che si evolvono in parallelo, che non escludono incontri occasionali tra gli individui.
Eppure, la prima università popolare è stata fondata nell’ottobre 1899, con sede a Parigi, al Faubourg Saint-Antoine, dal tipografo Deherme Georges (1870-1937).
Con la sua sala conferenze e spettacoli, la sua biblioteca e il museo serale denominata La Cooperation des idées, approva, nel contesto della vicenda Dreyfus, l'incontro tra militanti operai e intellettuali attorno all'idea di educazione popolare: "Noi abbiamo visto la bestialità, la perdita di coscienza, l'ignoranza morale della folla, abbiamo visto l’iniquità, una Repubblica dai costumi sudamericani ... Noi sappiamo che la cura per questo caos ... è l'educazione popolare"[17]
Deherme aveva creato nel 1896 una prima idea di cooperazione, in realtà si tratta di una rivista mensile di sociologia positiva; così fu sotto l'influenza del positivismo che esaltava la scienza come principio organizzatore della società al posto della religione.
Nel 1898, sviluppò un programma di lezioni quotidiane con l'idea di formare una élite del proletariato che potrà "conoscere le principali leggi della sociologia e della psicologia collettiva ...[e] avrà il potere della suggestione sulle masse per condurle alla libertà e alla giustizia "(lettera a Jules Ravate del 18 febbraio 1898, citata da Mercier, op.cit., p. 20). Deherme postula infatti l'incapacità politica dei lavoratori.
Questi colloqui sono stati un successo immediato ed è qui che è nata l'idea di una università popolare, l'istruzione superiore per un lavoro d'élite illuminata e onesta al fine di facilitare sindacati e cooperative e guidare questa "massa di pecore".
Ci vorranno diversi mesi a Deherme per convincersi della necessità di questa università popolare per la quale egli desidera un'istruzione meno pedante del college "non popolare", adattata alle esigenze degli ascoltatori la cui missione è di risvegliare lo spirito scientifico e filosofico.
Deherme ha anche in mente una formazione reciproca, il lavoratore riceve un metodo di studio, che può scambiare con la sua vita di esperienza reale. È per questo che si chiama "Cooperazione", un luogo in cui le idee sono messe in comune per lo scambio, un luogo dove le idee educative e di solidarietà sono l’espressione concreta dei rimedi ai problemi sociali.
Il futuro presidente della Lega delle università popolari, Gabriel Séailles, fa una riflessione decisiva sul tono generale di questa prima università popolare.
Egli sostiene la trasformazione dell'uomo attraverso una riforma morale individuale, la creazione di élite culturali intermedie, la riconciliazione tra le classi, l'avvento di una società di individui uguali volontari.
Le persone sono infatti la principale questione ideologica, tra repubblicani e socialisti.
Secondo Mercier, "l’università popolare voluta da Deherme, sostenuta dalla borghesia liberale, è parte dell'arsenale istituito per competere con il monopolio del socialismo sulla classe operaia" (Mercier, op.cit., p. 27).
Va rilevato che un contributo notevole alla conoscenza e alla diffusione del fenomeno “Université populaire” in Francia fu dato da alcune riviste, tra cui spiccano i Cahiers de la quinzaine e Pages libres.
I Cahiers de la quinzaine, rivista bimestrale, fu fondata nel 1900 dallo scrittore e poeta francese Charles Péguy (1873-1914)[18] che dedicò ben tre numeri alle Università popolari, riportando una ricca documentazione, che spazia dal 1899 al 1901, sui centri di educazione popolare di Parigi e provincia, molto importante come punto di riferimento per le ricerche in questo settore. Tra i suoi collaboratori più illustri ricordiamo André Suarès, Daniel Halévy, Julien Benda e Anatole France.
Pages libres, settimanale politico, fondato nel 1901 da Charles Guieysse[19] , che ne assunse la direzione con l’assistenza di Maurice Kahn et George Moreau. La rivista, nata proprio con lo scopo di affiancare il movimento delle UP, fu in seguito influenzata dal filosofo e sociologo Charles Sorel (1847-1922), conosciuto per la sua teoria del sindacalismo rivoluzionario. Come settimanale cessò il 2 ottobre 1909 per poi proseguire la sua esistenza come supplemento a la Grande Revue[20] di Jacques Rouché fino al 1914 e poi ancora dopo la guerra.
In particolare va ricordato che Charles Guieysse, editore e direttore di Pages libres, ne faceva un elemento della lotta di classe, con la riserva che lotta non significa odio. Secondo lui, le UP avevano come compito di sviluppare le facoltà intelletuali degli operai al fine di permettere loro di lottare contro le insufficienze del regime sociale e di ottenere giustizia grazie alle loro forze. Egli si lamentava nel vedere che in provincia gli insegnanti evitavano la politica e raccomandava di affidare la direzione agli operai e di lasciare agli intelletuali soltanto una voce consultiva (III-2, pp.15.19,61; III-20, pp.3-4),
3. Georges Deherme [21]
Vicino al pittore simbolista Alessandro Séon, egli associa l’arte alle attività delle Università popolari come ha dimostrato anche Jean-David Jumeau-Lafond[22]. Alessandro Séon[23] disegna le scenografie della rivista di Deherme La Cooperazione delle idee.
Georges Deherme è considerato l'iniziatore delle Università popolari. Chi era?
Deherme, nato nel 1867 in una famiglia di tipografi, a dodici anni apprese la lavorazione del legno e frequentò precocemente i circoli anarchici. Residente a Parigi, nel quartiere del mobile, è stato uno dei fondatori della rivista Antipatriottica-rivoluzionaria.
Dal 1885 ha lavorato nel giornale Il diritto sociale di Marsiglia, così pure a Terra e libertà, organo dei comunisti anarchici poi confluito in Autonomia personale.
Aderisce all'unione degli intagliatori in legno. Autodidatta, egli si nutre delle opere di Proudhon, di opere sociologiche, di etica, e di opere scientifiche.
Sarà anche co-fondatore con Paul Desjardins, Ferdinand Buisson, Charles Gide, Georges Séailles dell’Unione per l’azione morale che diventerà l'Unione per la verità. In parallelo collabora col quotidiano anarchicheggiante Il Rinascimento.
Tuttavia intorno al 1894 abbandonò l'anarchismo e scelse la cooperazione come mezzo di azione. Nel 1900 divenne un fervente propagandista con la sua rivista Almanacco della cooperazione.
Eletto nel 1899 al Comitato centrale dell'Unione Cooperativa, si schierò contro le cooperative socialiste difendendo l'indipendenza della cooperazione contro le interferenze politiche. Anche se collabora ancora nel 1901 all’organo individualista L’Uomo, abbandonerà le idee libertarie per dedicare il resto della sua vita allo studio del positivismo.
Georges Deherme è noto soprattutto come il fondatore delle Università Popolari.
Per promuovere la cultura popolare e mantenere i contatti tra le istituzioni di educazione popolare fondò nel 1895 il giornale “La Coopérative des Idées”, LaCooperativa delle Idee.
Con alcuni amici aprì un locale in via Paul Bert, una piccola società cooperativa, e vi insediò una delle prime università popolari che prese il nome dal giornale, "la Cooperativa delle idee". L'obiettivo era quello di raccogliervi lavoratori liberi, direttori di formazione di cooperative e sindacati, una élite operaia "nucleo vivente della società futura."
Poco dopo questa fondazione, Georges Deherme fondò una Società delle Università Popolari di cui fu eletto Segretario generale, mentre la maestra Rousselle, i giornalisti Henry Mazel (cattolico) e Robert Dreyfus (ebreo) furono i segretari aggiunti.
Essa sarà guidata successivamente da Séailles, professore alla Sorbona (di cui diremo in seguito). Gli intellettuali e i borghesi liberali uniranno le università disposte ad "andare al popolo" per la sua formazione.
Proudhoniana con Deherme, la Società delle università diventerà poi marxista-sindacalista con Séailles.
L'università con Deherme è un’istituzione notevole, molto dinamica, attira un migliaio di membri che partecipano a molteplici attività educative e ricreative.
Essa deve essere “un’associazione laica che si propone di sviluppare l’insegnamento popolare superiore, che prosegue l’educazione reciproca dei cittadini di ogni condizione, che organizza i luoghi di riunione, dove il lavoratore possa andare – una volta terminato il proprio lavoro – a riposarsi, a istruirsi, a distrarsi”.
Deherme postulava l’enciclopedismo: ”più si mescolano gli argomenti, più si ha la possibilità di rivelare attitudini e di stimolare la curiosità intellettuale che è sempre colpita da qualche cosa che non possiamo sapere in anticipo” (Mercier, op.cit., p.113).
Vi è l'iniziativa di un teatro del popolo, si tratta di sport e cinema e Deherme, vicino al pittore simbolista Alexandre Séon, associa l’arte alle altre attività.
L’animatore progetta anche la creazione di un Palazzo del Popolo, ma Deherme è un uomo autoritario, è contestato per le sue scelte educative. L'invito di un sacerdote in qualità di relatore provoca i laici e i socialisti, e Deherme è costretto a lasciare nel 1904.
Era insorta nel 1904 una controversia a seguito di un processo intentato contro un membro dell’UP che Deherme aveva fondato. Lui stesso fu espropriato della sua opera ovvero di quella che lui considerava come tale. Tutto ciò non potè passare senza polemiche che fecero rumore e provocarono anche qualche scandalo[24] .
Deherme è diventato uno scrittore, tra l’altro ha pubblicato le seguenti opere:
Rapporto sull’insegnamento sociale in Francia , 1900
La Democrazia vivente , 1909
La crisi sociale, 1910
Le classi medie: studio sul parassitismo sociale, 1912
Il potere sociale delle donne, 1914
Il positivismo nell’azione , 1915-16-20-23
Il denaro e la ricchezza: le forze da regolare, 1919
Il numero e l’opinione pubblica, 1919
Auguste Comte e la sua opera: il positivismo, 1921
Democrazia e sociocrazia, l’immensa questione dell’ordine , 1930
Si dedicò completamente alla diffusione del positivismo con la sua rivista, anche con nuove opere.
Si avvicinò a Charles Maurras (1868-1952, giornalista, saggista poeta, uomo politico) e nel 1921 creò il Gruppo di Auguste Comte per diffondere il pensiero del Maestro. Autodidatta, ha costruito una personalità ricca e coinvolgente, certamente controversa, ma con sfaccettature polemiche e dottrinarie di talento. Morì il 25 gennaio 1937.
Per questo profilo biografico mi sono servito delle seguenti fonti:
3.1. Fonti
- Séailles G. La Coopération des idées, société des universités populaires...Éducation et révolution(Conférence faite à l'inauguration de l'Université populaire, le 8 octobre 1899), Faubourg Saint-Antoine, Paris, 1899
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Deherme, G., (1901), La coopération des Idées: Une tentative d'éducation et d'organisation populaires, Union pour l'Action morale, 1901
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Mercier L. Les universités populaires: 1899-1914: education populaire et mouvement ouvrier au début du siècle, préface de Madeleine Reberioux, Les éditions ouvrierès, Paris, 1986
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Jean-David Jumeau-Lafond nel suo libro I Pittori dell’anima. Il Simbolismo idealista in Francia, Pandora, Paris, Anvers,4 1999.
4. Gabriel Séailles
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Se il fondatore della prima UP in Francia e dell’Associazione francese delle UU.PP. è un autodidatta, tipografo e intagliatore, di tutt’altra estrazione e caratura è invece l’altro grande personaggio di rilievo del movimento in Francia, Gabriel Séailles.
Filosofo e storico della filosofia, saggista, docente alla Sorbona, Séailles nacque a Parigi nel 1852.
Si interessò anche di pittura ed estetica (la sua tesi di dottorato è del 1884, Essai sur le génie dans l'art ), avendo la moglie e la figlia entrambe pittrici. Intervenne contro l’ingerenza clericale negli affari di stato, ma soprattutto si battè in difesa di Dreyfus.
Fu tra i fondatori della Lega per i diritti dell’uomo e fu tra i fondatori di diverse UU.PP. Presidente della Federazione delle Università popolari francesi fino al 1914.
Repubblicano, simpatizzante socialista, ardente dreyfusardo e libero pensatore qual era, concepì una società laica, solidale e giusta, fondata sul lavoro, in cui ciascun uomo potesse realizzarsi.
“Noi vogliamo – diceva Gabriel Séailles – che tutti siano chiamati a partecipare alla bellezza, alla verità, alla vita morale, a questi beni preziosi che formano la dignità della persona umana; vogliamo attraverso tutto questo contemporaneamente lavorare per la pace sociale e l’affrancamento del popolo”.
“Noi vogliamo formare degli uomini liberi, uomini di sano giudizio, e dare a tutti l’abitudine alla riflessione e alla critica”.
Così si esprimeva Gabriel Séailles durante la conferenza in occasione dell’inaugurazione dell’Università popolare di Faubourg Saint-Antoine, in data 8 ottobre 1899.
Dichiarazioni di alto valore politico e morale, che l’autore mise in pratica durante la sua vita impegnandosi in prima persona senza badare a tornaconti personali.
Influenzò il nostro Luigi Pirandello che ne riporta interi passi senza mai nominarlo!
Con Education ou révolution (A. Colin, Paris, 1904, riedita nel 2014 da Theolib, Saint-Martin-de-Bonfossé, 2014) ci ha lasciato un’ opera autorevole nel campo della morale e della sociologia.
Morì a 70 anni nel 1922.
5. Uno sguardo alle cifre e alle attività in provincia
5.1. La fioritura di una ghirlanda flessibile di Università popolari.
Carta parziale delle UP della banlieue parigina (1901)
Sotto l’impulso del movimento operaio e intellettuale la sfida è folgorante. Immediatamente giornali come L’Aurore, La Lanterne, Les Temps nouveaux aprono una rubrica dedicata alle università popolari che si moltiplicano a Parigi e nelle grandi città (vedi le due cartine del 1901).
Quali siano le ragioni di questo successo, di questo slancio, agli occhi di certuni sembra che sia ispirato da una mistica…una gigantesca speranza[25] .
Carte partielle des UP hors Île-de-France (1901)
5.2. La rete delle UP nelle province dal 1898 al 1902 (Tavola 1)
Luogo |
Data di fondazione |
Attività proposte, animatori, pubblico |
Alais |
(*) |
Letteratura, storia, filosofia, scienze naturali. L’animatore è un intellettuale |
Angers |
1901 |
Biblioteca, matttinate teatrali e musicali. L’animatore è un operaio. |
Angoulême |
Novembre 1900 |
Direzione : Jules Delvaille, professore di filosofia |
Annecy |
(*) |
Tre conferenze alla settimana. 190 membri, di cui lavoratori manuali. Temi: rimboschimento delle montagne, cooperative, economia politica |
Bar-le-Duc |
Gennaio 1900 |
Biblioteca, sala de lettura, buvette, gioco ai birilli. Serata rricreativa ogni sabato. Ccicli tematici: alcolismo, storia e civililtà, questioni sociali. 400 famiglie di operai vi partecipano |
Beauvais |
(*) |
Tre cicli de conferenze: scienze, giustizia, solidarietà |
Besançon |
1900 |
Conversazioni settimanali. 400 persone |
Bourges |
1900 |
Due conferenze alla settimana. Corzi professionali per falegnami e stuccatori |
Brest |
1899 |
Attività serali. Corsi per 15 a 20 persone. Idee sociali e politiche di Rousseau e di Montesquieu |
épernay |
(*) |
Fondata da des lavoratori e insegnanti. Nome dell’ UP “émancipazione intellettuale” |
Le Mans |
Attorno al 1901 |
Conferenze |
Lisieux |
20 novembre 1900 |
“Casa del Popolo”. Sala de lettura, sala posta, sala conferenze da 1200 posti |
Marseille |
Febbraio 1901 |
“Casa del Popolo”. Conferenze, riunioni. Corsi impartiti da professori di facoltà universitaria e da insegnanti |
Rennes |
Ottobre 1898 |
Operai e studenti |
Toulon |
1901 |
Sede presso la Camera del lavoro. Tre UP di quartiere |
Tulle |
(*) |
“Le serate popolari” |
Nîmes |
1899 |
Trasformazione della “Società di economia popolare” |
(*) Data non precisata
(Dati statistici estratti da Poujol G., op.cit., 1981 - Tavola N.2)
Fonti
-
Benigno Cacérès, Histoire de l’éducation populaire, Ed. du Seuil, Paris, p. 56-59
-
Lucien Mercier, op. cit., 1986
-
Geneviève Poujol, op.cit., 1981
Una sintesi parziale viene fornita anche dal Larousse del 1933 che menziona l’esperienza delle università popolari francesi al termine della voce “Università”: “La creazione delle università popolari nasce tra il 1898[26] e il 1901 dalla crisi morale a cui aveva dato luogo l’affaire Dreyfus. Essa aveva per oggetto di divulgare l’istruzione tra le masse e di operare, con lo scambio delle idee, un riavvicinamento tra le classi intellettuali e la classe operaia. Le università popolari organizzavano soprattutto dei corsi serali.
Questo movimento, nato a Parigi, si propagò in tutta la Francia, e si rallentò a partire dal 1903 per poi spegnersi evolvendo verso la forma di altre organizzazioni come le squadre sociali fondate dopo la Grande guerra da Robert Garric” (Larousse du XX siècle, tome VI, 1933, p.870).
Parte seconda
6. Giulio Casalini e l’Università popolare biellese del 1902
Prima di addentrarci nella vita di Giulio Casalini, è utile delineare in breve quali erano le condizioni dell’Italia in quegli anni, sotto il profilo storico-politico-sociale.
La sintesi più calzante è quella che riprendo da uno dei nostri pochissimi veri storici, Rosario Villari[27] , al quale mi rifaccio.
Nel 1898 in varie città italiane scoppiarono tumulti contro il carovita. La reazione del governo fu durissima. Come tutti ricorderanno, il generale Bava Beccaris prese a cannonate la folla e dopo l’eccidio fu anche decorato. Tipica politica savoiarda che sono la fotocopia del comportamento delle forze di invasione (alcuni osano dire di “liberazione”!) piemontesi al sud nel 1860 e anni seguenti.
Fu cambiato il presidente del consiglio, il nuovo gabinetto emanò provvedimenti legislativi che limitavano la libertà di stampa, di associazione, di riunione. Ne seguì una dura battaglia parlamentare tra le forze politiche fautrici della repressione e dell’autoritarismo e le forze che si ponevano a difesa della libertà, tra le quali, insieme all’estrema sinistra e ai socialisti, erano anche i liberali giolittiani.
Fu adottato il metodo dell’ostruzionismo: socialisti, repubblicani, radicali e sinistra liberale fecero fronte comune. Si ricorse a nuove elezioni (3 giugno 1900), grazie alle quali le opposizioni divennero maggioranza. Pertanto il governo fu affidato ad un liberale, Giuseppe Saracco che subito ritirò tutti i provvedimenti restrittivi, ma il 29 luglio l’anarchico Gaetano Bresci assassinò il re Umberto I per vendicare, a suo modo, i morti dell’eccidio del 1898.
Il nuovo re, Vittorio Emanuele II, incaricò Giuseppe Zanardelli – che nel corso della crisi politica di fine secolo si era schierato dalla parte dei difensori della libertà e dei diritti costituzionali - di formare un nuovo governo. Nel nuovo governo entrò anche Giovanni Giolitti, al Ministero dell’interno, che enunciò il nuovo indirizzo di politica interna: riconoscimento della libertà di organizzazione e di azione politica delle classi lavoratrici e necessità di introdurre anche in Italia quei principi di legislazione sociale protettiva del lavoro .
Tutto ciò fu facilitato dalla favorevole congiuntura economica e dal fatto che, a partire dal 1896, l’economia era entrata nella fase di “decollo” dell’industria, che fino al 1908 raggiunse un saggio annuo di incremento del 12 per cento . (Villari, op.cit. p.546).
6.1. Giulio Casalini, gli inizi
Di origini biellesi, nacque a Vigevano (PV) il 19 febbraio 1876 da famiglia piccolo-borghese che lo avviò agli studi.
Nel 1893 si iscrisse alla Facoltà di Medicina di Torino, dove contemporaneamente aderì al Partito Socialista Italiano.
Per la sua intensa attività politica fu coinvolto l'anno seguente nella reazione crispina e condannato al confino di polizia.
Nel 1897 lo troviamo, come collaboratore del "Grido del popolo"[28] (di cui in seguito sarà Direttore), a raccogliere fondi per finanziare la spedizione della legione garibaldina per la libertà della Grecia, capeggiata da Ricciotti Garibaldi, col quale partì e combattè a Domokos.
Queste attività però gli procurarono controversie con la famiglia che lo aveva mandato a Torino per studiare non per fare il politico.
Così riprese gli studi, ma continuò ugualmente l'attività politica, tanto da venire a Biella a dirigere il Corriere Biellese [29] (fondato, come giornale socialista, nel 1895 dal sindacalista Rinaldo Rigola)nel periodo 1900-4[30].Nel 1899 si laureò in Medicina all’ Università di Torino con una tesi sulla situazione igienica delle abitazioni popolari torinesi.
A Biella quindi fece il giornalista, il medico e il politico.
6.2. La militanza politica e gli impegni istituzionali
Va ricordato che tutte e due le volte che diresse giornali socialisti fu costretto ad abbandonare a causa del suo socialismo moderato! Il che vuol dire che si amavano le teste calde e non le persone assennate e ponderate, aperte al dialogo.
Fu eletto Consigliere comunale a Torino, ma anche a Biella, e Consigliere provinciale a Novara. Per partecipare al Consiglio comunale a Torino andava in bicicletta facendo, da Biella, 170 km tra andata e ritorno! Dal 1902 iniziò la sua lunga e intensa collaborazione con la Critica Sociale fondata da Filippo Turati nel 1891.
6.3. La fondazione dell’Università popolare biellese
Nel contesto dei fatti ricordati nell’introduzione proprio in quell'anno, rivestendo la carica di Consigliere comunale, fu tra i soci fondatori a Biella dell'Università popolare, di cui fu eletto vice Presidente , e a cui dedicò non poco tempo, visti gli accessi a Biella di numerosi studiosi di richiamo nazionale.
Erano suoi amici, ad esempio, il prof. Pio Foà (1848-1923) [31] di Torino, l’oratore che tenne la prolusione del I anno accademico dell'Università Popolare di Biella, domenica 23 novembre 1902); e il prof. Ernesto Bertarelli (1873-1957)[32] di Parma, anch’egli più volte conferenziere all’Università popolare di Biella[33].
Infatti, i rapporti amicali, politici, professionali che intratteneva a Torino risultarono molto utili sia per la fondazione dell’UP a Biella sia per farla progredire invitando a Biella illustri e autorevoli conferenzieri che già si prodigavano per le altre UP.
La prolusione - quindi non la prima lezione! - fu tenuta al Teatro Sociale di Biella, non nelle aule di via Ravetti. Precisazione necessaria perché su un sito web è riportata una notizia inesatta)[34].
Quindi Casalini certamente coagulò quel nucleo di persone che poi si ritrovarono il 23 ottobre 1902 per la fondazione del nuovo sodalizio culturale. Possiamo dire, dunque, che fu il promotore dell’iniziativa, sull’esempio di quanto era già accaduto in tante altre città italiane e nello stesso Piemonte.
A margine di questa fondazione non si può sottacere che in Italia ferveva un acceso dibattito sulle Università popolari, su che cosa dovessero essere e su quale potevano essere i loro obiettivi primari.
A questo proposito va ricordato l’intervento di Carlo Sforza (1872-1952)[35] , diplomatico e uomo politico, che in seguito sarà prima ministro degli esteri del Regno d’Italia (“futuro negoziatore del Trattato di Rapallo” del 1920) e poi della Repubblica italiana.
Lo Sforza si rammarica che dall’Italia ci si rechi a Parigi, a studiare l’U.P. del Deherme, perché le U.P. francesi hanno grossi difetti, e primo fra tutti l’incapacità di attrarre l’interesse del pubblico[36] (sic!).
Ovviamente, sebbene diplomatico, lo Sforza non era bene informato sullo sviluppo delle UU.PP. francesi, così come noi l’abbiamo dianzi delineato.
Ma non era il solo. Infatti, in uno studio del 1908, due autori rimproverano ancora questo “malvezzo” di imitare la vicina Francia. Essi, trattando della politica scolastica parlano della “Francia come del paese che la nuova Italia ha molto imitato, anche in materia di istruzione”[37].
Mi sarebbe piaciuto vedere la faccia di questi due studiosi quando, dopo qualche mese, esattamente il 20 febbraio 1909, Le Figaro – il più prestigioso quotidiano francese dell’epoca - pubblicò in prima pagina il Manifesto del Futurismo! In questo caso, infatti, l’Italia non imitò, ma precorse riscuotendo un interesse mondiale.
Infatti, la pubblicazione del 5 febbraio su la Gazzetta dell’Emilia di Bologna, su altri sei quotidiani (di Bologna, Napoli, Mantova, Verona, Trieste, Roma) e su un settimanale napoletano non aveva suscitato grande interesse. Quindi la vicina Francia si dimostrava un veicolo potente e più che affidabile per la divulgazione delle idee di studiosi italiani.
Ritornando all’Università popolare biellese, ci corre l’obbligo di precisare che questa esperienza terminò nel 1904. Certamente alla fine di questa esperienza non fu estraneo l’abbandono di Giulio Casalini, costretto a dimettersi dalla direzione del Corriere Biellese a seguito del XIII Congresso circondariale dei socialisti biellesi, svoltosi a Cossato il 20 marzo 1904 (al quale non partecipò perché ammalato), criticato per l’indirizzo riformista impresso al giornale. Venne sostituito alla direzione dal fondatore Rinaldo Rigola[38] , che a sua volta scelse la stessa strada riformista poco dopo, tra il 1905 e il 1906[39] , quando fondò la CGL, la Confederazione Generale del Lavoro.
Poiché l’ultimo Consiglio direttivo dell’UP si svolse il seguente 2 luglio, non è azzardato affermare che, essendo venuto meno il motore propulsivo, non c’erano altri capaci di curare quella rete di rapporti con Torino, indispensabile per mantenere in piedi l’attività.
6.4. L’attività professionale
A Torino, dove si trasferì subito dopo le dimissioni, nel 1905 collaborò alla creazione del primo dispensario italiano per lattanti, di cui fu nominato Direttore.[40]
Nel 1906 creò a Torino gli ambulatori popolari socialisti, dove accorrevano i malati delle classi meno abbienti, che venivano curati da medici progressisti.
Nel 1907 fu nominato Direttore de "Il grido del popolo", giornale ufficiale dei socialisti torinesi fondato nel 1892, e nel 1909 fu eletto Deputato al Parlamento[41], dove sedette per quattro legislature.
Nel 1910 chiese in Parlamento che si rendesse obbligatoria l'assicurazione sociale per l'invalidità e la vecchiaia riscuotendo ampi consensi, ma i tempi non erano maturi, l'Italietta aveva altro da pensare, come la prossima avventura libica![42] (cfr.''L' assicurazione obbligatoria per la vecchiaia e l'invalidita dei lavoratori:discorso pronunciato dal deputato Giulio Casalini alla Camera dei deputati nella tornata del 13 maggio 1910'', Tipografia della Camera dei Deputati, Roma).
Nel 1911 fondò la rivista "Il Comune moderno", anticipando temi che sarebbero diventati di attualità molto tempo dopo!
Infatti, l’ambito in cui si muoveva il Casalini non era limitato al Piemonte, alla Lombardia e alla Camera dei deputati. Casalini aveva una visione europea di tutti i problemi che trattò nelle sue pubblicazioni e interrogazioni parlamentari.[43]
6.5. La nomina a vice Presidente della Camera dei Deputati
Nel 1921 divenne vice Presidente della Camera dei Deputati[44] (il Presidente era Enrico De Nicola, poi primo Capo dello stato della Repubblica italiana), ma la frazione comunista che divenne maggioranza nella sezione di Torino, pur riconoscendo a Casalini le sue benemerenze, non lo propose per le elezioni amministrative, perché "non d’accordo con Mosca".
Casalini accettò con disciplina la decisione e, all’indomani, portò alla redazione di "Ordine Nuovo " un articolo di appoggio alla lista da cui era stato escluso.
Qualche giorno dopo Gramsci gli offrì la candidatura, aggiungendo: "Abbiamo capito che senza il tuo nome perderemo". Casalini rispose: "Non posso diventare vostro prigioniero: bisognerebbe rivedere programmi e uomini e ormai è tardi".
Al Comune ovviamente tornò l’amministrazione clerico-liberale. A questo proposito è bene precisare che per Mosca si intendeva la capitale del nascente comunismo russo e internazionale. Questa posizione pregiudicò in seguito la carriera politica del Casalini che non fu mai bene accetto ai "compagni" comunisti.
Nel 1922 , dopo la scissione di Livorno, aderì al PSU di Turati e Matteotti.
Nel 1925 per motivi privati e familiari si ritirò dalla politica e proseguì la sua professione di medico, igienista, pediatra, e la sua attività pubblicistica.
Casalini in vita sua fu autore di oltre 100 pubblicazioni.
6.6. L’impegno sociale
Casalini a noi interessa non solo perchè fu il promotore e un validissimo membro fondatore dell'Università popolare a Biella e un fervente socialista moderato (fu chiamato socialista deamicisiano da Gobetti, in maniera ironica, e questo ci stupisce non poco!, ma anche per la sua capillare attività parlamentare, pubblicistica e professionale, che si poggiava su eccezionali capacità e rara competenza.
I suoi interessi e interventi spaziavano dall'igiene alla maternità[45] [46] (fu tra i precursori dell' ONMI-Opera Nazionale Maternità e Infanzia), dalla difesa dei diritti umani e civili fino a quelli previdenziali, allora misconosciuti.
Fu direttore di riviste mediche sulle quali divulgava anche principi e regole di educazione all'igiene, educazione sessuale[47] , educazione materno-infantile[48], educazione domestico-familiare[49] .
Piero Gobetti su "Rivoluzione liberale " lo definì:"Il missionario dell’igiene; il medico dei poveri che lavorando nel suo comune esauriva tutti i suoi ideali filantropici". Chissà che cos'altro avrebbe dovuto fare secondo questo giovane antifascista morto a 24 anni senza aver potuto dimostrare di che cosa sarebbe stato capace se fosse vissuto.
Molto importante fu il Dizionario di Medicina per medici e famiglie, pubblicato dal Casalini nel 1939 con la UTET di Torino. In data 12 giugno 1941 quest'opera fu citata, per il suo rigore scientifico, dal New England Journal of Medicine! Immaginiamo la contentezza del regime fascista nel leggere questi apprezzamenti internazionali ad uno studioso socialista che era stato messo a tacere come “antirazzista”!
Fu Direttore generale dell'Istituto per le Madri e i lattanti di Torino già dalla fondazione nel 1910e durante il periodo fascista.
Per l'atteggiamento tenuto dalla sua rivista a proposito delle leggi razziali del 1938, la rivista mensile “L’igiene e la vita” (fondata nel 1918) del Casalini fu soppressa il 3 febbraio 1939: “Tacquero gli accademici, i professori, gli scienziati, gli intellettuali. E tacquero gli imprenditori, i preti, i cittadini più in vista. Tacque la gente comune, s'azzittirono gli stessi militanti e capi fascisti che fino a quel momento avevano avuto diversi ebrei al loro fianco nel partito e nelle corporazioni. Non tutti, tuttavia, restarono a guardare per complicità, per ignavia oppure per paura. Tra le pochissime voci (davvero sparute) che si fecero udire ci furono quelle di Giulio Casalini, un medico di Vigevano, già deputato socialista, e di Bruno Segre, studente universitario torinese, allora ventenne e non ancora avvocato”[50] . Casalini è stato ancora ricordato il 26 settembre 2008 da Michele Sarfatti sul Corriere della Sera ("Quando gli italiani si scoprirono ariani", p.55).
Fu Capitano medico e durante l'occupazione nazifascista aderì alla resistenza il 13 gennaio 1944, impegnato nelle formazioni partigiane autonome piemontesi.
6.7. Il secondo dopoguerra
Dopo la guerra fu eletto ancora consigliere comunale di Torino e nel 1946 fu vice Sindaco e Assessore all'Edilizia del Comune di Torino. Essendo stato oggetto di forti critiche per il suo operato come assessore, si dimise dall’incarico[51] .
Chiuse la sua giornata terrena a Torino il 25 maggio 1957.
Cooperò alla nascita ed all’affermazione di un vasto movimento socialista. Ha potuto, con la parola e con gli scritti (oltre cento, fra opuscoli e libri), contribuire ad una larga educazione dell’animo popolare, senza secondi fini, senz’altra ambizione che non fosse quella di cooperare alla realizzazione di un mondo libero, più giusto e fraterno.
Tra tanti consensi in Italia e all’estero sull’opera e l’attività di Giulio Casalini debbo registrare anche una nota stonata. Mi riferisco al giudizio severo e sconclusionato di Pino Ferraris[52] , che risulta essere stato direttore del Corriere Biellese dal 1958. In una prefazione[53] dichiara di conoscere molto bene la biografia del Casalini ricordando, nel 1958, che era stato direttore del Corriere Biellese 60 anni prima! Quando poi scende nei particolari, lo qualifica “medico filantropo dell’entourage positivista torinese di Cesare Lombroso e Guglielmo Ferrero”, per concludere che “il riformismo del Casalini non andò mai oltre il generico umanitarismo”![54] Non cito ulteriori giudizi, tipicamente estremisti, che palesano l’avversione politica: infatti, mentre Casalini era un riformista, Pino Ferraris è un massimalista, che aderì al PSIUP e al PDUP, finendo poi condirettore de il Manifesto nel 1976.
(Per la più parte di queste note biografiche sono debitore al compagno socialista Giuseppe Manfrin (cfr.Casalini: missionario delll'igiene, medico dei pov eri , in Avanti della Domenica, anno 5, N.1, 6 gennaio 2002).
(Conobbi Manfrin nella prima metà degli anni '70, quando ero vice Direttore del Corriere Biellese. Passammo una serata indimenticabile a cena, ospiti a casa del compagno Edilio Galuppi, funzionario del PSI della Federazione biellese e poi anche Assessore al Comune di Biella.
Manfrin fu giornalista e scrittore, partigiano, Addetto stampa e Responsabile nazionale della Sezione Stampa e Propaganda del PSI. Mio modesto omaggio alla sua memoria, come a quella di Casalini, è stato quello di compilare per loro la scheda di autorità per l'ICCU - Istituto Centrale per il Catalogo Unico del Ministero dei Beni culturali.
Mi sembra di ricordare non solo altri tempi, ma addirittura un altro pianeta, perchè si tratta di persone di un altro stampo!).
Casalini è ricordato sia nel Dizionario biografico degli italiani della Treccani, 1978, sia nel Dizionario biografico, Editori Riuniti, Roma, 1975-79.
Voglio concludere questo omaggio commemorativo di Giulio Casalini riportando il necrologio apparso sul British Medical Journal:
JUNE 2, 1956 OBITUARY – British Medical Journal
The death occurred in Turin on May 17 of Dr.GIULIO CASALINI at the age of 80. Giulio Casalini was born in Vigevano in 1876, and graduated in medicine in 1899. His interests lay in the field of social medicine, and he edited several popular magazines, including L'Igiene e la Vita. An active political figure in the days before the Fascist regime, he was one of the leaders of the Italian Socialist movement, being five times elected to the Italian Chamber of Deputies. He was vice-president of that Chamber in 1921.After Mussolini came to power he retired from politics and returned to the practice of medicine.He was medical adviser to the city council of Turin and for more than thirty years director of the Istituto Madri e Lattanti in that city.
2 Giugno 1956 Necrologio - British Medical Journal
La morte del Dr.Giulio Casalini è avvenuta a Torino il 17 maggio all'età di 80 anni. Giulio Casalini era nato a Vigevano nel 1876, e laureato in Medicina nel 1899. I suoi interessi laici nel campo della medicina sociale, e ha curato diverse riviste popolari, tra cui L'Igiene e la Vita. Una figura politica attiva nei giorni prima del regime fascista, è stato uno dei leader del movimento socialista italiano, eletto cinque volte alla Camera dei deputati italiana. E 'stato vice-presidente della Camera nel 1921. Dopo che Mussolini salì al potere si ritirò dalla politica ed è tornato alla pratica della medicina. E’ stato Consulente medico per il Comune di Torino e, per più di trenta anni, Direttore del Istituto Madri e lattanti in quella città.
Ovviamente a lui non sono intitolate strade, piazze, scuole. Ne vi sono monumenti o busti marmorei, come nella migliore italica tradizione, dove quasi per decreto vengono onorati perlopiù i quacquaraquà, cioè i ciarlatani, di cui siamo i primi produttori al mondo.
Riassunto
Questo lungo articolo storico è stato scritto per commemorare il quarantesimo anniversario della ricostituzione a Biella dell’Università popolare nel 1976.
Vengono delineati a grandi tratti i momenti più salienti del sorgere e dell’affermarsi del movimento delle università popolari in Francia alla fine del secolo XIX e all’inizio del XX, perchè ad essi si ricollegarono e si ispirarono coloro che in Italia diedero vita alle prime università popolari e all’analogo movimento di educazione degli adulti.
In particolare, l’autore individua nel dott.Giulio Casalini, medico, giornalista, uomo politico socialista (Direttore del Corriere Biellese), il promotore dell’iniziativa a Biella nel 1902.
Note biografiche dell’autore
Italo Zamprotta è nato a Napoli nel 1941. Vive a Biella dal 1966. E’ stato Capo area informatica dell’INAIL a Novara.
Iscritto all’Albo dei Gionalisti del Piemonte, è stato vice Direttore del Corriere Biellese, Corrispondente da Biella del quotidiano La Notte di Milano e Direttore del periodico Panorama Biellese.
Ha insegnato Sociologia e Etica sociale presso la Scuola Superiore di Servizio Sociale dell’ANSI di Biella.
Nel 1976 è stato il promotore a Biella della ricostituzione dell’Università popolare, di cui è stato Segretario generale e Docente di Sociologia, Antropologia culturale e Storia delle religioni.
Dal 1992 è Grande Ufficiale dell’OMRI.
[1] Cfr. Rabaglio, R. – Zamprotta, I., Università popolare di Biella, ieri e oggi (1902-1986), Libreria Vittorio Giovannacci, Biella, 1986
[2] Cfr. Rabaglio, R. – Zamprotta, I. (a cura di), L’azione sociale, culturale e di educazione permanente dell’Università popolare di Biella dal 1902 al 1992, prefazione di Oscar Botto, Edizioni dell’Università popolare, Biella, 1992
[3] Cfr. Zamprotta,I., Università popolare sorta a Biella, affiliata all’Università popolare di Torino, articolo in il Biellese, p.12, 7 settembre 1976.
[4] Cfr. Miletto,E., …La cultura per il popolo.L’Università popolare di Torino, Università popolare di Torino Editore, 2013
[5] Ho scelto la Francia non per una particolare simpatia, ma soltanto perché le ricerche conducono lì. Infatti, sarà in Francia che i nostri si recheranno per incontri e scambi di esperienze. Sarà in Francia che si celebrerà nel 1908 il Congresso europeo delle Università popolari. Fino ad allora si era celebrato il Congrès de l’Education sociale. In seguito, nel secondo dopoguerra, i congressi europei delle Università popolari si celebreranno a Parigi sotto l’égida dell’UNESCO fondata nel 1945. Per l’Italia sarà presente l’Università popolare di Torino anche negli anni ’70 con il Presidente, avv.Bachi e il Segretario generale, prof.Capurro.
[6] La prima università popolare fu fondata nel Rødding, in Danimarca, nel 1844 per iniziativa di Kristen Kold, che si ispirò al pedagogista e riformatore Nicolai Frederik Severin Grundtvig. Il progetto doveva soddisfare la necessità dieducare l'ignorante ambiente rurale, spesso troppo povero per spendere tempo e denaro per frequentare il college. In Norvegia la prima fu fondata nel 1864 e in Svezia nel 1868
[7] L’affare Dreyfus fu il maggiore conflitto politico e sociale della Terza Repubblica, scoppiato in Franciasul finire del XIX secolo, che divise il Paese dal 1894 al 1906, a seguito dell'accusa di tradimento e intelligenza con la Germania mossa al capitano alsaziano di origine ebraica, Alfred Dreyfus (1859.1935), che era innocente. Il vero responsabile era difatti il colonnello Ferdinand Walsin Esterhazy. Graziato nel 1899, riabilitato nel 1906. Copiosa la bibliografia, tra cui segnaliamo: Duclert,V., Biographie d'Alfred Dreyfus, l'honneur d'un patriote, Fayard, Paris,? 2006.
[8] Cfr. Maitron J. -, Pennetier,C., Dictionnaire biographique du mouvement ouvrier français, tome XXIV, Ed.Ouvrières, Paris.
[9] La Lega "LDH" fu fondata il 4 giugno 1898 dal repubblicanoLudovic Trarieuxin difesa del capitano Alfred Dreyfus, un ebreoerroneamente arrestato per tradimento, che sarà poi conosciuto come l'Affaire Dreyfus.
[10] Fernand Pelloutier (1867-1901), fu il Segretario della Federazione delle Camere del lavoro francesi dove organizzò corsi di matematica, fisica, tecnoologia, lingue moderne, disegno, e la creazione in esse di biblioteche: cfr. 1901 - une université populaire, publié le28 juin 2014par Université Populaire de l'AUBE, UPOPAUBE, Troyes.
[11] Cfr. Julliard,J., Fernand Pelloutier et les origins du syndacalisme d’action directe, Seuil, L’Univers historique, 1971
[12] Cfr. Yvetot,G., Education populaire et mouvement ouvrier au début du siècle, in Mercier,L., Les Universités populaires: 1899-1914, Les éditions ouvrieres, Paris, 1986.
[13] Cfr. Guieysse,C., Les universités populaires et le mouvement ouvrier, p.114, Cahiers de la quinzaine, Paris, 1901.
[14] Cfr. Yvetot,G., op.cit. p.120.
[15] Weill Jeanne (1859-1925) fu una scrittrice e giornalista francese che fondò l’EHES-Ecole des Hautes Études Sociales di Parigi, che divenne la prima Scuola superiore di giornalismo in Francia. Utilizzò lo pseudonimo di Dick May. Questa affermazione è riportata in Quelques réflexions sur les universités populaires, La Revue Socialiste, T. XXXIII, N. 193, pp. 32-49.
[16] Cfr. Poujol,G., L’éducation populaire: histoires et pouvoirs, Éditions ouvrières (coll. Politique sociale), Paris, 1981.
[17] Cfr. La Coopération des idées, Paris, oct. 1899.
[18] Charles Peguy fu prima socialista, poi cristiano, libero da dogmatismi e contro l’autoritarismo della chiesa, infine legato allo spiritualismo. Si schierò con i dreyfusardi. Denunciò l’anticlericalismo dei socialisti e aderì al pacifismo. Tenente della riserva, si arruolò nella fanteria e morì nella prima battaglia della Marna il 5 settembre 1914.
[19] Charles Guieysse (1868-1920), luogotenente di artiglieria, poi dimissionario, militante socialista, dreyfusardo, traduttore dal tedesco, scrittore, editore. Autore nel 1901 di Les universités populaires et le mouvement ouvrier, Paris.
[20] La Grande Revue fu acquistata nel 1909 dall’avvocato, giurista e deputato Fernand Labori (1860-1917, legale di Lucie Dreyfus e Emile Zola) che le diede un forte indirizzo culturale e giuridico. Fra i suoi collaboratori annoverò André Gide, Gabriele D'Annunzio, George Bernard Shaw, Jean Giraudoux, Jules Renard, Victor Margueritte, Paul Verhaeren, Alain-Fournier.
[21] Cfr. C’è stato chi, molto giustamente, ha definito Deherme “l’Apostolo dell’Università popolare”. Cfr. Mercier, L. Les universités populaires: 1899-1914. Education populaire et mouvement ouvrier au début du siècle”, p.15, Les Editions ouvrières, Paris, 1986.
[22] Cfr.Jumeau-Lafond,J.D. I Pittori dell’anima. Il Simbolismo idealista in Francia, Paris, Anvers, Pandora, 1999
[23] Alexandre Seon (1855-1917) è stato un pittore aderente al movimento simbolista.
[24] Nihil sub sole novi! Molti decenni dopo, nel 1997, quindi meno di un secolo dopo, altrove fu intentato un altro processo per costringere un povero illuso a seguire il medesimo destino di Deherme.
[25] Cfr. Dintzer,L., Le mouvement des Université populaires, in Le mouvement social, n° 35 p.3, Paris, 1961
[26] Non tutti gli studiosi francesi del movimento dell’educazione popolare sono concordi sulla data di nascita delle prime Università popolari. Secondo il Dictionnaire de Jean Maitron (cfr.Maitron J. e Pennetier C., Dictionnaire biographique du mouvementt ouvrièr français, Paris, Les Editions ouvrières tome XXIV, 1985, p.212), la prima Università popolare francese fu fondata dalla Società delle Università popolari, mentre per la Poujol la prima UP fu inaugurata nel 1898. A sua volta Lucien Mercier, sopra menzionato, nel Dictionnaire des Intellectuels français, situa la prima inaugurazione nell’ottobre 1899 (cfr. Dictionnaire des Intellectuels français, éditions du Seuil, Paris, 2002, p.1376). Infine, Olivier Sigaut & Christophe Premat (vedi op.cit., 2009, p.5) affermano che “…la première Université Populaire de Bourges est créée en 1897 grâce à la Bourse du Travail”, cioè grazie alla Camera del lavoro locale. La notizia è confermata sul sito web http://www.encyclopedie-bourges.com/universite_populaire1.htm, L'Enclyclopedie de Bourges, a cura di Roland Narboux.
[27] Cfr. Villari,R., Mille anni di storia, Gius.Laterza & Figli Spa, Roma-Bari, 2000
[28] Giornale fondato nel 1892, organo ufficiale della Sezione di Torino del Partito socialista dei lavoratori italiani (cfr. Rosanna Roccia, La stampa quotidiana, in Umberto Levra (ed.), Da capitale politica a capitale industriale (1864-1915), Storia di Torino, VII, Einaudi, Torino, 2001
[29] Cfr. Marrocu, L., Casalini Giulio, in Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, vol.21, 1978.
[30] Il vol.25 di Il Foro italiano, raccolta generale di giurisprudenza civile,commerciale,penale amministrativa,1900, riporta in due pagine il resoconto di un processo intentato a Casalini in qualità di Direttore del Corriere Biellese, riferendo che “nell’inverno 1897-98 e durante il corso della primavera successiva fino al giorno 9 maggio, Giulio Casalini,direttore del giornale socialista “Il Corriere Biellese”,risiedeva e risiedette a Biella in un alloggio di cinque camere,da lui affittato insieme con l’avv.Umberto Savio e all’avv.Neri Luigi padrone della casa”. La sua dimora in Biella aveva carattere dilegale residenza agli effetti civili ed amministrativi. Inoltre,osserva che era imputato ai sensi dell’ art.434 e art.14 legge di p.s.(sequestro e dissequestro del giornale durante i moti del 1898). Fu assolto.
[31] Primo Presidente dell’Università popolare di Torino, dal 1901 al 1909. Ne era stato uno dei fondatori insieme con il socialista Donato Bachi e i proff. Amedeo Herlitzka e Achille Loria.
[32] Medico, docente d'igiene presso le Università di Parma, Pavia e San Paolo del Brasile, traduttore, maggiore medico, presidente della casa editrice Hoepli, dell'Istituto sieroterapico di Milano, collaboratore di riviste scientifiche.
[33] Questi tre nomi, Foà, Bertarelli, Casalini, ricorrono anche nella storia delle Università popolari di Torino e di Milano. Infatti, sono ricordati come conferenzieri o addirittura titolari di corsi (Cfr. Rosada, M.G., Le Università popolari,, pp. 42,69-70, 115,146,160,167,206,212; 115,118,201,202.206; 202, Editori Riuniti, Roma, 1975; Cfr.Miletto,E.,” …la coltura per il popolo” . L’Università popolare di Torino, Fondazione Università popolare di Torino Editore, Torino, 2013.,pp. 17,18,20-23,25,26,28,29,38,40,42,44-46,50,51,53,54,57,74-76; 26,28-31,36,37; 29,42.Per questo motivo Casalini è ricordato anche come professore.
[34] …nel Biellese nel 1902 un comitato promotore costituito da 5 professori delle scuole locali, da sei avvocati e da un conte, decise di dare vita alla prima Università popolare destinata al popolo, in cui “polarizzare la scienza e spiegare i fenomeni”. Prima sede individuata un locale in via Ravetti, dove il 23 novembre di 110 anni fa ebbe luogo la prima lezione tenuta dal professor Pio Foà, dell’Università di Torino (da “Comunicato stampa 2012/04” del 7 maggio 2012) . E Giulio Casalini? Fu inserito tra i professori perchè teneva dei corsi, ma di professione era medico. Per quanto riguarda l’inaugurazione, che il prof. Pio Foà abbia tenuto la prolusione al Teatro Sociale domenica 23 ottobre 1902 era già riportato nell’opera citata di R.Rabaglio e I.Zamprotta del 1986, precisamente alle pp.14 e 17. A volte l’eccessiva sicurezza e la presunzione giocano brutti scherzi!
[35] Sforza,C., Le Università popolari, in Nuova Antologia, vol.IV, pp.341-48, Firenze, 1901
[36] Cfr. Rosada, op.cit. p.32
[37] Cfr. Galletti,A. – Salvemini,G., La riforma della scuola media: notizie,osservazioni,proposte, Sandron, Milano, 1908.
[38] Cfr. Secchia, P., Capitalismo e classe operaia nel centro laniero d’Italia, Editori Riuniti, Roma, 1960, p.245
[39] Cfr. Cartiglia,C., Rinaldo Rigola e il sindacalismo riformista in Italia, Feltrinelli, Milano, 1976, p.22
[40] Cfr. Casalini, G., Il dispensario per lattanti di Torino : cenni storici, organizzazione, risultati del primo periodo : 1905-1910 / relazione del direttore generale dottor Giulio Casalini, Tip. E. Rigola, Biella, 1911.
[41] Cfr. Camera dei Deputati, Portale storico, sub voce Casalini Giulio.
[42] Cfr. Casalini,G,,''L'assicurazione obbligatoria per la vecchiaia e l'invalidità dei lavoratori: discorso pronunciato dal deputato Giulio Casalini alla Camera dei deputati nella tornata del13 maggio 1910'', Tip.della Camera dei Deputati, Roma.
[43] Come ci ricorda egregiamente Federico Lucarini in L’Europa dei Comuni. Origini e sviluppo del movimento comunale europeo dalla fine dell’Ottocvento al secondo dopoguerra, a cura di Dogliani,P. e Gaspari,O., Donzelli, Roma, 2003, p.214.
[44] Cfr. Camera dei Deputati, Portale storico, Ufficio di Presidenza XXVI Legislatura del Regno d’Italia, 1921-24.
[45] Cfr. Casalini,G.,Le casse di maternità: conferenza tenuta all'Unione femminile di Milano, in Annali di Ostetricia e Ginecologia, poi presso L.F.Cogliati, Milano, 1905.
[46] Cfr. Casalini, G.,L' assistenza della madre operaia nelle "mutualités maternelles", in La Ginecologia moderna, anno 2, fasc. 9, Genova, 1909.
[47] Cfr. Casalini, G.,L' igiene dell'amore sessuale: pagine dedicate agli uomini, 2° ed., M.Carra & C. Roma, 1921.
[48 ]Cfr. Casalini, G.,La madre e il suo bambino: guida pratica per l'allevamento razionale del lattante, ed., F.Casanova & C., Torino, 1922.
[49] Cfr. Casalini, G.,Il problema della mortalità infantile, 4° ed., Quaderni de “L’igiene e la vita”, Torino, 1925.
[50] Cfr. Novelli,M., La guerra di Bruno, in Archivio la Repubblica.it, 3 settembre 2008
[51] Cfr. Casalini, G., “Mi difendo”. Parole pronunciate al Consiglio comunale la sera del 26 settembre 1950, Iter, Torino; e Perché ho detto infamia, Il vero scandalo municipale 1950-51, Iter, Torino, 1953.
[52] Pino Ferraris (1933-2012), biellese, sindacalista CGIL, dirigente politico, ostracizzato dal PCI, fu accolto nell’Ufficio studi CGIL. Ricordato dai compagni come sociologo, politologo e storico del movimento socialista.
[53] Cfr. Brunetti,M., La piazza della rivolta: microstoria di un paese arb ëresh, pref.di Pino Ferraris, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2003, p.10.
[54] “…Giulio Casalini, medico dei poveri, che visitava gratuitamente i pazienti indigenti nel suo studio biellese, divulgatore instancabile di insegnamenti igienici, paladino della campagna…”, in Audenino,P. L’avvenire del passato: utopia e moralità alle soglie del XX secolo, vol.9 di Mappe dell’immaginario, Unicopli, Milano, 2002, p.223, altro che “generico umanitarismo”!
Al termine di questa lunga carrellata ritengo opportuno riportare qui di seguito il Quadro storico riassuntivo delle diverse edizioni dell'Università popolare a Biella come è nella realtà, non come riportato, inesattamente, altrove:
Quadro storico riassuntivo delle Università popolari fondate a Biella
1902 |
Dott.Giulio Casalini |
Per opera del dott.Giulio Casalini(Vigevano,1876-Torino,1956),medico,giornalista,direttore del Corriere Biellese(organo ufficiale del PSI biellese),consigliere provinciale a Torino e consigliere comunale a Biella e a Novara, fu fondata a Biella la prima Università Popolare locale,denominata Università Popolare Biellese.Fu chiamato a presiederla l’allora Sindaco di Biella,Corradino Sella(1860-1933,quartogenito del famoso Quintino),ingegnere e militare di carriera,poi deputato nella XVII e XX legislatura.Questa esperienza terminò nel 1904.Certamente alla fine di questa esperienza non fu estraneo l’abbandono di Giulio Casalini,costretto a dimettersi dalla direzione del Corriere Biellese[i] a seguito del XIII Congresso circondariale dei socialisti biellesi,svoltosi a Cossato il 20 marzo 1904 (al quale non partecipò perché ammalato), in cui fu criticato per l’indirizzo riformista impresso al giornale che dirigeva.Poiché l’ultimo Consiglio direttivo dell’UP si svolse il seguente 2 luglio,non è azzardato affermare che,essendo venuto meno il motore propulsivo,non c’erano altri capaci di curare quella rete di rapporti con Torino,indispensabile per mantenere in piedi l’attività che terminò ingloriosamente dimostrando l’incapacità dei biellesi a gestire questa attività di educazione popolare e permanente. |
1912 |
Prof.Alfredo Saraz |
La seconda esperienza è dovuta all’opera di un grande educatore,Alfredo Saraz(Porto Longone,1877-Roma,1927),un vero pedagogista,ispettore scolastico,poi provveditore agli studi e direttore generale al Ministero dell’istruzione a Roma,dove morì a soli 50 anni.Saraz proveniva da Savona,dove aveva già fondato una Università popolare.A Biella andò oltre e fondò prima l’Università Popolare Ambulante del Circondario di Biella,con tre sedi: a Biella,a Cossato (dove si distinse la giovane maestra Lucia Maggia) e ad Andorno Micca;poi fondò la rivista La Scuola biellese.Questa esperienza terminò con la Grande Guerra nel 1915.Saraz,osteggiato dai locali(in primis il prof.Alessandro Roccavilla), fu poi trasferito a Pesaro come Provveditore agli studi,ma continuò ad avere rapporti con Biella,pubblicando alcune sue opere presso stampatori locali.Nel 1925 ritornò a Biella per una sua iniziativa a carattere nazionale,L’Università dei Tecnici della Scuola,la cui Sezione fu fondata a Biella dal suo successore come ispettore scolastico,il cav.prof.Mario Vianelli,il 16 maggio.Nel Consiglio direttivo di questa iniziativa troviamo coinvolto un giovane professore del Regio Istituto Tecnico Commerciale “Eugenio Bona”,Giuseppe Pella(1902-1981),che in seguito farà parte del Parlamento repubblicano e rivestirà anche la carica di Presidente del Consiglio dei ministri. |
1976 |
Dott.Italo Zamprotta |
Il 4 settembre 1976 Italo Zamprotta(Napoli,1941),fu il promotore della fondazione della nuova Università Popolare di Biella, affiliata all’Università Popolare di Torino,a cui aveva chiesto consiglio e assistenza.Zamprotta,giornalista e funzionario dell’INAIL, chiamò a raccolta intorno a questo progetto numerose persone del mondo culturale, scolastico, politico e istituzionale locale.E il prof.Diego Pozzi,Preside del Liceo classico,a seguito di sua proposta,fu eletto Presidente all’unanimità dell’Assemblea.Per la Presidenza onoraria fu invitato il Grande Uff.dott.Vincenzo Tacconi, Procuratore Generale di Corte d’appello a riposo,che fu lieto di accettare l’invito.Italo Zamprotta fu eletto Segretario Generale e, qualche giorni dopo,fece istiture la figura del Direttore Coordinatore dei corsi,che il Consiglio Direttivo affidò al Rappresentante dell’Università Popolare di Torino,prof.Riccardo Rabaglio.Questo fu il primo Consiglio eletto dall’ssemblea per il triennio 1976-79:prof.Diego Pozzi(Presidente),prof.Mario Monteleone vice Presidente,dott.Italo Zamprotta Segretario generale, rag.Giuliano Siletti Tesoriere,dott.Stefano Di Mauro membro,prof.Riccardo Rabaglio Rappresentante Università popolare di Torino,prof.Carmelo Buemi membro,prof.Carlangelo Cremona membro, prof. Angelo Siclari membro,un Rappresentante del Comune di Biella(da nominare). |
1997 |
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La sera di venerdì 2 maggio 1997,reduce dall’aver abbandonato nel pomeriggio alle ore 17 l’Università popolare di Biella, con un gruppo di amici Italo Zamprotta fondò l’Università Popolare Subalpina.Qualcuno la chiamò secessione. Non si sbagliava.Costretto ingiustamente ad allontanarsi dalla sua creatura,Italo Zamprotta il giorno stesso costituì una nuova Università Popolare raccogliendo il consenso di alcuni soci,tra cui spicca quello della prof.Alice Sestan Costantini(una socia fondatrice dell’UP del 1976),docente di Lingua tedesca.Per questa UP Zamprotta creò sia la denominazione sia l’emblema per la carta ufficiale e l’affiliò alla FIPEC-Federazione Italiana Per l’Educazione Continua.Il primo Consiglio direttivo era così composto:prof.Franco Ruffa Presidente,dott.Italo Zamprotta Segretario generale, prof.Flavio Chiastellaro Rettore,dott.Vittorio Moretti Tesoriere,sig.Maurizio Mazzucchetti Segretario del Consiglio, prof. Margherita Passet Bibliotecaria,sig.Giuseppe Sacchi,Addetto stampa,sig.Gianni Rosso in Rappresentanza dell’ Associazione El Sol ed J Alp, dott.Mauro Valentini, Rappresentante Lega Italiana Lotta ai Tumori,sig.ra Orietta Di Mario Rappresentante Sezione di Cossato. |
(Le foto rappresentano gli ispiratori e promotori dell’iniziativa)
Poichè per il passato vi è stato più d'uno che ha voluto, molto scioccamente, ironizzare sul fatto che Italo Zamprotta sia stato il promotore della fondazione dell'Università popolare di Biella nel 1976 eliminandomi dalla memoria storica, riporto qui di seguito un articolo del prof.Franco Ruffa, pubblicato sul web nel lontano dicembre 2002:
Del resto vi sono due volumi, catalogati in numerose biblioteche pubbliche in Italia e anche all'estero. In particolare, mi ha colpito la catalogazione dle primo volume ("Università Popolare di Biella, ieri e oggi, 1902-1986", Biella, Giovannacci, 1986), che ho trovato catalogato nella Biblioteca dell'Università di Gottingen (Göttinger Universitätskatalog - GUK), in Bassa Sassonia (Germania), antica e gloriosa Università.